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Rinnovabili, nucleare, riqualificazione edifici, quartieri ecologici
URBANISTICA
Rinnovabili, nucleare, riqualificazione edifici, quartieri ecologici
Il Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ha illustrato alla Camera il programma del suo dicastero
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del 22/10/2009
03/07/2008 - Sviluppo delle fonti rinnovabili e del nucleare, ridefinizione degli impegni di Kyoto, incentivi all’utilizzo di gas e carbone pulito, riqualificazione del patrimonio edilizio, realizzazione di quartieri ecologici, riduzione delle tasse per chi risparmia energia e non inquina.
Sono stati questi i punti fondamentali dell’intervento del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo , in Commissione Ambiente alla Camera.
Presupposto fondamentale per affrontare con efficacia la questione ambientale è - secondo il Ministro - il “passaggio dall’ambientalismo ideologico all’ambientalismo liberale”, cioè da un’economia che “vede la tutela dell’ambiente come gravame collaterale, all’economia che considera l’ambiente come snodo fondamentale, risorsa, e anche business, della società del futuro.”
Perché l’ambiente del nostro Paese - irripetibile e non replicabile mix di natura, storia, cultura - è la principale risorsa dell’Italia, è intenzione del Governo difendere e valorizzare al massimo questa risorsa e promuovere una politica ambientale che coniughi tutela e sviluppo, che consenta di difendere l’ecosistema e permetta di realizzare quegli interventi infrastrutturali e nel campo dell’energia di cui il Paese ha bisogno.
Per l’Italia - ha affermato Stefania Prestigiacomo - le fonti rinnovabili sono una necessità, non solo nel senso dell’utilizzo ma anche del potenziamento della produzione di materiali e tecnologie, e questa sfida può e deve essere raccolta e sostenuta soprattutto nel mezzogiorno. Ma la politica energetica del Governo punta anche sul nucleare, un’energia pulita, che non produce gas serra, che è ampiamente usata da tutti i nostri concorrenti europei e mondiali. L’obiettivo nel medio periodo è quello di arrivare al 25% di rinnovabili e ad un altro 25% di nucleare, lasciando il restante 50% ai combustibili fossili. Naturalmente - ha assicurato il Ministro - il ritorno al nucleare si svolgerà con le massime garanzie e con i massimi controlli, nei tempi che la complessità di tale programma richiede.
Punto fondamentale per passare da un modello di sviluppo incentrato sulla mera crescita economica ad un altro modello incentrato sullo sviluppo sostenibile è, secondo il Ministro, spostare gradualmente la tassazione dai redditi dei cittadini alle condotte dannose per l’ambiente, consentendo a privati e imprese di orientare le loro scelte verso comportamenti più virtuosi. Le attività da considerare in modo critico nel quadro della nuova tassazione ambientale sono quelle legate all’utilizzo intensivo del carbone, all’estrazione del petrolio, allo sfruttamento delle foreste, alla produzione degli oggetti usa e getta, alla produzione di automobili ad alta emissione di CO2.
Per quanto riguarda il protocollo di Kyoto , il Ministro ritiene che la ripartizione degli impegni di riduzione non ha riflesso a suo tempo le “circostanze nazionali” ma è stato il risultato di un accordo politico che ha finito per penalizzare il nostro paese rispetto ad altri che avevano un carico inquinante più pesante del nostro. Di conseguenza, il Governo si impegnerà affinché le quote di riduzione per il periodo 2012-2020 siano definite con criteri più equi e meno penalizzanti per il nostro sistema economico.
Tornando alle fonti energetiche, il Ministro ha annunciato l’intenzione del Governo di incentivare l’utilizzo del gas e, quindi, di realizzare i rigassificatori, e di promuovere la diversificazione dei combustibili, anche ricorrendo al carbone pulito. Ovviamente - ha ammesso - “non c’è decisione, anche la più “ecologica” che non abbia un peso sull’ambiente”; è necessario quindi trovare un’intesa con i territori, “anche attraverso una strategia incentivante”.
Poiché il rispetto dei parametri di Kyoto riguarda il sistema dei trasporti e gli stili di vita urbani, occorre ripensare le città, per migliorarne la qualità dell’aria privilegiando un approccio integrato alle politiche di sviluppo urbano (trasporti pubblici, mobilità sostenibile e logistica, efficienza energetica, qualità architettonica e edilizia sostenibile).
Con la riqualificazione dell’edilizia si possono ridurre non solo le emissioni di CO2, ma anche degli ossidi di azoto (NOx) che sono i precursori delle “polveri sottili”; per questi motivi il risparmio energetico nel comparto civile è considerato dal Governo un’area prioritaria di intervento.
“ Sono di imminente emanazione - ha poi annunciato Stefania Prestigiacomo - le linee guida per la certificazione energetica degli edifici ”. Inoltre, il Governo intende garantire la continuità della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
“ Sono di imminente emanazione - ha poi annunciato Stefania Prestigiacomo - le linee guida per la certificazione energetica degli edifici ”. Inoltre, il Governo intende garantire la continuità della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
Sempre sul fronte dell’edilizia, il Ministro proporrà la realizzazione di “un quartiere ecologico in ogni grande città italiana entro il 2020” ispirato al quartiere Vauban di Friburgo; questi quartieri potrebbero sorgere nelle aree militari dismesse che spesso, nelle città italiane, si trovano in zone urbanistiche di pregio. “Sarebbe una sfida vincente per le amministrazioni e le comunità locali - ha detto Prestigiacomo - se si riuscisse a trasformare questa opportunità di dismissione in una opportunità di realizzazione di aree e quartieri ecologicamente corretti e ad impatto tendenziale zero.”
Gli altri punti del programma del Ministero riguardano la predisposizione di un “Piano nazionale di bonifiche” per risanare i siti inquinati e riqualificare le aree industriali dismesse , la valorizzazione delle aree protette , delle riserve marine e dei parchi, le misure preventive e di mitigazione degli effetti delle variazioni climatiche sull’utilizzo e l’assetto del territorio.
Infine, un riferimento alla normativa ambientale: i programmi e gli obiettivi - ha spiegato il Ministro - hanno bisogno di strumenti normativi adeguati, ma in Italia, nonostante i numerosi interventi, esiste ancora oggi una forte ipertrofia legislativa che determina un quadro normativo complesso e disorganico; occorrerà quindi intervenire sul Codice ambientale , anche per riportare la normativa italiana nell’alveo europeo.
Tornando sul tema della fiscalità ambientale , Stefania Prestigiacomo ha concluso l’audizione illustrando il modello del Governo, che prevede la riduzione delle imposte per chi risparmia energia e non inquina e, al contrario, l’aumento dell’imposizione per chi non risparmia energia e inquina. Per valorizzare l’ambiente come bene economico, occorre favorire lo sviluppo delle imprese che si specializzano nella difesa dell’ambiente attraverso la costruzione dei termovalorizzatori e degli impianti per la depurazione delle acque e per la produzione di energie rinnovabili.