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Pacchetto clima: la Ue verificherà le stime dell’Italia

Pacchetto clima: la Ue verificherà le stime dell’Italia

Il commissario Ue Dimas e il presidente di turno Sarkozy respingono le richieste di modificare gli obiettivi 20-20-20

Vedi Aggiornamento del 22/09/2009
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 22/09/2009
22/10/2008 - La Ue aprirà un tavolo tecnico con l’Italia per verificare le stime dei costi e dei benefici del pacchetto UE “20-20-20” contro i cambiamenti climatici. È quanto ottenuto dal Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al temine della prima giornata del Consiglio dei ministri dell’Ambiente europei tenutosi lunedì scorso in Lussemburgo.
 
La vicenda
Circa un mese fa l’Italia aveva avanzato la richiesta di rivedere gli obiettivi assegnati all’Italia nell'ambito della strategia UE “20-20-20” contro i cambiamenti climatici, giudicati troppo onerosi per il sistema produttivo ( leggi tutto ). Tuttavia, all’inizio di ottobre la commissione Ambiente del Parlamento europeo è andata avanti per la sua strada approvando la parte più importante del pacchetto, relativa alla nuova “'borsa delle emissioni” di gas serra, che sarà operativa dal 2013 al 2020, e confermando l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020.
 
Nei giorni successivi il Governo italiano ha avanzato richieste di modifica sempre più pressanti, fino a minacciare il veto, sostenendo che, con la crisi finanziaria in atto, i costi del pacchetto 20-20-20 sarebbero diventati insostenibili per le imprese. 
 
Il Consiglio europeo ha però più volte ribadito la volontà di confermare tutti gli obiettivi della direttiva 20-20-20, nonostante la crisi finanziaria, e di raggiungere un accordo definitivo entro dicembre. Anche per il presidente di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, gli obiettivi non si discutono e l’accordo va concluso entro dicembre.
 
Qualche giorno più tardi l’Italia ha presentato le proprie stime dei costi : il pacchetto di riduzione delle emissioni di CO2 costerebbe all’Italia 18 miliardi all’anno, con un peso del 1,14% sul Pil. I calcoli del governo italiano hanno “sbalordito” il commissario all'Ambiente europeo, Stavros Dimas, secondo il quale “l’Italia dà numeri sbagliati. Non so da dove vengono, ma non sono quelli che noi chiediamo”. La Commissione Ue stima infatti un costo per l'Italia tra i 9,5 e i 12,3 miliardi.
 
Immediata è arrivata la risposta del Ministro Prestigiacomo che ha ribadito la congruità delle cifre indicate, anche perché basati su un documento diffuso dalla stessa Ue.
 
“Gli interventi per contenere le emissioni - ha aggiunto Dimas - faranno crescere l’occupazione dello 0,3%, e il costo per lo Stato italiano non sarà l’1,4% del Pil entro il 2020, ma sarà compreso tra lo 0,51% e lo 0,66% del Pil. Non capisco perché l’Italia sia così pessimista”.
 
Sulla questione è intervenuto anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano sottolineando come le esigenze di sostenere l'economia non debbano sopravanzare il rispetto e la tutela dell'ambiente. 
 
Il Governo italiano ha quindi alzato il tiro, chiedendo di congelare per un anno la discussione sul pacchetto Ue per approfondire le analisi dei costi, e di inserire una “clausola di revisione” che preveda l’aggiustamento delle misure in relazione ai risultati dell’analisi costi-efficacia da effettuare nel corso del 2009. L’Italia - ha ricordato il Presidente del Consiglio Berlusconi - ha richiesto che i costi della riduzione delle emissioni di anidride carbonica vengano sostenuti in modo eguale da ciascun cittadino europeo. Altrimenti, i costi stessi sarebbero più pesanti per i Paesi manifatturieri come l’Italia.
 
Alla posizione italiana si è unita prima la Polonia, poi altri nove Stati dell’est europeo : Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania. Ermete Realacci, ministro-ombra dell'Ambiente, ha commentato: “Siamo francamente sconcertati che Berlusconi trovi un grande successo il fatto che la posizione italiana è sostenuta dai paesi dell'Est: si tratta dei paesi più arretrati economicamente”, con un sistema industriale antiquato, che hanno difficoltà a rispettare i termini del pacchetto.
 
 
Le ultime ore
Sulla questione è intervenuto il presidente di turno dell’Unione Europea, Nicolas Sarkozy , secondo il quale “sarebbe irresponsabile abbandonare il pacchetto sul clima. Anche se c’è la crisi finanziaria - ha aggiunto - la situazione ambientale del mondo non è migliorata”. “Perché dobbiamo cedere? - si è chiesto il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli . Il governo sta difendendo le nostre imprese”.
 
Per concludere, al termine del Consiglio dei ministri europei dell’Ambiente, il commissario Ue all’Ambiente, Stavros Dimas, ha accettato la proposta del Ministro Prestigiacomo di istituire un “ tavolo tecnico ” per verificare insieme a esperti del governo italiano le stime dei costi e dei benefici del pacchetto su clima ed energia.
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