Il CNAPPC definisce questo sistema autentico “strozzinaggio”, relativo a prezzi e tempi della progettazione, incapace di assicurare qualità delle prestazioni e sicurezza delle costruzioni e, allo stesso tempo, causa per gli Enti pubblici di aumento del contenzioso, dei costi complessivi e dei tempi di realizzazione delle opere. Per questo il CNAPPC chiede al Governo e al Parlamento di intervenire al più presto per modificare una situazione ormai divenuta insostenibile e di prevedere nelle “Misure Anticrisi” l’eliminazione della procedure impostate sul massimo ribasso del prezzo per le opere di architettura, ingegneria ed urbanistica a vantaggio di sistemi che garantiscano maggiore qualità della progettazione come i Concorsi di progettazione o, in alternativa, le gare basate sull’offerta economicamente più vantaggiosa, allineando così il nostro Paese alle procedure seguite da tutte le maggiori nazioni europee.
Appalti, chiesto intervento per limitare le offerte anomale
LAVORI PUBBLICI
Appalti, chiesto intervento per limitare le offerte anomale
Il Governo: la corretta applicazione del Codice degli appalti garantirebbe la risoluzione del problema
20/05/2009 - Arginare il fenomeno delle offerte anomale nel settore della progettazione e direzione lavori delle opere pubbliche, al fine di eliminare le distorsioni del mercato ai danni dei professionisti italiani, tutelando la qualità delle prestazioni a garanzia della sicurezza pubblica. È la richiesta al Governo, formulata da un’interpellanza del deputato Antonino Lo Presti .
A seguito dell’applicazione della “legge Bersani” che ha abolito le tariffe minime per le prestazioni dei liberi professionisti - spiega l’interpellanza -, si è determinata nel nostro Paese una situazione inconsueta, soprattutto nei rapporti tra professionisti e stazioni appaltanti, in ordine ai ribassi sulle parcelle per la progettazione e direzione lavori di opere pubbliche.
Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha rilevato - spiega l’interpellante - un andamento eccezionalmente anomalo dei ribassi nelle gare di progettazione aperte fino al 90,1%, fino al 61,6% per quelle negoziate e, infine, al 48% nell’aggiudicazione di gare ristrette. Pochissime amministrazioni e stazioni appaltanti adottano criteri prudenziali nella valutazione delle cosiddette offerte anomale, e ad oggi non è possibile stimare gli effetti futuri sulla qualità e sicurezza delle opere pubbliche, la cui progettazione e direzione lavori, remunerata con emolumenti assolutamente non sufficienti a coprire neanche le spese, potrebbe essere improvvisata.
L’assenza dei minimi tariffari ha alterato il mercato delle prestazioni professionali - ha spiegato Lo Presti -, soprattutto nel campo tecnico; infatti, solo i grandi studi di progettazione, che possono economizzare i propri costi, sono in grado di concorrere, spazzando via dal mercato i giovani professionisti (architetti e ingegneri) che non possono competere con realtà che hanno ormai assunto natura imprenditoriale. Tale situazione sta provocando disagi e malumori tra le decine di migliaia di ingegneri e architetti che, privi delle provvidenze pubbliche che in periodo di crisi vengono offerte ad altri settori produttivi, rischiano di chiudere i propri studi.
A Lo Presti ha risposto il Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Reina , ricordando che il DL 233/2006 , convertito nella Legge 248/2006 (decreto Bersani) ha introdotto nell’ordinamento alcune disposizioni che incidono anche su materie disciplinate dal codice dei contratti pubblici ( Dlgs 163/2006 ), in particolare l’abrogazione dell’obbligatorietà delle tariffe minime, prevedendo però che le stazioni appaltanti possano utilizzare le tariffe quale riferimento per la determinazione dei compensi per attività professionali, nelle gare pubbliche ( leggi tutto ).
Il decreto Bersani - ha spiegato il Sottosegretario - punta alla tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali; inoltre, la necessità di intervenire in materia di servizi professionali era stata più volte segnalata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato ( leggi tutto ).
In relazione alle problematiche relative alla valutazione delle offerte anomale, Reina ha ricordato che le stazioni appaltanti sono tenute all’applicazione del Codice degli appalti e, nello specifico, degli articoli 86, 87, 88 e 122, comma 9, e dell’articolo 124, comma 8, che, se correttamente applicate, dovrebbero garantire la risoluzione del problema.
La risposta non ha soddisfatto l’interpellante, secondo il quale il sottosegretario “avrà avuto stilata la risposta dai suoi uffici, evidentemente non ha approfondito personalmente la tematica che gli ho sottoposto”. La questione è molto seria, ha ribadito Lo Presti, perché non basta il richiamo alle norme per dire che esse prevedono la possibilità per le amministrazioni di gestire questa vicenda. I dati del CNI rivelano che, sull’intero territorio nazionale, è diffusa la pratica delle offerte anomale in tutte le pubbliche amministrazioni, dall’ANAS alle Ferrovie, alle regioni.
Mi stupisce che questo Governo - ha affermato Lo Presti - difenda o comunque non dica nulla di politicamente rilevante sulla legge Bersani che, in materia di attività professionali, è stata giudicata disastrosa perché non ha prodotto miglioramenti per la concorrenza tra i professionisti, ma anzi ha creato profonde discrasie. Quindi, una risposta così asettica, che addirittura in qualche modo esalta il valore della legge Bersani, non è in linea con il sentimento diffuso dei professionisti italiani in merito a questo provvedimento - ha concluso.
Sul tema è intervenuto ieri anche il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori denunciando che “L’attuale sistema degli affidamenti degli incarichi professionali nel settore dei Lavori Pubblici, basato solo ed esclusivamente sul parametro del massimo ribasso, sta inesorabilmente soffocando il mercato della progettazione e molto presto costringerà alla chiusura molti studi professionali”.
Il CNAPPC definisce questo sistema autentico “strozzinaggio”, relativo a prezzi e tempi della progettazione, incapace di assicurare qualità delle prestazioni e sicurezza delle costruzioni e, allo stesso tempo, causa per gli Enti pubblici di aumento del contenzioso, dei costi complessivi e dei tempi di realizzazione delle opere. Per questo il CNAPPC chiede al Governo e al Parlamento di intervenire al più presto per modificare una situazione ormai divenuta insostenibile e di prevedere nelle “Misure Anticrisi” l’eliminazione della procedure impostate sul massimo ribasso del prezzo per le opere di architettura, ingegneria ed urbanistica a vantaggio di sistemi che garantiscano maggiore qualità della progettazione come i Concorsi di progettazione o, in alternativa, le gare basate sull’offerta economicamente più vantaggiosa, allineando così il nostro Paese alle procedure seguite da tutte le maggiori nazioni europee.
Il CNAPPC definisce questo sistema autentico “strozzinaggio”, relativo a prezzi e tempi della progettazione, incapace di assicurare qualità delle prestazioni e sicurezza delle costruzioni e, allo stesso tempo, causa per gli Enti pubblici di aumento del contenzioso, dei costi complessivi e dei tempi di realizzazione delle opere. Per questo il CNAPPC chiede al Governo e al Parlamento di intervenire al più presto per modificare una situazione ormai divenuta insostenibile e di prevedere nelle “Misure Anticrisi” l’eliminazione della procedure impostate sul massimo ribasso del prezzo per le opere di architettura, ingegneria ed urbanistica a vantaggio di sistemi che garantiscano maggiore qualità della progettazione come i Concorsi di progettazione o, in alternativa, le gare basate sull’offerta economicamente più vantaggiosa, allineando così il nostro Paese alle procedure seguite da tutte le maggiori nazioni europee.