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Architetti: ‘il progetto è indispensabile per la qualità delle città’

Architetti: ‘il progetto è indispensabile per la qualità delle città’

La Conferenza Nazionale sull’Architettura propone di ripensare la professione per renderla più aderente alle richieste del mercato

Vedi Aggiornamento del 04/11/2019
Architetti: ‘il progetto è indispensabile per la qualità delle città’
di Paola Mammarella
28/04/2017 - Progetto di architettura per cogliere le trasformazioni delle città. Ma anche riforma profonda della professione di partendo da un tavolo di lavoro tra professionisti, Università e Ministero dell’istruzione.
 
Sono gli obiettivi emersi a Roma durante la Conferenza Nazionale sull’Architettura, organizzata dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) in collaborazione con il gruppo Operativo Università della Conferenza nazionale degli Ordini, e dalla Conferenza Universitaria Italiana di Architettura (CUIA).
 

Il progetto di architettura e il cambiamento delle città

Partendo dal presupposto che i cambiamenti della società e le situazioni di crisi trasformano il territorio e gli insediamenti urbani, la Conferenza Nazionale ha messo in luce il bisogno che i professionisti sappiano interpretare queste variazioni proponendo il riuso e la rigenerazione degli edifici, delle città e del paesaggio.
 
Alla base di tutto c’è, sostiene la Conferenza nazionale, il progetto di architettura, cioè lo strumento indispensabile per cogliere le nuove sfide della qualità delle città e della vita urbana, della società multietnica, della nuova responsabilità ambientale e sociale, dei nuovi bisogni di conoscenza, progettazione e gestione che la rivoluzione digitale impone.
 
Secondo la Conferenza Nazionale è necessario infatti produrre una nuova qualità architettonica indirizzando verso un “nuovo rinascimento” la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale italiano, architettonico, paesaggistico, urbano e monumentale.
 

Come dovrebbe cambiare la professione di architetto

Per creare queste condizioni è necessaria una nuova e più intensa integrazione fra formazione, ricerca e professione.
 
Per coordinare le iniziative ed evitare interventi frammentati, durante la Conferenza Nazionale è stato proposto un Open Day unico nazionale, cioè una settimana durante la quale il sistema ordinistico e le Università organizzino eventi ed incontri per l’orientamento pre-universitario, in modo da stimolare conoscenza, consapevolezza e motivazioni.
 
Con lo stesso obiettivo, la Conferenza Nazionale ha proposto la valorizzazione dei Comitati di indirizzi per realizzare la programmazione dei percorsi formativi in linea con i profili professionali richiesti dal mercato.
 
Oltre al ripensamento di tutta la fase del percorso di studi, la Conferenza Nazionale ha definito ormai superato l’Esame di Stato così come strutturato attualmente, dal momento che non è preceduto da un adeguato tirocinio professionale post laurea e non riesce a verificare le capacità e le conoscenze acquisite.
 
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