Professionisti dei beni culturali, c’è la legge
RISTRUTTURAZIONE
Professionisti dei beni culturali, c’è la legge
In arrivo elenchi nazionali per archeologi, archivisti, bibliotecari, antropologi, restauratori, storici dell'arte
27/06/2014 - È stata approvata dal Senato la proposta di legge in materia di professionisti dei beni culturali.
Il disegno di legge prevede che gli interventi operativi di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sono affidati alla responsabilità e all’attuazione di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologie applicate ai beni culturali, storici dell'arte.
Presso il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo saranno istituiti elenchi nazionali nei quali dovranno iscriversi i professionisti - ad eccezione dei restauratori di beni culturali e dei collaboratori restauratori di beni culturali, per i quali restano ferme le previsioni dell’art. 182 del Dlgs 42/2004 - in possesso dei requisiti.
Questi ultimi saranno individuati con un decreto interministeriale che dovrà essere adottato, previo parere parlamentare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e sentite le associazioni professionali e le organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative.
Gli elenchi devono essere pubblicati nel sito del MIBACT: essi non costituiscono un albo professionale e la non iscrizione negli stessi non preclude la possibilità di esercitare la professione.
“Una legge importante e attesa da tempo nel mondo dei beni culturali” - ha commentato il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. “Sono migliaia i professionisti dei beni culturali che attendevano di veder riconosciuta la propria professione. Questa legge, frutto di un ampio e approfondito confronto con tutte le categorie interessate, risponde pienamente a questa domanda e offre allo Stato uno strumento in più per adempiere ai dettami costituzionali. È indubbio, infatti, che non può esserci piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera quotidianamente” - ha concluso il Ministro.
Il disegno di legge prevede che gli interventi operativi di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sono affidati alla responsabilità e all’attuazione di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologie applicate ai beni culturali, storici dell'arte.
Presso il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo saranno istituiti elenchi nazionali nei quali dovranno iscriversi i professionisti - ad eccezione dei restauratori di beni culturali e dei collaboratori restauratori di beni culturali, per i quali restano ferme le previsioni dell’art. 182 del Dlgs 42/2004 - in possesso dei requisiti.
Questi ultimi saranno individuati con un decreto interministeriale che dovrà essere adottato, previo parere parlamentare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e sentite le associazioni professionali e le organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative.
Gli elenchi devono essere pubblicati nel sito del MIBACT: essi non costituiscono un albo professionale e la non iscrizione negli stessi non preclude la possibilità di esercitare la professione.
“Una legge importante e attesa da tempo nel mondo dei beni culturali” - ha commentato il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. “Sono migliaia i professionisti dei beni culturali che attendevano di veder riconosciuta la propria professione. Questa legge, frutto di un ampio e approfondito confronto con tutte le categorie interessate, risponde pienamente a questa domanda e offre allo Stato uno strumento in più per adempiere ai dettami costituzionali. È indubbio, infatti, che non può esserci piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera quotidianamente” - ha concluso il Ministro.