16/10/2003 - Porto Cervo. Mariano Magnabosco, presidente del Consiglio Nazionale dei periti industriali, ha illustrato ai delegati riuniti a Porto Cervo, i punti salienti di una proposta di riforma che ancora stenta a decollare: l’apertura degli Ordini alle regole del mercato e della libera circolazione nell’Unione.
Lo stesso Magnabosco ha sottolineato che già si possono osservare i segni di un cambiamento nella riforma universitaria, che ha trasformato i Periti industriali in laureati di primo livello.
Ma lo strumento su cui bisogna operare in maniera più decisiva affinché la trasformazione avvenga è il Dpr 328/01; già dopo la riforma universitaria, questo documento ha rivisitato i titoli, le modalità dell’esame di Stato e la struttura degli Albi, cercando di suddividere le competenze dei professionisti, con lauree triennali e specialistiche.
Due ancora le principali strade di intervento sul Dpr 328: la creazione di un’area di laureati triennali nel settore tecnico e l’eliminazione della sezione B degli albi professionali degli Ordini di ingegneri, chimici e in parte architetti. Questo secondo punto comporterebbe, più nello specifico, la possibilità per i laureati triennali in ingegneria, chimica e in parte architettura di confluire negli elenchi dei periti industriali, dei geometri, dei periti agrari.
Giuseppe De Rita, presidente del Censis, ha sottolineato, nel suo profilo sul futuro del mondo professionale, che l’intento è quello di creare accorpamenti, vere e proprie famiglie professionali; ma ha anche espresso la sua perplessità riguardo all’adozione in toto del sistema 3+2 utilizzato in gran parte dell’Europa, ma che a suo parere potrebbe rivelarsi fallimentare senza una disciplina inequivocabile sul tirocinio.
Per ora si continua a lavorare aspettando nuove proposte.
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