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Veneto, i sindaci contro il nuovo Piano Casa

Veneto, i sindaci contro il nuovo Piano Casa

Protesta bipartisan contro una legge che ‘minaccia l’identità dei centri storici’

Vedi Aggiornamento del 04/11/2014
di Rossella Calabrese
09/01/2011 - - Si incontreranno questa mattina a Venezia i sindaci di Padova, Treviso, Vicenza, Belluno e Venezia per dare avvio ad un’azione legale contro il Piano Casa della Regione Veneto.
 
Il nuovo Piano Casa (Lr 32/2013), approvato alla fine di novembre, proroga fino al 2017 la possibilità di ampliare del 20% il volume o la superficie degli edifici esistenti, concede premi volumetrici fino all’80% per demolizioni e ricostruzioni con tecniche di bioedilizia e bonus di 150 metri cubi per le prime case e toglie ai Comuni la facoltà di porre vincoli sul proprio territorio (leggi tutto).
 
Proprio su quest’ultimo punto si concentrano le critiche dei sindaci, che temono di vedersi privati delle proprie competenze in materia urbanistica e dichiarano di voler difendere l’identità dei centri storici da una probabile colata di cemento. “Il Piano Casa è da rifare - dicono i primi cittadini -, altrimenti paesi e città perderanno le loro peculiarità storiche e architettoniche”.
 
Il primo atto ufficiale di rivolta contro il nuovo Piano Casa è la delibera del consiglio comunale di Asiago (VI) con la quale il Comune si rifiuta di applicare la legge regionale sostenendo che si consentono ampliamenti e nuove costruzioni in area agricola, trasformazione di ville, casali, stalle e rustici in condomini e la riconversione di alberghi dismessi in condomini in pieno centro storico.
 
Anche il Comune di Cortina d’Ampezzo (BL) si è dichiarato contrario al Piano Casa perché teme che la riconversione selvaggia degli alberghi in residence possa snaturare l’identità urbanistica della città.
 
Marino Zorzato, assessore regionale all’Urbanistica e vicegovernatore, dalle pagine del Mattino di Padova, risponde: “Capisco le loro preoccupazioni in materia di governo dell’urbanistica, ma temo che non abbiano letto bene la legge che non consente nessun aumento delle cubature in zona agricola. Si può intervenire solo con la demolizione dei fabbricati in zona a rischio idrogeologico, ma è una garanzia per tutti. Se dovessero emergere casi clamorosi di speculazione edilizia bloccheremo i cantieri. Nelle campagne la ristrutturazione può essere effettuata solo dal conduttore del fondo agricolo a titolo principale”.
 
E ai sindaci Zorzato lancia una sfida: “Abbiano il coraggio di cancellare dai Prg le aree vincolate a lottizzazione e mai utilizzate su cui fanno pagare l’Imu carissima ai cittadini. Se vogliono recuperare aree agricole ora sanno cosa fare: rivedere i vecchi Prg”.


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