
Emilia Romagna: nuove norme antisismiche
PROGETTAZIONE
Emilia Romagna: nuove norme antisismiche
Adeguamento al Testo Unico dell'Edilizia e delega ai Comuni delle funzioni in materia sismica
Vedi Aggiornamento
del 12/02/2010
28/10/2008 - L’Assemblea regionale dell’Emilia Romagna ha dato il via libera al progetto di legge “ Norme per la riduzione del rischio sismico ”.
Nel corso della discussione, il relatore Roberto Piva ha ribadito che il provvedimento risponde ad una duplice esigenza: la prima, di scala nazionale, che prevede l’obbligo di adeguarsi al D.P.R. 380/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia), la seconda, di scala regionale, riguarda la specificità dell’esperienza amministrativa della Regione Emilia-Romagna che ha delegato ai Comuni, con la legge 3/1999, l’esercizio delle funzioni in materia sismica, delega fino ad oggi non totalmente attuata perché i Comuni, anche di maggiore entità, non si sono attrezzati tecnicamente per gestire la materia, continuando in genere ad avvalersi dell’attività delle strutture regionali dei Servizi tecnici di bacino (STB).
Va poi considerato - ha specificato Piva - che fino al 2003 solo 89 comuni dell’Emilia-Romagna erano classificati sismici. Dopo l’intervento legislativo nazionale, l’intero territorio regionale è invece censito come tale: 105 comuni sono a media sismicità (zona 2); 214 a bassa (zona 3); 22 a bassissima (zona 4). “Questa estensione della classificazione sismica all’intero territorio regionale - ha puntualizzato il relatore - implica che nell’attività di controllo dell’attività edilizia, anche nelle zone a bassa sismicità, non si possa prescindere dal considerare il merito del progetto rispetto ai temi sismici”.
L’intervento normativo conferma quindi la delega ai Comuni (che possono scegliere se svolgerla, attraverso gli sportelli all’edilizia, in forma singola, associata, o con l’aiuto stabile dei Servizi tecnici di bacino) e la subordina alla dotazione di strutture tecniche con standard di qualità. Gli obiettivi sono quindi quelli di coniugare la certezza dei tempi di istruttoria con la qualità dei controlli e della progettazione per la riduzione del rischio sismico e la creazione di una rete di attori tra loro interdipendenti (Regione, STB, Comuni, professionisti privati, imprese di costruzioni), realizzando un forte coordinamento degli enti istituzionali e promuovendo una cultura comune e condivisa.
L’emanazione della nuova legge regionale verrà accompagnata da apposita deliberazione della Giunta regionale di definizione degli “standard minimi per l’esercizio delle funzioni in materia sismica, con riferimento in particolare alla dimensione demografica del Comune o della forma associativa, nonché alle caratteristiche della struttura tecnica, in ordine alla dotazione di personale avente adeguate competenze professionali per lo svolgimento delle medesime funzioni” (art. 3, comma 4).
Ciò al fine di mettere - secondo la tempistica prevista dalla stessa legge regionale - tutti i Comuni nella condizione di poter svolgere le funzioni in materia sismica con sostegno garantito da strutture tecniche adeguate, oltre che con coordinamento e costante impulso/indirizzo regionale, anche per aspetti di formazione e aggiornamento professionale nel dovuto raccordo con le Università e gli Ordini / Collegi professionali e le Associazioni imprenditoriali.