Ponte sullo Stretto: respinto ricorso degli ambientalisti
LAVORI PUBBLICI
Ponte sullo Stretto: respinto ricorso degli ambientalisti
Una sentenza del Consiglio di Stato conferma la pronuncia del Tar Lazio: la procedura di approvazione dell’opera è corretta
01/09/2005 - La delibera del Cipe - Comitato interministeriale per la programmazione economica – 1° agosto 2003 che approva il progetto preliminare del Ponte sullo Stretto di Messina è legittima. È quanto ha deciso il Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 3917 del 22 luglio scorso, respinge i ricorsi degli ambientalisti contro la realizzazione dell’opera.
Per WWF, Legambiente e Italia Nostra si tratta del secondo “no”. La decisione di rivolgersi al Consiglio di Stato è stata infatti consequenziale alla risposta negativa ricevuta lo scorso anno dal Tar Lazio cui le associazioni ambientaliste si erano rivolte per chiedere l’annullamento della delibera con cui il Cipe nell’agosto del 2003 approvava il progetto preliminare per la realizzazione del Ponte.
In particolare, gli ambientalisti contestavano la violazione della normativa in tema di tutela dell’ambiente alla luce di gravi carenze nella valutazione dell’impatto ambientale dell’opera e nella normativa relativa ai lavori pubblici. Nonché lacune del progetto relativamente agli studi sismici e di geotettonica e alla valutazione della sostenibilità economica.
Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto, il Consiglio di Stato spiega che le incidenze su un sito di interesse comunitario devono essere “significative”, e solo l’Autorità amministrativa (ovvero la Commissione Via) può pronunciarsi sul carattere significativo di tale incidenza. A meno che la valutazione non sia palesemente irrazionale. Ma nel caso in questione – argomenta il Consiglio di Stato nella sentenza – l’esclusione di una valutazione di incidenza significativa è frutto di una “esatta rappresentazione delle risultanze di fatto” e di un “livello di approfondimento adeguato”.
Il contrasto con la normativa europea deriverebbe secondo le associazioni ambientaliste dalla sottoposizione alla procedura di Via del progetto preliminare che determinerebbe la sottrazione alla Via del progetto definitivo. Contrariamente, nei lavori tradizionali il controllo dell’impatto ambientale viene svolto sul progetto definitivo. Per rispondere a tale osservazione il Consiglio di Stato è ricorso al decreto 190/2002 che delineerebbe (art. 3, comma 3 ed art. 4) un particolare percorso secondo il quale la valutazione della Via sul progetto preliminare anziché su quello definitivo sarebbe lecita.
La conclusione: "il complesso quadro normativo consente di delineare un sistema compatibile con i principi comunitari e rispettoso delle esigenze anche contrapposte, coinvolte nel procedimento, nonchè dei lavori ambientali".
Ma le associazioni ambientaliste non si arrendono e rendono noto che continueranno a chiedere, sia davanti alla Commissione Europea sia in sede penale, le dovute verifiche sulle procedure che hanno portato all'approvazione del progetto del Ponte.