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Interdizione dalle gare per le imprese irregolari

Interdizione dalle gare per le imprese irregolari

È una delle proposte dell’Unitel in materia di sicurezza sul lavoro

Vedi Aggiornamento del 12/12/2008
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 12/12/2008
31/12/2007 - Divieto di partecipazione a gare di appalto bandite da Pubbliche Amministrazioni per le imprese responsabili di violazioni delle norme sulla sicurezza. Istituzione di una “Authority” regionale con poteri di controllo, consulenza per la prevenzione e protezione dei lavoratori in tutti i settori, e che abbia anche funzioni di concertazione in ambiti istituzionali e di promozione di protocolli d’intesa con le parti sociali. Sono solo due delle proposte che l’Unitel (Unione nazionale italiana tecnici enti locali) ha presentato al Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, come contributo per il miglioramento della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il documento messo a punto da Giuseppe Larosa illustra le altre proposte, alcune delle quali riguardano la formazione dei lavoratori: dall’inserimento della sicurezza nei programmi delle scuole dell’obbligo ai corsi di formazione gratuiti e obbligatori per i lavoratori stranieri, al fine di promuovere la cultura della responsabilizzazione soggettiva, che latita specialmente nei cantieri edili. È necessaria – secondo l’Unitel – l’uniformità interpretativa delle disposizioni legislative concernenti le aziende ed i supporti professionali aziendali (ora inesistente nel variegato “sistema Ausl” e nel diversificato “sistema Regioni”). Viene inoltre suggerita la suddivisione delle competenze tra i tecnici operanti negli Enti Locali ed l’integrazione organica delle funzioni ispettive in ambito istituzionale, come già stabilito dalla legge delega, nonché una corretta incentivazione ai fini economici per chi ha responsabilità di controllo e di procedimento. Parallelamente occorre definire le funzioni dei soggetti coinvolti (dal datore di lavoro fino al lavoratore) e stabilire che le valutazioni dei programmi e dei piani coordinati di sicurezza siano a cura di soggetti esterni e non interessati alle lavorazioni. Infine, alle attività riconosciute come “particolarmente pericolose” non devono essere applicate le “procedure standardizzate”.
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