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Ue: la corruzione costa il 40% del valore degli appalti
LAVORI PUBBLICI
Ue: la corruzione costa il 40% del valore degli appalti
Dal rapporto della Commissione Europea emerge che l’Italia ricorre più spesso a procedure senza gara
07/02/2014 - Nelle grandi opere pubbliche la corruzione pesa per il 40% del valore degli appalti. È quanto emerge dal rapporto sulla corruzione elaborato dalla Commissione Europea.
Nel settore degli appalti, che secondo la Commissione rappresenta uno degli ambiti più a rischio, nel 2010 c’è stato un ricorso alle procedure senza gara pari al 14%, contro il 6% di media dell’Unione Europea.
La responsabilità ricade in parte sulla Civit, cioè la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità, che ha il compito di coordinare le politiche anticorruzione a livello nazionale. In base al rapporto Ue, infatti, la Civit non avrebbe la capacità di svolgere i lsuo ruolo perché può contare solo su tre membri e su un organico di supporto di trenta persone frequentemente sostituite.
Allo stesso tempo, il rapporto sottolinea come nella Legge Anticorruzione 190/2012 i compiti di ispezione della Civit sembrano avere una priorità bassa e le manchino dei significativi poteri sanzionatori.
Secondo il rapporto Ue, inoltre, la Legge Anticorruzione lascia irrisolte alcune questioni, come il falso in bilancio, il riciclaggio e il voto di scambio, mentre le misure contro l’abuso d’ufficio sono frammentate.
Ad aggravare la situazione sono, infine, i termini di prescrizione e il sovraccarico dei tribunali, a causa dei quali molti casi di corruzione non vengono puniti.
Il livello di corruzione è più alto in Italia anche nella percezione dei cittadini. Il 97% degli italiani crede infatti che la corruzione sia un problema diffuso, contro una media Ue del 76%.
Nel settore degli appalti, che secondo la Commissione rappresenta uno degli ambiti più a rischio, nel 2010 c’è stato un ricorso alle procedure senza gara pari al 14%, contro il 6% di media dell’Unione Europea.
La responsabilità ricade in parte sulla Civit, cioè la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità, che ha il compito di coordinare le politiche anticorruzione a livello nazionale. In base al rapporto Ue, infatti, la Civit non avrebbe la capacità di svolgere i lsuo ruolo perché può contare solo su tre membri e su un organico di supporto di trenta persone frequentemente sostituite.
Allo stesso tempo, il rapporto sottolinea come nella Legge Anticorruzione 190/2012 i compiti di ispezione della Civit sembrano avere una priorità bassa e le manchino dei significativi poteri sanzionatori.
Secondo il rapporto Ue, inoltre, la Legge Anticorruzione lascia irrisolte alcune questioni, come il falso in bilancio, il riciclaggio e il voto di scambio, mentre le misure contro l’abuso d’ufficio sono frammentate.
Ad aggravare la situazione sono, infine, i termini di prescrizione e il sovraccarico dei tribunali, a causa dei quali molti casi di corruzione non vengono puniti.
Il livello di corruzione è più alto in Italia anche nella percezione dei cittadini. Il 97% degli italiani crede infatti che la corruzione sia un problema diffuso, contro una media Ue del 76%.