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Prezzi materiali edili, il Senato approva la legge di conversione

Prezzi materiali edili, il Senato approva la legge di conversione

Tra le novità, compensazioni per aumenti superiori al 10% e rilevazione semestrale dei prezzi

Vedi Aggiornamento del 12/05/2009
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 12/05/2009
24/11/2008 - E’ stato approvato dal Senato il Disegno di Legge 1152 , che ha convertito il Decreto Legge 162/2008, recante disposizioni in materia di adeguamento dei prezzi dei materiali da costruzione.
 
Il nuovo testo ha apportato tre modifiche a favore delle imprese. Il meccanismo di calcolo delle compensazioni prevedeva rimborsi per aumenti del prezzo dei materiali superiori all'8%. Con il Disegno di Legge approvato in Senato è stata introdotta un'alea doppia fissata al 10% complessivo per le lavorazioni iniziate prima del 2008 e contabilizzate durante quest’anno.
 
In secondo luogo si è fatto fronte alle conseguenze dovute alle possibili contestazioni delle stazioni appaltanti per i ritardi nell’esecuzione dei lavori. Sarà infatti possibile ottenere l’indennizzo come copertura dell’aumento dei prezzi prima che sia accertata la responsabilità dei ritardi. Per ottenere i fondi è però necessaria una fideiussione, che viene escussa se si accerta una responsabilità nel ritardo a carico dell’appaltatore.
 
Le imprese hanno infine ottenuto la rilevazione semestrale e non più annuale della variazione dei prezzi, che deve comunque sempre far riferimento al 31 gennaio. L’impianto del testo di legge è rimasto sostanzialmente invariato durante la discussione al Senato. Risponde all’impennata di alcuni materiali come acciaio, bitume e ferro, riservando i suoi effetti al 2008, aspetto giudicato insufficiente dalle associazioni di categoria dal momento che non tiene in considerazione i costi per l’energia.
 
Nel decreto è stato poi inserita la proroga degli arbitrati, fissata al prossimo 30 marzo. Anche questo termine è stato ritenuto insufficiente, a tal punto da prevedere altre proroghe da inserire in provvedimenti futuri.
 
Non è passato l’emendamento che prevedeva uno stanziamento di 5 miliardi dei fondi Fas alle Ferrovie, mentre è stato concesso all’Anas di utilizzare i compensi dei pedaggi autostradali per manutenzione e rapporti con le società concessionarie.
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