20/10/2008 - Sono in fase di attuazione le misure del Governo per contrastare la crisi edilizia provocata dal caro materiali. Durante la riunione numero 23 del Consiglio dei Ministri, tenuta lo scorso venerdì 17 ottobre a Palazzo Chigi, è stata approvata la bozza di Decreto Legge proposta dal Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Altero Matteoli. Il decreto si prefigge il riequilibrio dei rapporti contrattuali tra stazioni appaltanti e imprese nel caso di rilevanti e repentine variazioni percentuali del prezzo dei materiali da costruzione, in modo da evitare il blocco di opere infrastrutturali considerate strategiche per lo sviluppo del Paese e la pesante ricaduta in termini occupazionali.
Il Ministro Matteoli, spinto dalle preoccupazioni delle associazioni di settore, si era già attivato per l’ottenimento di finanziamenti a tasso agevolato dalla Banca Centrale Europea. Sono infatti a rischio molte grandi opere in corso di realizzazione da parte di Anas e gruppo Ferrovie dello Stato, come i valichi del Brennero e del Frejus, l’autostrada Milano Verona, l’ampliamento delle metro a Roma e Napoli e diversi lotti della Salerno - Reggio Calabria.
Secondo le eleborazioni effettuate da Cresme, Ance e Omi il settore edilizio sta vivendo una fase di arresto, che potrebbe aggravarsi a causa dei tagli del 14,2% previsti per gli stanziamenti del prossimo anno. Sia i costruttori che i Comuni hanno quindi chiesto misure di compensazione, come la velocizzazione per il rimborso dell’Ici, l’utilizzo di entrate straordinarie derivate dalle dismissioni immobiliari e l’istituzione di un fondo supportato dalla Cassa Depositi e Prestiti per garantire le linee di credito e mantenere a livelli sopportabili i tassi di interesse.
Importante per Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, un intervento pubblico che affianchi il ricorso alla finanza privata per il sostegno al settore edilizio, elemento trainante per il Pil e l’occupazione del Paese.
Dopo gli aggiustamenti estivi, ottenuti con il Decreto del 24 luglio 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 181 del 4 agosto 2008, che hanno tenuto in considerazione gli aumenti del 13,9% registrati nel 2007 (
leggi tutto), le associazioni di settore non si ritengono soddisfatte della bozza attuale, per cui le imprese continueranno a chiudere i cantieri se non potranno rientrare dei costi sostenuti con gli appalti.
Secondo le stime effettuate sono a rischio opere per 9,5 miliardi di euro. Un problema dovuto al boom di materiali come acciaio, ferro, cemento, bitume e inerti. Tra i cantieri coinvolti appare la metropolitana di Brescia, per la quale sono avvenuti aumenti del 204% per l’acciaio piombino, del 266% per l’acciaio profilato, del 45% per il cemento, 77% per il gasolio e 68% per il bitume. A rischio anche il Quadrilatero Umbria - Marche.
Il Decreto prevede un indennizzo se l’aumento del prezzo del materiale supera del 10% quello fatto dall’impresa costruttrice in fase di offerta. Le compensazioni riguardano i lavori eseguiti e contabilizzati nel 2008, mentre restano scoperti quelli realizzati negli anni precedenti, per cui rimane in vigore il meccanismo di rilevazione annuale legata ad aumenti imprevisti e straordinari. Alle stazioni appaltanti è chiesto di trovare le risorse per l’indennizzo nei quadri economici di ogni singola opera o di attingere ai fondi Fas per le aree svantaggiate. Una possibilità riservata alle Amministrazioni Statali che esclude gli enti locali e non considera l’indennizzo stabile, legato alle materie non direttamente impiegate per la costruzione, ma fondamentali per i lavori. Come ad esempio il petrolio.