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Ingegneri, nel 2014 l’occupazione ha ripreso fiato
PROFESSIONE
Ingegneri, nel 2014 l’occupazione ha ripreso fiato
Aumentano le donne ingegnere ma si amplia il gap fra il nord e il sud del Paese
22/07/2015 - Hanno fatto registrare un miglioramento i dati del 2014 relativi all’occupazione degli ingegneri: tra i 693mila laureati in ingegneria il tasso di disoccupazione è sceso al 4,4%, a fronte del 6% dell’anno precedente.
È quanto afferma l’analisi “La condizione occupazionale dei laureati in ingegneria - 2014” del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI).
“L’arresto del calo di occupazione registrato negli ultimi anni - ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI - è una prima inversione di tendenza che salutiamo con soddisfazione. Tuttavia, colpisce negativamente l’ampliarsi del gap fra il nord e il sud del Paese. A pesare non è solo la notevole differenza di occupati, ma anche il numero sensibilmente minore di occupati nell’industria nel sud”.
Gran parte dell’incremento occupazionale degli ingegneri è merito delle regioni centrali del Paese, dove si è passati dal 67,9% del 2013 al 74,9% del 2014. Sempre più drammatica, invece, la situazione al Sud, dove gli occupati continuano a scendere: l’anno passato hanno toccato il 61,8%.
“A mio avviso - ha proseguito Ronsivalle -, il dato si spiega più che con una particolare inclinazione degli ingegneri verso l’attività autonoma, con la perdita di lavoro di molti di essi, a causa della riduzione di personale registratasi nelle aziende in crisi e con una forzata riconversione della propria attività”.
Infine, va segnalato che nel 2014 è aumentato il numero degli ingegneri occupati nelle industrie italiane: circa 191mila contro i 179mila del 2013.
È quanto afferma l’analisi “La condizione occupazionale dei laureati in ingegneria - 2014” del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI).
“L’arresto del calo di occupazione registrato negli ultimi anni - ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI - è una prima inversione di tendenza che salutiamo con soddisfazione. Tuttavia, colpisce negativamente l’ampliarsi del gap fra il nord e il sud del Paese. A pesare non è solo la notevole differenza di occupati, ma anche il numero sensibilmente minore di occupati nell’industria nel sud”.
Gran parte dell’incremento occupazionale degli ingegneri è merito delle regioni centrali del Paese, dove si è passati dal 67,9% del 2013 al 74,9% del 2014. Sempre più drammatica, invece, la situazione al Sud, dove gli occupati continuano a scendere: l’anno passato hanno toccato il 61,8%.
Dal lavoro dipendente alla libera professione
Il documento del Centro Studi CNI mostra un altro dato molto interessante: il progressivo spostamento degli ingegneri dal lavoro dipendente alla libera professione. Dal 2012 al 2014 la quota di ingegneri dipendenti è scesa dal 73,4% al 71,1%. Di riflesso la quota degli autonomi è passata dal 26,6% ad oltre il 28%. Attività autonoma che, in molti casi, continua ad avere la funzione di “ammortizzatore occupazionale” per gli ingegneri espulsi dal comparto del lavoro dipendente.“A mio avviso - ha proseguito Ronsivalle -, il dato si spiega più che con una particolare inclinazione degli ingegneri verso l’attività autonoma, con la perdita di lavoro di molti di essi, a causa della riduzione di personale registratasi nelle aziende in crisi e con una forzata riconversione della propria attività”.
Le donne-ingegnere
Il documento mostra come, tra gli ingegneri italiani, continui inarrestabile la crescita della componente femminile: le donne rappresentano ormai il 17,5% degli ingegneri italiani e sono caratterizzate da un livello occupazionale di circa il 70%. Parlando, invece, di fasce di età, circa un terzo della popolazione ingegneristica è costituito da under 35. La loro condizione occupazionale è sostanzialmente invariata: solo l’1% in più rispetto al 2013 (59% contro 58%).Infine, va segnalato che nel 2014 è aumentato il numero degli ingegneri occupati nelle industrie italiane: circa 191mila contro i 179mila del 2013.