Emergenza residui a Custonaci, il distretto del marmo in provincia di Trapani. Le 300 aziende che, con 3.500 addetti (ed altrettanti nell’indotto), lavorano ogni anno 330-350 mila tonnellate di marmi pregiati, pari al 15% della produzione italiana, e per l’80% esportati nel mondo, chiedono l’intervento della Regione per affrontare la questione rifiuti.
Dopo la chiusura dell’ultima discarica pubblica, quella di Mafi, nel comune di Valderice, e l’emanazione di un’ordinanza del ministero dell’Ambiente che sospende il rilascio delle autorizzazioni all’apertura di nuovi impianti fino alla predisposizione del piano dei rifiuti da parte della Regione siciliana (decreto Ronchi), la situazione è peggiorata. Senza le discariche, le aziende sono costrette a stoccare, anche se temporaneamente, i residui (circa 120mila metri cubi ogni anno, senza contare i fanghi) nei loro stabilimenti, con un aggravio delle spese. Per questo il presidente dell’Associazione delle industrie marmifere della provincia di Trapani, Salvatore Castiglione, chiede “uno stralcio del piano regionale dei rifiuti industriali. Questo – dice – è ciò che deve fare il prossimo governo regionale, poi, con calma, porteremo avanti soluzioni per il recupero d’inerti e fanghi”.
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