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Costruzioni, emorragia di 37mila lavoratori nel primo semestre 2011

Costruzioni, emorragia di 37mila lavoratori nel primo semestre 2011

Osservatorio Cnce: dall’inizio della crisi persi 300mila posti di lavoro

Vedi Aggiornamento del 20/06/2012
14/09/2011 - Cinque milioni di ore di lavoro andate perse. Una contrazione occupazionale che hacoinvolto 37mila lavoratori. Oltre 7.200 società costrette a uscire dal mercato. È un andamento negativo quello che il settore italiano delle costruzioni ha registrato nei primi sei mesi del 2011. A descriverlo sono la Cnce (Commissione nazionale delle casse edili) e il Formedil (Ente Nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia).
 
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale delle Casse Edili della Cnce presentati ieri mattina a Milano in una conferenza congiunta, al calo del 10% che l’attività del comparto ha registrato a giugno del 2010, si è aggiunto quest’anno un’ulteriore riduzione del 9%, per una perdita complessiva di ore lavorate che dall’autunno del 2008 è stata del 25%.
 
“Dalle nostre rilevazioni - sottolinea Franco Osenga, imprenditore piemontese e Presidente della CNCE - emerge un quadro drammatico. Solo nel sistema rappresentato dalle Casse Edili dove si concentrano oltre 100.000 aziende, dall’inizio della crisi abbiamo perduto più di 100.000 lavoratori. Tenendo conto che si tratta delle aziende più strutturate e attente al valore del lavoro e delle competenze professionali delle proprie maestranze, possiamo ipotizzare che, considerando anche l’indotto, la riduzione occupazionale dalla seconda metà del 2008 ad oggi si aggiri intorno a 300.000 lavoratori in meno”.
 
Ad essere più colpite dalla crisi sono le regioni del Centro Sud. La contrazione più rilevante di attività si è registrata in Sardegna con un -16% in un solo anno. Rilevante anche il calo a due cifre (-12%) di Umbria e Puglia. Ed è proprio in questa regione che si registra la percentuale più elevata di riduzione del numero dei lavoratori, con un -14%; seguono con un 12% in meno l’Abruzzo e da un -10% in Umbria e Lazio. Puglia, Abruzzo e Umbria sono le regioni in cui si riscontra la maggiore incidenza negativa per quanto riguarda il calo delle imprese iscritte in Cassa Edile (-10/11%). Tra le regioni del Nord le maggiori difficoltà si riscontrano nel Veneto (-9%).
 
“Oltre alla drammatica situazione occupazionale - evidenzia il vicepresidente della CNCE Franco Turri - la crisi costituisce un fattore pericoloso sul fronte della regolarità del lavoro. Tenere sotto controllo le dinamiche del mercato vuol dire saper individuare gli ambiti di rischio e intervenire. Le Casse edili e l’intero sistema degli enti bilaterali ribadiscono il loro impegno contro una recrudescenza di fenomeni di lavoro nero, agendo con decisione sia rispetto alle imprese che sul mercato del lavoro.”
 
 
Fonte: Ufficio stampa Formedil CNCE
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