Network
Pubblica i tuoi prodotti
Ferrovie dello Stato, 94 miliardi di euro di investimenti in 10 anni

Ferrovie dello Stato, 94 miliardi di euro di investimenti in 10 anni

Presentato il Piano Industriale 2017-2026: integrazione ferrovie-strade, logistica, internazionalizzazione, mobilità integrata, digitale

Vedi Aggiornamento del 02/02/2018
Ferrovie dello Stato, 94 miliardi di euro di investimenti in 10 anni
di Rossella Calabrese
30/09/2016 - Novantaquattro miliardi di euro di investimenti per rendere le Ferrovie dello Stato Italiane un’azienda di mobilità integrata globale e raddoppiare il fatturato in 10 anni. Sono questi gli obiettivi del Piano Industriale 2017-2026 di FS presentato mercoledì nella stazione di Roma Tiburtina dall’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini, assieme alla presidente Gioia Ghezzi, alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.
 
Il Piano si basa su cinque pilastri strategici: integrazione fra le infrastrutture ferroviarie e stradali; sviluppo internazionale; logistica integrata; mobilità integrata; digitalizzazione. I 94 miliardi di euro sono così suddivisi: 73 miliardi per le infrastrutture, 14 per il materiale rotabile e 7 per lo sviluppo tecnologico. Più della metà delle risorse, 58 miliardi sono già disponibili (23 in autofinanziamento e 35 già stanziati nei Contratti di Programma).
 
Il nuovo Piano Industriale stima la crescita dei ricavi dai 9 miliardi previsti a fine 2016 fino ai 17,6 miliardi nel 2026 e un EBIDTA che in 10 anni punta a crescere da 2,3 a 4,6 miliardi di euro. Più del 70% della crescita prevista sarà associata ad azioni che escono dal perimetro attuale di FS, seguendo i cinque pilastri strategici. Tra crescita, integrazioni e nuove acquisizioni, il numero di dipendenti del Gruppo FS Italiane potrà passare dai circa 69.000 attuali a circa 100.000.
 

Integrazione fra le infrastrutture ferroviarie e stradali

È il capitolo di spesa più consistente.  Il Piano prevede investimenti ferroviari per 62 miliardi di euro, di cui 33 per la rete convenzionale, 24 per la rete AV/AC e i Corridoi TEN-T europei e 5 in tecnologie, per:
- Terzo Valico, Galleria di base del Brennero e Torino-Lione per completare la parte italiana dei quattro Corridoi TEN-T che attraversano il nostro Paese e collegano le regioni europee più densamente popolate e a maggior vocazione industriale e produttiva;
- Milano-Venezia AV/AC che a dicembre farà un passo in avanti con l’attivazione commerciale della tratta Treviglio-Brescia;
- potenziamenti  infrastrutturali e tecnologici nei nodi urbani delle grandi città (Milano, Genova, Firenze, Roma) per aumentare la capacità di traffico e quindi il numero di treni nelle ore di punta;
- l’apertura dei cantieri della linea AV/AC Napoli-Bari, oltre 6 miliardi di euro per connettere due aree che raggiungono una quota di oltre il 40% della produzione di mercato nel Meridione;
- la direttrice Palermo-Catania-Messina;
- le velocizzazioni della direttrice Adriatica, tra Bologna, Bari e Lecce (conclusione lavori nel 2018), con un risparmio complessivo di tempo di circa un’ora, e della Salerno-Reggio Calabria, grazie all’upgrade tecnologico e al miglioramento del tracciato ferroviario;
- le sinergie con i principali porti italiani, i poli retroportuali e logistici;
- il rafforzamento dei collegamenti fra la rete nazionale e i raccordi ferroviari dei principali stabilimenti produttivi presenti sul territorio.
 
L’ottimizzazione dei trasporti sarà perseguita anche attraverso l’integrazione nella rete nazionale RFI (oltre 16.700 km) delle ex ferrovie concesse, più di 2.500 km di binari (su 3.500 totali) per ottenere maggiore capillarità del servizio ferroviario, in ottica point-to-point; maggiore efficienza, grazie a una gestione unica della rete ferroviaria nazionale; nuovi percorsi con riduzioni dei tempi di percorrenza e soprattutto maggiore sicurezza, garantita dagli elevati standard tecnologici adottati da Rete Ferroviaria Italiana.
 

La sinergia con ANAS

Nel capitolo infrastrutture rientra anche l’operazione ANAS. Non operare come due organizzazioni distinte nella progettazione e realizzazione delle opere permetterà scambio di idee e sinergie utili per una politica sistemica nello sviluppo dei collegamenti del nostro Paese, creando un soggetto efficiente ed efficace anche nella gestione delle gare e dei progetti di investimento.
 
In una prima fase, le sinergie consisteranno proprio in una visione comune degli investimenti in infrastrutture stradali e ferroviarie e nella razionalizzazione dei costi, che potrà portare 400 milioni di risparmi. Fondamentale, poi, l’uso delle tecnologie che RFI ha installato sulla propria rete per sviluppare le strade intelligenti di domani: infrastrutture come ad esempio le eHighway svedesi che grazie a sistemi di segnalamento, comunicazione, sicurezza, possono ospitare mezzi elettrificati, con bassi costi ambientali ed economici.
 
Gli investimenti previsti per ANAS sono 15,5 miliardi di euro che, uniti a quelli per la rete ferroviaria, portano a oltre 78 miliardi la quota totale per le infrastrutture. L’incremento complessivo della spesa annua in investimenti genererà oltre 21mila nuovi posti di lavoro, soprattutto tra le aziende appaltatrici.
 

Le stazioni

Completano il quadro le stazioni, collegamento tra il livello delle infrastrutture e quello del trasporto, che si trasformano in un luogo da vivere, dove fermarsi a svolgere attività quotidiane come ritirare un pacco o pagare una bolletta, trasformando l’eventuale attesa in un tempo impiegato proficuamente.
 

Espansione internazionale

Oggi le attività all’estero di FS costituiscono il 13% dei ricavi complessivi, l’obiettivo è raggiungere il 23% nel 2026. Questa crescita si svilupperà seguendo tre principali linee: proporsi come General Contractor per realizzare ferrovie soprattutto in Paesi con forti gap infrastrutturali, in Medio Oriente India e Sud Est Asiatico, Americhe e Africa. Il secondo punto mira alla crescita dei servizi ferroviari a mercato all’estero. Trenitalia può esportare l’altissima qualità di viaggio che oggi offre sul sistema AV in altri Paesi: Francia, Slovenia, Serbia, Svizzera, Belgio, Germania, Grecia, Gran Bretagna, il tutto grazie anche alla liberalizzazione dello spazio ferroviario europeo prevista a partire dal 2020. L’ultimo segmento riguarda lo sviluppo internazionale del TPL, al fine di trovare opportunità di integrazione modale ferro/gomma per il trasporto passeggeri nelle città servite dalle opere infrastrutturali realizzate dal Gruppo.
 

Logistica integrata

Per il trasporto delle merci sono previsti investimenti per 1,5 miliardi di euro (di cui 1,1 per il materiale rotabile, 300 per terminal e logistica e 100 per ICT) e ricavi per 2,1 miliardi nel 2026 (è 1 miliardo nel 2016). È prevista la creazione di un polo unico della logistica, la nuova Mercitalia, la ristrutturazione delle attività cargo e la razionalizzazione degli operatori merci attivi nel Gruppo.
 

Mobilità integrata per i viaggiatori

FS Italiane si propone di dare una risposta unica e semplice alle diverse esigenze di mobilità, presentandosi come punto di accesso alla mobilità collettiva. Attualmente l’80% delle persone si sposta con mezzi privati, il 15% utilizzando altre modalità condivise e pubbliche (TPL delle grandi città) e solo il 5,2% con i servizi ferroviari. Per il riequilibrio verso soluzioni di trasporto collettivo, la gomma pubblica avrà un ruolo chiave: FS punta a salire dal 6% di market share del 2015 al 25% nel 2026. L’obiettivo principale è il mercato TPL, acquisendo operatori strategici.
 
Per quanto riguarda il trasporto a media e lunga percorrenza, l’obiettivo è quello di mantenere gli altissimi livelli qualitativi raggiunti, estendendo tali standard a tutta la flotta grazie anche al completamento della consegna dei Frecciarossa 1000. Sono 34 su 50 i treni circolanti oggi: ogni ulteriore nuovo ETR 1000 consegnato permetterà di utilizzare i materiali ETR 500 ed ETR 480 su altre linee e di innalzare così anche la qualità di tutte le tipologie di prodotto, Intercity inclusi.
 
Sul fronte del trasporto regionale, è stato già firmato l’accordo quadro da circa 4 miliardi per la fornitura di 450 nuovi treni regionali ai quali si aggiungeranno 50 diesel. Le stime prevedono un incremento complessivo della quota di posti/km tra l’8 e il 10% entro il 2026. Busitalia, l’azienda di trasporto su gomma del Gruppo FS, prevede l’arrivo di 3.000 nuovi bus per aggredire in maniera decisa il mercato della lunga distanza, recentemente liberalizzato, e la sua clientela che privilegia il basso costo del biglietto alla durata del viaggio.
 
Infine, il FrecciaLink prolungherà l’esperienza dell’AV con nuovi collegamenti nazionali (Gorizia-Udine, Bergamo-Milano) e internazionali (Torino-Ginevra, Milano-Monaco) che si aggiungeranno a quelli già esistenti (Siena-Firenze, L’Aquila-Roma Tiburtina, Perugia-Firenze, Matera-Potenza-Salerno). Per facilitare l’utilizzo dei mezzi collettivi, ci saranno 30mila nuovi parcheggi di interscambio nel 2026.
 

Nuova digital travel experience

FS inviterà i clienti ad adottare una nuova travel philosophy, offrendo loro comodi strumenti che li accompagnino in tutto il viaggio, fornendo soluzioni in tempo reale per spostarsi in Italia e all’estero: ad esempio, un journey planner utile fin dalla programmazione del viaggio, e presente fino alla sua conclusione, capace di modificare le scelte fatte laddove si renda necessario. L’obiettivo è una Extended Customer Experience contraddistinta da servizi come, il travel companion, l’indoor mapping di stazione, il portafoglio elettronico, le notifiche sui ritardi, la video chat e il social seating.
 
Le più lette