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Congresso nazionale ingegneri: rispolverati i minimi tariffari
PROFESSIONE
Congresso nazionale ingegneri: rispolverati i minimi tariffari
L'annuncio del viceministro Castelli. Tra i temi del Congresso sostenibilità ambientale ed etica della responsabilità
16/09/2008 - I minimi tariffari potrebbero ritornare nella normativa italiana sulle professioni. Lo ha affermato il Sottosegretario alle infrastrutture, Roberto Castelli, intervenendo al 53° congresso nazionale degli ingegneri che si è concluso venerdì scorso a La Spezia.
La tariffa minima degli ingegneri - secondo Castelli - era garanzia di qualità per gli utenti e “noi la difendevamo ieri e la difendiamo oggi. Non siamo favorevoli a una 'riserva di caccia', ma la concorrenza si fa sulla qualità e non sul ribasso a tutti i costi” - ha concluso Castelli annunciando che ne parlerà quanto prima al ministro della Giustizia Angelino Alfano.
Nell’appuntamento di quest’anno, gli ingegneri hanno affrontato il tema “Costituzione, etica e cultura della responsabilità” e hanno ragionato sulla sostenibilità ambientale.
E proprio la sfida della sostenibilità - è stato sottolineato nel corso della quattro giorni spezzina e sintetizzato nella mozione congressuale - sta suscitando “problemi sistemici” che richiedono un radicale cambiamento di rotta dei modelli economici e degli odierni stili di vita altamente energivori. Una sfida che si configura non solo come un problema politico e tecnico-scientifico ma anche etico culturale.
Gli ingegneri si sono confrontati con la necessità, intervenuta negli ultimi decenni, di doversi misurare con il rapido moltiplicarsi di problematiche che, nell’applicazione pratica, hanno visto enormemente dilatare la sfera degli interessi superiori della collettività. Così la responsabilità, fino a qualche decennio fa confinata entro la specifica opera commissionata da enti pubblici o privati, ha finito per riguardare anche la contestualizzazione di ogni soluzione ingegneristica in campo civile, industriale ed oggi anche nel campo dell’informazione.
Di conseguenza, la professione ingegneristica deve uscire dai confini della semplice progettazione ed esecuzione dell’opera per avventurarsi nel dibattito sulle prassi di governance, che non possono più consistere nell’individuazione delle soluzioni ottimali presentate da tecnologi e deliberate da politici, ma devono essere scaturire da “processi dialettici allargati” volti a favorire la convergenza del consenso fra vari attori sociali e istituzionali.
Tra i propositi per il futuro - dichiarati nella mozione congressuale - vi è la promozione del ruolo strategico dell’ingegnere nella società, in particolare per le problematiche etiche ed ambientali, attraverso l’assunzione, da parte del CNI, del ruolo di promotore di un Comitato Nazionale di Etica Ambientale in affiancamento al Comitato Nazionale di Bioetica.
Gli Ordini Provinciali si sono impegnati ad avviare contatti con le Facoltà di Ingegneria per favorire l’aumento, in Italia, del numero di insegnamenti di etica ambientale, oggi già attivi in una decina di atenei.
Infine, il CNI metterà a punto il Codice di condotta etico e la Carta di Qualità del Servizio Professionale di cui agli art. 26 e 37 della direttiva UE 2006/123/UE.