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Sicurezza sul lavoro: no delle Regioni al decreto correttivo

Sicurezza sul lavoro: no delle Regioni al decreto correttivo

Errani: ridotti i livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Sacconi: dalle Regioni un ‘no’ politico

Vedi Aggiornamento del 02/09/2009
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 02/09/2009
05/05/2009 - La Conferenza delle Regioni ha espresso parere negativo, adottato a maggioranza, sullo schema di decreto legislativo che modifica ed integra il testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ( Dlgs 81/2008 ).
 
“Il  parere negativo - ha spiegato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - non è una posizione politica, ma trae origine da valutazioni strettamente di merito e nasce dal fatto che il decreto proposto, oltre ad eccedere i limiti della delega, contiene alcune norme - in particolare l’articolo 2-bis e l’articolo 10-bis - che rischiano di comportare una riduzione dei livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.
 
L’articolo 2-bis prevede che l’efficace attuazione delle norme tecniche e delle buone prassi, l’adozione di modelli di organizzazione e gestione aziendale certificata da enti bilaterali e Università e l’utilizzo di macchine marcate CE conferisce una presunzione di conformità alle norme sulla sicurezza del lavoro.
 
Secondo Errani, l’articolo 2-bis, sebbene la norma proposta parli di presunzione di conformità alle norme sulla sicurezza del lavoro, non fornisce sufficienti garanzie in materia, infatti il rispetto di tali obblighi non può essere presunto, ma va accertato caso per caso in relazione a tutti gli elementi mediante i quali va condotta la valutazione. Il decreto - ha aggiunto Errani - crea confusione di ruoli e di soggetti in particolare nella importante azione di prevenzione garantita dalla certificazione.
 
Per quanto riguarda invece l’articolo 10-bis, sebbene le Regioni non abbiano formalmente competenza in materia di ordinamento penale, introduce un sistema di esoneri e limitazioni di responsabilità dei vertici aziendali, toccando quindi il tema della prevenzione nei luoghi di lavoro su cui le Regioni - ha concluso Errani - vantano indiscusse competenze, per cui la norma presenta oggettivi profili di illegittimità”
 
L’articolo 10-bis - cosiddetto “salva manager” e oggetto di molte contestazioni nei giorni scorsi - prevede che i datori di lavoro, in caso di infortunio o morte, non siano punibili qualora  l’incidente “sia  imputabile a preposti, medico competente, progettisti, fabbricanti e soprattutto ai lavoratori, per violazione delle norme previste dal Testo unico sulla sicurezza”.
 
“Attraverso un eccesso nell’interpretazione della delega -ha spiegato Errani - l’art. 10-bis costruisce un sistema che - come è noto e come ha sottolineato lo stesso Presidente della Repubblica - di fatto mette in discussione responsabilità anche precedenti e dunque per esempio, il tema del processo della Thyssen Krupp si troverebbe in una situazione difficile”.
 
Il parere negativo è stato espresso a maggioranza, ma la Regione Lombardia ha dato parere positivo. L’assessore al Bilancio della Regione Lombardia , Romano Colozzi, spiega la posizione della sua Regione, riconoscendo che “pur essendoci alcune criticità che si potevano precisare meglio, ci sembra che il provvedimento complessivamente non meritasse una bocciatura”. Si sono espressi a favore del decreto correttivo anche il Molise , il cui Presidente Michele Iorio ha definito equilibrato il testo del Governo, e il Veneto : per l’assessore alle Politiche Sanitarie, Sandro Sandri il Governo deve andare avanti.
 
“Il no delle Regioni al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro proposto dal governo è una posizione “ più politica” che di merito, “le Regioni di centrodestra si esprimeranno in modo diverso”. È stato questo il commento del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi , dopo la bocciatura, da parte delle Regioni, dello schema di decreto correttivo. Tuttavia, secondo il ministro, quello che conta è che il parere della Conferenza delle Regioni è un atto liberatorio per l’iter della norma, perchè consente la trasmissione degli atti alle Camere e permette di rispettare i tempi della delega.
 
Per quanto riguarda l’articolo 10-bis, Sacconi si è impegnato a riscriverlo; “A noi interessa risolvere questo punto - ha detto - perché sia certo il contenuto e le finalità» di questa norma.
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