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Case ecologiche: in Europa le vendite non decollano

Case ecologiche: in Europa le vendite non decollano

Tra le cause, l’inefficacia della comunicazione tra produttori e acquirenti

di Rossella Calabrese
24/05/2010 - Coloro che sono alla ricerca di una casa da acquistare non intendono, in realtà, acquistarne una ad alta efficienza energetica, e ciò è dovuto in buona parte all’inefficacia della comunicazione tra costruttori e acquirenti.
 
È quanto emerge da una ricerca finanziata dall’Unione europea, attraverso i progetti “Create Acceptance” e “Changing Behaviour” che hanno analizzato le barriere comportamentali all’accettazione delle energie rinnovabili da parte del pubblico.
 
Nell’ambito di un progetto volto alla promozione delle tecnologie a basso consumo nel settore abitativo, le ricerche - coordinate da alcuni istituti finlandesi, con la collaborazione di ricercatori provenienti dai paesi europei ed extra-europei - hanno analizzato il problema legato alle “sticky information”, cioè al modo in cui le informazioni degli esperti di efficienza energetica e dei potenziali acquirenti rimangono nei rispettivi ambiti, determinando una scarsa efficienza del processo comunicativo e dello scambio di informazioni.
 
Nell’ambito del progetto è stato, inoltre, organizzato un concorso con cui i costruttori sono stati invitati a realizzare abitazioni ad alta efficienza energetica; anche i potenziali acquirenti sono stati coinvolti nel concorso, anche in qualità di membri della giuria. A dieci partecipanti è stata assegnata la cosiddetta “etichetta verde” che riconosce gli sforzi compiuti per l’efficienza energetica e invita a creare un maggiore potere d’acquisto.

Nonostante i risultati positivi in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, le vendite registrate in seguito al concorso sono state deludenti. Alcuni acquirenti, ad esempio, avrebbero voluto apportare della modifiche che avrebbero compromesso l’efficienza energetica delle abitazioni. Altri, invece, hanno dimostrato di fidarsi poco della informazioni loro fornite o, più semplicemente, non si sono dimostrati convinti della necessità di risparmiare energia. L’insuccesso del progetto è stato quindi attribuito all’inefficienza della comunicazione tra i produttori e gli acquirenti.
 
Guardando al futuro, i ricercatori raccomandano un maggiore impiego di metodi partecipativi che possano migliorare la comunicazione, come le ricerche di mercato, i focus group e la co-progettazione insieme agli acquirenti. Sono necessarie, inoltre, norme edilizie sugli standard energetici, da implementare qualora le strategie “volontarie” si rivelassero inadeguate. Tali strumenti, tuttavia, andrebbero sviluppati parallelamente a strategie comunicative in grado di massimizzarne il potenziale.
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