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Terre e rocce da scavo, il decreto preoccupa

Terre e rocce da scavo, il decreto preoccupa

Semplificazioni e condizioni per il riutilizzo allo studio del CdS guardate con sospetto dai No Tav

Vedi Aggiornamento del 19/03/2012
di Paola Mammarella
18/11/2011 - Desta qualche preoccupazione la bozza di regolamento per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo. Il testo, siglato dall’ex Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo pochi giorni prima delle dimissioni del Governo, che al momento è al vaglio del Consiglio di Stato, suscita perplessità per le semplificazioni introdotte, ma anche per le ripercussioni temute dai No Tav.
 
Secondo quanto si apprende da fonti di stampa, Ornella De Zordo, capogruppo di Perunaltracittà al Consiglio Comunale di Firenze, avrebbe accusato il regolamento dicambiare i parametri per la definizione dei rifiuti.
 
La manovra trasformerebbe le terre da scavo provenienti dal tunnel Tav di Firenze, che non sarebbero più considerate rifiuti speciali.
 
Cosa prevede il regolamento
Il testo classifica come materiale da scavo riutilizzabile il suolo o sottosuolo derivante da scavi, perforazioni, realizzazione di opere infrastrutturali, escavazioni effettuate negli alvei, in zone golenali dei corsi d’acqua, spiagge, fondali lacustri e marini, nonché i residui di lavorazione di materiali lapidei.
 
I materiali escavati possono contenere calcestruzzo, bentonite, PVC, vetroresina, miscele cementizie e additivi per lo scavo meccanizzato sempre che la composizione media dell’intera massa non presenti concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti massimi.
 
Sono inoltre contemplate misure semplificate per l’utilizzo di materiale proveniente da scavi sino a 6 mila mc.
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