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Piano casa, dubbi per la bozza di decreto attuativo

Piano casa, dubbi per la bozza di decreto attuativo

Regioni sul piede di guerra contro il decreto discusso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

Vedi Aggiornamento del 03/09/2009
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 03/09/2009
11/11/2008 - Ancora impasse per il piano casa. L’ultima bozza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ultimata lo scorso 24 ottobre, è stata recentemente discussa dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Il piano, iniziato con il Decreto Legge 112/2008 , convertito dalla Legge 133/2008 , si articola in cinque linee di intervento.
 
Un sistema integrato di fondi immobiliari per la realizzazione di piani di edilizia residenziale utili ad incrementare l’offerta abitativa, l’incremento del patrimonio di edilizia pubblica, la promozione finanziaria per l’iniziativa dei privati, agevolazioni alle cooperative edilizie e programmi di edilizia sociale integrata sono le direttrici su cui saranno convogliate le risorse finanziarie da ripartire su base regionale.
 
Secondo la bozza di Dpcm il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti promuove la sottoscrizione di accordi di programma per concentrare gli interventi sulle richieste abitative in base alla dimensione fisica e demografica del territorio, alla sostenibilità, vivibilità, salubrità, sicurezza ed efficienza energetica da introdurre. Sono previsti contributi statali per ogni tipologia di intervento per un importo non superiore al 30% del costo di realizzazione o recupero, più altri eventuali 10 mila euro per alloggio nel caso in cui si rendano necessari interventi per il fabbisogno energetico.
 
Gli alloggi dovranno essere locati come minimo per 25 anni a canone agevolato, non superiore del 70% rispetto a quello concordato. Se subentra la promessa di vendita la locazione può essere di durata minore e comunque non inferiore a 10 anni, mentre il canone sarà determinato da un accordo di programma. Per la vendita al termine della locazione godranno del diritto di prelazione gli inquilini, che dovranno corrispondere un prezzo uguale a quello iniziale rivalutato dell’inflazione reale. Solo in seconda analisi gli alloggi verranno ceduti al Comune o al libero mercato.
 
Le Regioni e gli enti locali presentano proposte che poi vengono valutate da commissioni nominate dal Ministero con procedure di evidenza pubblica. La concessione del contributo avviene in base all’incidenza degli investimenti privati, al coinvolgimento delle cooperative, al numero degli alloggi, alla fattibilità urbanistica e alle dimensioni demografiche. Una condizione di priorità è rappresentata dai tempi di realizzazione.
 
Con il decreto è avviata la procedura per la definizione delle modalità di partecipazione attraverso l’utilizzo di 150 milioni di euro a valere sul fondo istituito, che dovrà essere dedicato allo sviluppo di una rete di fondi per l’aumento della dotazione di alloggi. È prevista anche l’istituzione di un gruppo di lavoro che indica i requisiti dei fondi in base a criteri come la dimensione obiettivo di 3 miliardi, la durata non inferiore a 25 anni, il rendimento comparabile a quello di mercato, la diversificazione degli investimenti, l’apporto dei contributi pubblici e la minimizzazione dei rischi.
 
Il disagio abitativo è stato trattato anche nel Decreto Legge 158/2008, che ha prorogato il termine degli sfratti, ma ha subito dure critiche per il coinvolgimento delle sole aree metropolitane. Durante la discussione in Commissione Ambiente vari esponenti dell’opposizione hanno sollevato lamentele. In particolare Chiara Braga del Pd ha denunciato il ritardo del Governo nell’emanazione del Dpcm definitivo. Mancanza giustificata dalla maggioranza con la mancanza di dialogo da parte delle Regioni, che hanno già presentato ricorso alla Corte Costituzionale.
 
Secondo il Pd il piano casa così strutturato sarebbe utile solo alla costruzione di 20 mila alloggi, contro un fabbisogno di 650 mila abitazioni. Situazione aggravata dall’alienazione del patrimonio edilizio pubblico, che invece per Vincenzo Gibino del Pdl rappresenta un onere non più sostenibile dalla Pubblica Amministrazione, così come la proroga degli sfratti per morosità comprimerebbe i diritti dei proprietari.
 
Il Sottosegretario Mario Mantovani ha annunciato losblocco di oltre 300 milioni di euro per il sostegno agli affitti e alla costruzione e riqualificazione di alloggi pubblici. Restano ulteriori disaccordi per la mancanza di garanzie sulla riassegnazione alle regioni di fondi già concessi dalla passata legislatura.
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