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Lavori straordinari senza Dia, gli architetti di Roma: ‘norma pasticciata e inutile’

Lavori straordinari senza Dia, gli architetti di Roma: ‘norma pasticciata e inutile’

Inascoltata la proposta di modifica del CNAPPC per garantire la sicurezza degli interventi di manutenzione straordinaria

Vedi Aggiornamento del 27/05/2010
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 27/05/2010
13/05/2010 - “Una norma pasticciata e sostanzialmente inutile”. Così l’Ordine degli architetti di Roma definisce la nuova formulazione del Decreto Incentivi, nella parte in cui declassa la manutenzione straordinaria ad attività edilizia libera senza più bisogno di presentazione della DIA.
 
In un comunicato, l’Ordine capitolino ricorda di aver più volte manifestato il proprio dissenso per il provvedimento, e di aver scritto a tutti i parlamentari chiedendo che, in sede di conversione in legge, fosse adottato l’emendamento proposto dal CNAPPC per garantire la sicurezza degli interventi, che prevedeva l’obbligo di consegnare, oltre alla relazione di inizio lavori, una dichiarazione firmata da un professionista che certificasse il fatto che i lavori eseguiti non avessero interessato parti strutturali dell'edificio (leggi tutto).
 
“La Camera - continua il comunicato - ha tuttavia ritenuto più opportuno ignorare le indicazioni del mondo dei professionisti e approvare il testo dell’emendamento presentato dall'On. Cosimo Ventucci, con la diretta conseguenza di introdurre una norma pasticciata e sostanzialmente inutile”.
 
La nuova procedura - ricordiamo - prevede che, per gli interventi di manutenzione straordinaria non riguardanti le parti struttirali degli edifici, il proprietario trasmetta al Comune una relazione tecnica provvista di data certa e corredata dagli opportuni elaborati progettuali, a firma di un tecnico abilitato, il quale dichiari preliminarmente di non avere rapporti di dipendenza con l’impresa né con il committente e che asseveri, sotto la propria responsabilità, che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici approvati e ai regolamenti edilizi vigenti e che per essi la normativa statale e regionale non prevede il rilascio di un titolo abilitativo.
 
Ma al termine dei lavori - fanno notare gli architetti romani - non c’è alcun obbligo di collaudo né di verifica da parte di un tecnico sulla conformità delle opere realizzate rispetto al progetto presentato. È sparita inoltre l’attività di direzione lavori. Chi seguirà l’evoluzione dei lavori - si chiedono - garantendo che siano rispettati gli obblighi di legge nella tenuta del cantiere?
 
Si tratta - secondo l’OAPPC di Roma - di un provvedimento sostanzialmente inefficace, ben lungi dal fornire quelle necessarie garanzie sulla qualità degli interventi di trasformazione edilizia a tutela della sicurezza dei cittadini. Anche sulla sanzione di 258 euro per chi non presenta la relazione e il progetto il giudizio è negativo: “con il solo rischio di una spesa minima di 258 euro si può continuare a fare a meno del professionista. A meno che non si pensi che la sua prestazione valga meno”.
 
L'Ordine degli Architetti di Roma si batterà insieme ad altri Ordini Italiani e al CNAPPC per ottenere una modifica del testo di legge in sede di approvazione definitiva al Senato che restituisca efficacia e razionalità al provvedimento.
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