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Casa Italia, dalle ceneri del sisma il nuovo modello di città

Casa Italia, dalle ceneri del sisma il nuovo modello di città

Concluso il primo giro di consultazioni con professionisti, imprese e sindacati

Vedi Aggiornamento del 04/07/2017
Casa Italia, dalle ceneri del sisma il nuovo modello di città
di Paola Mammarella
07/09/2016 - Terremoto come opportunità per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per la crescita delle imprese all’insegna dell’innovazione e per la creazione di un nuovo modello urbanistico sostenibile. Ma anche stabilizzazione ed estensione degli incentivi fiscali per l'adeguamento antisismico o studio di soluzioni alternative più efficaci in grado di stimolare un maggior numero di interventi. In altre parole, nuove regole per il nuovo approccio basato sulla prevenzione.
 
Sono questi, in sintesi, i contributi che professionisti, associazioni imprenditoriali, sindacati, e associazioni hanno dato al Governo durante le consultazioni sul programma Casa Italia.
 

Casa Italia, Architetti: ‘alzare l’obiettivo’

Per Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori "è necessario lanciare un modello di riqualificazione che punti alla sicurezza, alla qualità architettonica e ad un modello Paese che tenga conto dell’innovazione digitale, delle nuove tecnologie, dell’energy technology. Quindi non solo ricostruire case in sicurezza - perciò non come’erano, dov’erano, ma dov’erano meglio di com’erano”.
 
“Vi è poi il tema ben più vasto - ha ricordato - della messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano. Recenti dati del Cresme ricordano che le persone residenti nelle zone a rischio sismico 1 e 2 sono più di 22 milioni, 9 milioni di famiglie. In queste zone si trovano 5 milioni di edifici residenziali e 1 non residenziale. Le abitazioni sono oltre 10 milioni, pari a circa 1 miliardo di m2. Tra il 70 e l’80% di questi edifici è  stato realizzato senza requisiti antisismici, quindi si tratta di intervenire su 4-5 milioni di edifici. Ipotizzando una spesa di 300 euro a m2 , per una seria e completa messa in sicurezza servono 300 miliardi di euro”.
 
Si tratta di un piano almeno ventennale. “Questa potrebbe essere l’occasione per far compiere al settore delle costruzioni un salto in avanti verso l’innovazione: non solo sicurezza ma anche risparmio energetico e smart building (innovazione). Potrebbe essere l’occasione di una nuova politica urbanistica fatta di rigenerazione urbana sostenibile e di contenimento di consumo del suolo con città sicure e inclusive, con bassa produzione di CO2 e forti interconnessioni sul modello delle più avanzate esperienze europee.”
 

Casa Italia, progettazione e incentivi fiscali

La Rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha illustrato il suo Piano di prevenzione del rischio sismico. Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) ha spiegato che il piano propone la semplificazione normativa, incentivi per i cittadini e fascicolo del fabbricato. Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha evidenziato lo screening preventivo sulla vulnerabilità sismica e l’implementazione dei dati sulla sicurezza sismica nella banca dati catastale.

Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi, ha sottolineato il ritardo clamoroso nella realizzazione della carta geologica d’Italia (iniziata nel 1988 ed attualmente nemmeno al 50%) e della microzonazione sismica dei territori. Da Giuseppe Cappochin, presidente del CNAPPC, è stato espresso apprezzamento sul nuovo modello di ‘rigenerazione’ che avvii la realizzazione della ‘città del futuro’ ricostruendo un’immagine unitaria di contesti urbani oggi invece sempre più privi di identità

Gabriele Buia, vicepresidente dell’ANCE, ha insistito sulla centralità della progettazione e la qualificazione degli operatori. Il piano illustrato si basa su quattro punti:  aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza del rischio, introdurre l’obbligatorietà della diagnosi dell’edificio, detrazioni d’imposta per consentire di realizzare gli interventi di adeguamento sismico, adeguamento degli edifici strategici in zona 1 entro dieci anni e di quelli in zona 2 entro vent'anni.

L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) ha consegnato ai rappresentanti del governo un documento intitolato “Un impegno continuativo e tre passi contro le macerie”. Tra i punti suggeriti, la necessità di rispettare le identità locali nel processo di ricostruzione dei luoghi, l'allineamento delle basi informative, la demolizione di tessuti di scarsa qualità, azioni di compensazione ecologica e messa in sicurezza. Nella pianificazione urbanistica e nelle azioni di governo locale deve prevedersi una “struttura urbana primaria” per garantire la permanenza della riconoscibilità identitaria urbana.

Oltre agli edifici pubblici utilizzabili per il ricovero temporaneo degli evacuati, si devono mettere in sicurezza spazi pubblici aperti destinati temporaneamente all’accoglienza degli sfollati. Per la ricostruzione l'INU indica la dimensione degli aggregati edilizi per superare i limiti della frammentazione proprietaria e garantire maggiore efficacia strutturale, risparmi ed economie di scala, la gestione dei cantieri più sostenibile e controllabile. Fondamentale, infine, una campagna di sensibilizzazione per una riappropriazione della consapevolezza dei rischi.

Ha chiesto la stabilizzazione degli incentivi fiscali Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che si è detto soddisfatto per la decisione del Governo di escludere la possibilità che siano introdotti obblighi assicurativi sugli immobili.
 
Si è concentrato sulla necessità di trovare alternative alle misure antisismiche in vigore Giovanni Luciano, segretario confederale CISL. “Bisogna capire - ha affermato - perché il sismabonus 65% è fallito, se il sistema degli incentivi è una strada valida e se per i meno abbienti si può ragionare in termini di finanziamenti a fondo perduto”.
 
Ancora da affrontare, ha fatto notare il segretario generale CGIL, Susanna Camusso, il tema delle risorse e della legislazione, per avere “un quadro che permetta di affrontare le emergenze sempre nello stesso modo”. Altrettanto fondamentali per lo sviluppo di Casa Italia, a suo avviso, le considerazioni sul consumo di suolo e sul riutilizzo del patrimonio edilizio esistente
 
Orizzonti più larghi per Stefano Lenzi, responsabile delle relazioni istituzionali del WWF. “La progettazione - ha sottolineato - deve riguardare sia gli interventi sul singolo edificio sia la riqualificazione urbana e nel momento in cui si fanno gli interventi bisogna che vadano di pari passo con l’efficienza energetica e la rigenerazione urbana”.
 
 
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