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Professioni, la riforma parte dalla reintroduzione delle tariffe minime

Professioni, la riforma parte dalla reintroduzione delle tariffe minime

Federarchitetti contesta l’esclusione dei sindacati dei tecnici liberi professionisti dal tavolo ministeriale

Vedi Aggiornamento del 05/04/2011
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 05/04/2011
07/04/2010 - Si riuniranno il 15 aprile prossimo, presso il Ministero della Giustizia, i presidenti dei Consigli di 24 Ordini professionali, convocati dal Ministro Angelino Alfano.
 
L’incontro, previsto in un primo momento per oggi, sarà il primo passo per riaprire la questione della riforma dell’ordinamento delle professioni, a partire dall’aspetto più urgente: le tariffe minime che il decreto Bersani ha abolito e che, invece, il Ministro Alfano ha annunciato di voler reintrodurre ( leggi tutto ).
 
“Bisogna garantire prestazioni efficaci e tariffe semplici, comprensibili, eque e trasparenti” ha spiegato il guardasigilli al Corriere della Sera. “Ascolterò le voci di tutti gli ordini - ha continuato il ministro - e dopo un’attenta analisi proporremo delle riforme che siano in grado di tenere insieme la dignità ed il prestigio delle professioni insieme agli interessi del singolo cittadino”. Secondo Alfano “le norme introdotte con Bersani, con il finto intendimento di proteggere i cittadini, hanno solo penalizzato tutti i professionisti italiani”.
 
“L’inutile enfasi con cui il Ministro Alfano ripropone i minimi tariffari per i professionisti dimostra che non ha ben chiara la situazione economica e sociale del ceto professionale italiano” ha dichiarato Mario Cavallaro, deputato del Pd , in risposta ad Alfano. “ È necessario per i professionisti, specie quelli più giovani - ha continuato Cavallaro -, poter accedere al mercato dei grandi committenti pubblici e privati, che delle tariffe minime e massime non si sono mai curati, anche quando esistevano”.
 
E in una lettera indirizzata al Ministro Alfano, Federarchitetti (il sindacato degli architetti liberi professionisti aderente a Confedertecnica) esprime preoccupazione per la convocazione dei soli Ordini professionali. “Ci risulta imbarazzante sottolineare - si legge nella lettera - come tale confronto eluda la partecipazione delle parti sociali delle categorie, legittime rappresentanti del lavoro autonomo dei liberi professionisti”.

Secondo Federarchitetti , l’iscrizione obbligatoria agli Ordini professionali ne annulla ogni diritto di rappresentanza, demandandola ai sindacati di categoria. Per questo chiede di distinguere ruoli e funzioni, riconoscendo agli Ordini la tutela della collettività e alle associazioni sindacali la tutela dell’esercizio autonomo della libera professione.
 
Il sindacato amplia poi il discorso imputando l’attuale crisi del lavoro dei professionisti, alla resistenza della politica a dialogare con il settore libero professionale, condizionata dalle pressioni della burocrazia e del mondo universitario, di cui gli Ordini sono indiscutibili interpreti nella maggioranza dei casi. E si augura di non dover registrare, al posto di una riforma liberale, il prevalere di scelte totalitarie, incompatibili con lo sviluppo equilibrato e libero del sistema professionale.
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