Piano Casa: attesa per le norme attuative
NORMATIVA
Piano Casa: attesa per le norme attuative
In via di definizione il Dpcm con le modalità operative del programma straordinario di edilizia residenziale
21/10/2008 - Scade oggi il termine per l’emanazione del DPCM che definisce le modalità operative del Piano Casa. Tale termine è previsto dall’art. 11 della legge n. 133 del 6 agosto 2008 di conversione del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 che disciplina il Piano di edilizia residenziale che il Governo intende attuare per incrementare l’offerta di abitazioni.
La bozza di DPCM diffusa nelle scorse settimane prevede un finanziamento statale fino al 30% per gli alloggi da affittare a canone sostenibile, anche trasformabile in riscatto; un contributo extra di 10.000 euro se gli alloggi conseguono un fabbisogno energetico inferiore del 50% rispetto a quello richiesto dal Dlgs 192/2005; l’obbligo di locazione per almeno 25 anni ad un canone non superiore al 70% del canone concordato.
Il Dpcm destina 150 milioni di euro ad un sistema integrato di fondi immobiliari e istituisce un apposito Fondo nazionale (del quale non è ancora stata definita la dotazione finanziaria) nel quale confluiranno le risorse di cui all’art. 1 comma 1154 della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), agli articoli 21, 21-bis, ad eccezione di quelle già impegnate dagli enti destinatari; nel Fondo confluiscono, inoltre, le risorse di cui all’art. 41 del DL 159/2007 , convertito nella Legge 222/2007 .
Il contributo statale - per un ammontare massimo del 30% del costo di realizzazione, acquisizione o recupero degli alloggi destinati alla locazione a canone sostenibile, anche trasformabile in riscatto - può essere concesso alle tipologie ricadenti nelle linee di intervento di cui alle lettere da b) ad e). Qualora gli alloggi conseguano un indice di prestazione energetica inferiore del 50% rispetto a quello richiesto dal Dlgs 192/2005 , sarà riconosciuto un ulteriore contributo fino a 10mila euro. Gli alloggi che hanno beneficiato del contributo dovranno essere dati in locazione per almeno 25 anni ad un canone non superiore al 70% del canone concordato ( leggi tutto ).
Del Piano Casa si è parlato anche sabato scorso durante il convegno sul tema “Infrastrutture e politiche abitative: le nuove sfide in uno scenario che cambia” organizzato dall’ Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) nell’ambito del SAIE di Bologna, per presentare gli ultimi risultati dell’Osservatorio congiunturale.
Il Vicepresidente Ance, Giorgio Gallesio , ha ricordato che, secondo le stime dell’Associazione, il Piano Casa attiverà 17 miliardi di euro tra risorse pubbliche e risorse private, che consentiranno la realizzazione di 100.000 case. Secondo l’Ance, infatti, il numero di alloggi realizzabili con il Piano Casa potrebbe aumentare dai 20mila annunciati dal Governo fino a 100-110 mila unità, a condizione che ci sia la disponibilità di aree a basso costo, sulle quali realizzare sia abitazioni da destinare all’affitto a canone sostenibile sia alloggi da mettere in vendita sul libero mercato ( leggi tutto ).
All’incontro è intervenuto il sottosegretario alle Infrastrutture, con delega alle politiche abitative, Mario Mantovani , che ha sottolineato il fatto che il Piano avviato dal Governo Prodi assegnava le risorse (550 milioni di euro) solo in base al numero di abitanti, mentre il nuovo Piano Casa tiene conto dei bisogni delle singole città e coinvolge capitali privati. Il Dpcm - ha affermato Mantovani - ha già ottenuto l’ok dei Comuni, mentre incontra resistenze da parte delle Regioni che - ha concluso - “non si siedono al tavolo”.
Paolo Buzzetti , Presidente Ance, ha concluso l’incontro chiedendo al Governo aiuti alle PMI edili, come è stato fatto per le banche, per fronteggiare la crisi finanziaria, e la definizione di regole certe per la partecipazione al Piano Casa dei Fondi e delle Fondazioni.
Al convegno hanno partecipato anche il presidente della commissione Finanze del Senato Mario Baldassarri , il vicepresidente della commissione Lavoro del Senato Tiziano Treu , l’assessore alla mobilità della Regione Emilia Romagna Alfredo Peri e il professor Giovanni Crocioni , docente di pianificazione territoriale all’Università di Bologna.