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Ponte Messina, a dicembre i primi cantieri
LAVORI PUBBLICI
Ponte Messina, a dicembre i primi cantieri
Ambientalisti: spreco di risorse, priorità alla messa in sicurezza del territorio e all'arresto dei dissesto idrogeologico
14/10/2009 - Partiranno a dicembre i primi cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo ha affermato il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, intervenuto in una assemblea di Confindustria a Trieste, confermando l’annuncio dell’amministratore delegato dell’Anas Pietro Ciucci.
Costi : Il Ponte sullo Stretto di Messina costerebbe 6,3 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi finanziati da Fintecna ed erogati di anno in anno in base alle disponibilità delle leggi finanziarie. A fronte di un 40% di investimenti pubblici, il 60% delle risorse dovrebbe derivare da capitale privato, da ricercare sul mercato.
Alternative : La realizzazione dell’opera potrebbe però diventare molto più dispendiosa dal momento che non esiste ancora un progetto definitivo né sono state risolte tutte le prescrizioni idrogeologiche, antisismiche e ambientali approvate dal Cipe sul progetto preliminare. Alla luce del recente disastro di Messina è stata quindi avanzata la proposta di riconvertire gli impegni assunti con Impregilo per opere utili alla difesa del territorio, programmando interventi basati sull’ingegneria naturalistica, in grado di risolvere anziché acuire il problema del dissesto idrogeologico che grava sulla provincia messinese, ma anche in Calabria.
Immediate le reazioni , riferite proprio alla recente alluvione che ha colpito varie zone in provincia di Messina, provocando diverse vittime e danni strutturali. Per il vicepresidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Fabio Giambrone, il Ponte sullo Stretto significa programmare un'altra catastrofe. A suo avviso il Governo sarebbe colpevole infatti di una politica basata sulla cementificazione selvaggia, anche in zone con elevatissimi rischi idrogeologici come quella dello Stretto.
Immediate le reazioni , riferite proprio alla recente alluvione che ha colpito varie zone in provincia di Messina, provocando diverse vittime e danni strutturali. Per il vicepresidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Fabio Giambrone, il Ponte sullo Stretto significa programmare un'altra catastrofe. A suo avviso il Governo sarebbe colpevole infatti di una politica basata sulla cementificazione selvaggia, anche in zone con elevatissimi rischi idrogeologici come quella dello Stretto.
Secondo Claudio Saroufim, responsabile ambiente del Pdci, l'annuncio del ministro Matteoli sul Ponte sullo Stretto non tiene conto del disastro di Messina, rischiando anzi di mettere in ulteriore pericolo il territorio. Chiesta quindi l’opposizione dei cittadini, chiamati a schierarsi contro la realizzazione di un’opera faraonica considerata sostanzialmente inutile per il territorio.
Per gli ambientalisti bisognerebbe invece ripartire dalla soluzione di altre emergenze, come dissesto idrogeologico, consumo di suolo, varianti urbanistiche, condoni edilizi e inquinamento. Al contrario la costruzione di grandi opere non offre risposte concrete e sostenibili, ma soluzioni speculative.
Dello stesso avviso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo il quale in Italia si dovrebbe dare la precedenza alla messa in sicurezza del territorio. D’altra parte, però, in base alle stime del Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, per frenare il dissesto idrogeologico servirebbero 25 milioni di euro, oltre a uno stop deciso all’abusivismo.
Le risorse non sono però a disposizione del Governo, commenta Paolo Brutti, responsabile nazionale del Dipartimento Infrastrutture per l'Italia dei Valori. Il Ponte diventerebbe quindi una dilapidazione di denaro pubblico e lascerebbe il territorio senza protezione da frane e alluvioni. Con il rischio di infiltrazioni criminali.