Casa, in arrivo un nuovo piano dedicato ai giovani
NORMATIVA
Casa, in arrivo un nuovo piano dedicato ai giovani
Berlusconi ripropone le ‘New town’, in aggiunta ai piani di edilizia sociale e ai bonus volumetrici anticrisi
Vedi Aggiornamento
del 13/11/2009
03/09/2009 - Salgono a tre i capitoli del Piano Casa. Dopo il Piano nazionale di edilizia abitativa e gli snellimenti burocratici per il rilancio delle costruzioni attraverso gli aumenti di cubatura, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato un provvedimento a favore delle giovani coppie, con mutui a tassi ridotti e rate inferiori ai canoni di locazione di mercato.
Piano d’azione: Finora non esiste un testo di riferimento, ma secondo l’Esecutivo il problema dell’accesso alla prima casa per le coppie a basso reddito potrebbe essere risolto con una convenzione tra Abi e Ministero del Tesoro per mutui agevolati e moratoria sui debiti, oltre che con varie iniziative per il rientro dei capitali necessari.
New Town: L’idea di agevolare le giovani coppie, peraltro già presente nel Piano nazionale di edilizia abitativa, avviato con il Decreto Legge 112/2008, serve probabilmente a riprendere il concetto di New Town, proposto in occasione del terremoto in Abruzzo, ma duramente criticato dagli operatori del settore (leggi tutto). Accanto a cento capoluoghi di provincia potrebbero quindi essere costruite nuove palazzine da 6 o 10 unità abitative di 60 o 80 metri quadri, da locare per un periodo di tempo predeterminato ed eventualmente riscattare con un mutuo pari al prezzo dell’affitto.
Aree e risorse: Nelle città che entreranno a far parte del piano si cercheranno aree disponibili alla realizzazione dei piccoli complessi, terreni demaniali e fabbricati esistenti da demolire e sostituire con le nuove palazzine che, assicura il Governo, avranno un aspetto gradevole, lontano dall’edilizia intensiva. Potrebberp rientrare nel programma anche le strutture gestite dai vecchi Iacp attraverso la vendita con mutuo agevolato o la demolizione e successiva costruzione di nuovi edifici.
Il progetto dovrebbe stimolare l’iniziativa privata. Per la realizzazione delle abitazioni si è infatti pensato al project financing, con una remunerazione garantita dal canone di affitto e dal successivo riscatto.
Quadro normativo: La terza componente del Piano Casa potrebbe sommarsi a un panorama incerto e incompleto. Il Piano nazionale di edilizia abitativa si è sbloccato con nove mesi di ritardo, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm 16 luglio 2009 per l’attuazione del DL 112/2008, convertito dalla Legge 133/2008. Il suo completamento avverrà però solo con l’emanazione di un DM per l’effettiva ripartizione delle risorse stanziate dal Cipe. Dovrà inoltre essere attivato un gruppo di lavoro che si confronterà sulla novità dei fondi immobiliari (Leggi Tutto).
Nulla di fatto invece per il DL governativo sulla semplificazione normativa per gli aumenti di cubatura. Finora sono stati approvati solo alcuni provvedimenti regionali, mentre non è mai stato raggiunto l’accordo con il potere centrale (Leggi Tutto).
In questo panorama confuso la Finco, Federazione industrie, prodotti, impianti e servizi per le costruzioni che fa capo a Confindustria, ha proposto al Governo di rendere permanenti gli interventi di aumento volumetrico, visto l’impatto positivo in termini di occupazione che potrebbero derivarne. La ripresa dell’attività edilizia garantirebbe infatti all’erario un maggior gettito, con il quale potrebbero essere coperti i bonus del 55% per gli adeguamenti antisismici. Finco ha espresso dubbi anche sulla competenza legislativa in materia di urbanistica, che per la sua delicatezza dovrebbe spettare allo Stato. Proposta inoltre la maggioranza qualificata, invece di quella assoluta, per gli interventi di ampliamento nei condomini, così come l’estensione dei bonus volumetrici anche ai fabbricati industriali.
Secondo Angela Barbanente, Assessore all'Assetto del Territorio della Regione Puglia, il provvedimento è assurdo dal momento che in Italia esiste un immenso patrimonio degradato da recuperare, condizione che rende superflua la costruzione di nuovi stabili. Dal 2001 al 2008 è stato consumato in media il 7,8% di territorio all'anno tanto che molte periferie, non essendo ancora dotate dei servizi necessari, sono relegate allo stato di ghetto. La realizzazione delle nuove costruzioni sarebbe inoltre un controsenso data la situazione di crisi in atto. Secondo l'assessore si dovrebbe quindi operare nelle aree già fornite di servizi, in modo da abbassare i costi di insediamento.
Secondo Angela Barbanente, Assessore all'Assetto del Territorio della Regione Puglia, il provvedimento è assurdo dal momento che in Italia esiste un immenso patrimonio degradato da recuperare, condizione che rende superflua la costruzione di nuovi stabili. Dal 2001 al 2008 è stato consumato in media il 7,8% di territorio all'anno tanto che molte periferie, non essendo ancora dotate dei servizi necessari, sono relegate allo stato di ghetto. La realizzazione delle nuove costruzioni sarebbe inoltre un controsenso data la situazione di crisi in atto. Secondo l'assessore si dovrebbe quindi operare nelle aree già fornite di servizi, in modo da abbassare i costi di insediamento.