Alle battute finali il Regolamento del Codice Appalti
LAVORI PUBBLICI
Alle battute finali il Regolamento del Codice Appalti
In bilico la norma che rende più difficile qualificarsi nelle categorie specialistiche
16/06/2010 - Sarà sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri il Regolamento attuativo del Codice degli Appalti.
Il testo, modificato per accogliere i rilievi del Consiglio di Stato (leggi tutto), è stato trasmesso nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture al Governo.
Dal provvedimento verrà molto probabilmente stralciato l’Allegato A1, che fissa i requisiti per la qualificazione nelle categorie di opere specializzate. La novità ha sollevato le proteste delle imprese specialistiche, che vedevano nella nuova norma il riconoscimento delle proprie specificità. Infatti, l’Allegato dispone che, per mantenere la qualificazione in alcune categorie specialistiche, le imprese debbano dimostrare di possedere una specifica attrezzatura per ogni singolo lavoro, in misura fissa dal 2% all’8% del fatturato.
La disciplina oggi vigente consente invece alle imprese generali di realizzare le opere speciali subappaltando i lavori alle imprese specialistiche.
LE REAZIONI DELLE IMPRESE
“Ci sembra assurdo - ha dichiarato Dino Piacentini, Presidente di Aniem, Associazione Nazionale delle Pmi edili manifatturiere della Confapi - che una misura effettivamente capace di incidere sulla riforma del sistema di qualificazione debba essere abbandonata per evidenti difficoltà a trovare un punto di equilibrio tra imprese specialistiche e grandi imprese. La priorità - ha proseguito Piacentini - deve essere quella di migliorare la capacità selettiva del mercato, di rafforzare gli strumenti di corretta concorrenzialità, di premiare gli operatori tecnicamente capaci di eseguire gli interventi. Ciò è possibile - secondo l’Aniem - solo imponendo requisiti tecnici più specifici e rapportati alle categorie di opere per le quali l’impresa chiede di essere attestata: quantità ed individuazione delle attrezzature tecniche devono essere riferite alle particolari tipologie di attività svolta.
Favorevoli invece allo stralcio l’Allegato A1 Ance e Agi, che rappresentano per la stragrande maggioranza imprese generali: senza le nuove norme le loro associate potranno continuare a realizzare opere speciali avvalendosi delle imprese specialistiche.
Finco, la Federazione di Confindustria che rappresenta le industrie di prodotti, impianti, servizi e lavorazioni specialistiche per le costruzioni, giudica assai grave lo stralcio dell’allegato A1 e ritiene “singolare che la partita di riesame del Regolamento sia stata riaperta al fine di realizzare l’analisi di impatto della regolamentazione, senza mai chiamare al Tavolo i rappresentanti di una delle categorie maggiormente coinvolte, cioè le imprese specialistiche rappresentate dalle Associazioni federate in Finco”.
Pur apprezzando il lungo lavoro svolto dal Ministero delle Infrastrutture, Finco segnala alcune criticità presenti nel Regolamento, che potrebbero avere effetti gravemente negativi sulle imprese che partecipano agli appalti per le lavorazioni c.d. “superspecialistiche”: nonostante l’opposto parere del Consiglio di Stato, nel testo è rimasta la possibilità (ad oggi non prevista) che le imprese che non ne abbiano le caratteristiche acquisiscano qualificazioni specialistiche e superspecialistiche usando lavori dati in subappalto (art. 85). Si consentirebbe - spiega Finco - di dimostrare di essere idonei a svolgere opere di grande complessità tecnica (ad esempio la costruzione di un ponte in acciaio o delle dotazioni impiantistiche di un ospedale) senza aver mai fatto nulla di ciò per cui si chiede di essere abilitati, con le immaginabili conseguenze in termini di trasparenza del mercato e di sicurezza per gli esecutori e gli utenti finali dell’opera.
Se lo stralcio dell’allegato A1 venisse confermato, verrebbe meno la chiara indicazione - prevista dal Codice dei Contratti Pubblici (art. 37, comma 11) - delle capacità tecniche che le imprese devono possedere per assumersi la responsabilità di realizzare opere ad alta tecnologia e specializzazione. Non è un caso - secondo Finco - che l’allegato A1 sia avversato da quelle categorie di imprese che compiono lavori di natura generale, mentre sia condiviso da coloro che operano esclusivamente come “superspecialisti”. Finco chiede quindi che l’Allegato A1 sia reinserito nel Regolamento e che l’esame del provvedimento sia posticipato ad un prossimo Consiglio dei Ministri.
Il testo, modificato per accogliere i rilievi del Consiglio di Stato (leggi tutto), è stato trasmesso nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture al Governo.
Dal provvedimento verrà molto probabilmente stralciato l’Allegato A1, che fissa i requisiti per la qualificazione nelle categorie di opere specializzate. La novità ha sollevato le proteste delle imprese specialistiche, che vedevano nella nuova norma il riconoscimento delle proprie specificità. Infatti, l’Allegato dispone che, per mantenere la qualificazione in alcune categorie specialistiche, le imprese debbano dimostrare di possedere una specifica attrezzatura per ogni singolo lavoro, in misura fissa dal 2% all’8% del fatturato.
La disciplina oggi vigente consente invece alle imprese generali di realizzare le opere speciali subappaltando i lavori alle imprese specialistiche.
LE REAZIONI DELLE IMPRESE
“Ci sembra assurdo - ha dichiarato Dino Piacentini, Presidente di Aniem, Associazione Nazionale delle Pmi edili manifatturiere della Confapi - che una misura effettivamente capace di incidere sulla riforma del sistema di qualificazione debba essere abbandonata per evidenti difficoltà a trovare un punto di equilibrio tra imprese specialistiche e grandi imprese. La priorità - ha proseguito Piacentini - deve essere quella di migliorare la capacità selettiva del mercato, di rafforzare gli strumenti di corretta concorrenzialità, di premiare gli operatori tecnicamente capaci di eseguire gli interventi. Ciò è possibile - secondo l’Aniem - solo imponendo requisiti tecnici più specifici e rapportati alle categorie di opere per le quali l’impresa chiede di essere attestata: quantità ed individuazione delle attrezzature tecniche devono essere riferite alle particolari tipologie di attività svolta.
Favorevoli invece allo stralcio l’Allegato A1 Ance e Agi, che rappresentano per la stragrande maggioranza imprese generali: senza le nuove norme le loro associate potranno continuare a realizzare opere speciali avvalendosi delle imprese specialistiche.
Finco, la Federazione di Confindustria che rappresenta le industrie di prodotti, impianti, servizi e lavorazioni specialistiche per le costruzioni, giudica assai grave lo stralcio dell’allegato A1 e ritiene “singolare che la partita di riesame del Regolamento sia stata riaperta al fine di realizzare l’analisi di impatto della regolamentazione, senza mai chiamare al Tavolo i rappresentanti di una delle categorie maggiormente coinvolte, cioè le imprese specialistiche rappresentate dalle Associazioni federate in Finco”.
Pur apprezzando il lungo lavoro svolto dal Ministero delle Infrastrutture, Finco segnala alcune criticità presenti nel Regolamento, che potrebbero avere effetti gravemente negativi sulle imprese che partecipano agli appalti per le lavorazioni c.d. “superspecialistiche”: nonostante l’opposto parere del Consiglio di Stato, nel testo è rimasta la possibilità (ad oggi non prevista) che le imprese che non ne abbiano le caratteristiche acquisiscano qualificazioni specialistiche e superspecialistiche usando lavori dati in subappalto (art. 85). Si consentirebbe - spiega Finco - di dimostrare di essere idonei a svolgere opere di grande complessità tecnica (ad esempio la costruzione di un ponte in acciaio o delle dotazioni impiantistiche di un ospedale) senza aver mai fatto nulla di ciò per cui si chiede di essere abilitati, con le immaginabili conseguenze in termini di trasparenza del mercato e di sicurezza per gli esecutori e gli utenti finali dell’opera.
Se lo stralcio dell’allegato A1 venisse confermato, verrebbe meno la chiara indicazione - prevista dal Codice dei Contratti Pubblici (art. 37, comma 11) - delle capacità tecniche che le imprese devono possedere per assumersi la responsabilità di realizzare opere ad alta tecnologia e specializzazione. Non è un caso - secondo Finco - che l’allegato A1 sia avversato da quelle categorie di imprese che compiono lavori di natura generale, mentre sia condiviso da coloro che operano esclusivamente come “superspecialisti”. Finco chiede quindi che l’Allegato A1 sia reinserito nel Regolamento e che l’esame del provvedimento sia posticipato ad un prossimo Consiglio dei Ministri.