Regolamento Codice Appalti, persa occasione di riforma
Uncsaal, Feneal – Uil e Aniem avanzano critiche alla norma approvata nello scorso CdM
23/06/2010 - Luci e ombre sul regolamento attuativo del Codice Appalti. Se da una parte la norma mette ordine nel panorama legislativo dei contratti pubblici, racchiudendo tutte le disposizioni in un testo unico, qualche critica è stata avanzata dalle associazioni di settore.
Secondo Uncsaal, Unione nazionale costruttori serramenti alluminio acciaio e leghe, il regolamento presenta tre punti di forza, come la salvaguardia delle categorie di opere generali e specializzate - strutture, impianti e opere speciali contenuta nell’art. 107, compresa la Categoria OS 18, lo scorporo della categoria OS 18 in in OS 18-A Componenti strutturali in acciaio e OS 18-B Componenti per facciate continue, e la maggiore responsabilizzazione delle SOA. Sono infatti previste sanzioni fino a 25 mila euro per la mancata collaborazione alle richieste dell’Autorità di vigilanza e controlli più severi riguardo all’autenticità delle certificazioni necessarie per il rilascio delle attestazioni.
D’altra parte Uncsaal ha evidenziato due elementi negativi, consistenti nello stralcio dell’allegato A1, che farà venir meno la chiara indicazione delle capacità tecniche richieste alle imprese per assumersi la responsabilità di realizzare opere ad alta tecnologia e specializzazione, e la conferma dell’articolo 85, che permette alle imprese generali di costruzioni di impiegare quote parte delle qualificazioni delle imprese subappaltatrici allo scopo di ottenere l’iscrizione alle categorie super specializzate.
Esorta a considerare il monito dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici Feneal Uil, che pur lamentando il mancato coinvolgimento del sindacato di settore, vede nel regolamento uno strumento utile per gli operatori, in grado di completare un panorama normativo rimasto in sospeso.
A preoccupare il sindacato è la denuncia di corruzione dell’Authority, che mette in guardia dalla concorrenza sleale e dall’infiltrazione della criminalità organizzata, capaci di mettere in difficoltà non solo la trasparenza del mercato, ma anche la sopravvivenza delle imprese e il proseguimento delle opere. Motivi per i quali, oltre alla collaborazione con le associazioni del settore costruzioni, dovrebbe essere rinnovato un tavolo di concertazione con i sindacati.
Secondo Feneal Uil nulla è stato fatto per rafforzare la responsabilità in solido dell’impresa appaltatrice o per frenare il sistema dei lavori a misura, che comportano una filiera eccessiva di subappalti, con conseguenze gravi sulla dimensione di impresa e sulla frode di identità a cui sono sottoposti i lavoratori.
Anche l’Aniem, associazione delle Pmi edili appartenenti a Confapi, ha espresso la propria delusione per la scelta di stralciare le norme innovative che avrebbero migliorato la capacità selettiva del sistema produttivo.
Secondo il presidente Dino Piacentini è mancato il coraggio di effettuare scelte decise sulla qualificazione delle imprese. I requisiti per le categorie specialistiche e l’introduzione dei criteri reputazionali avrebbero consentito valutazioni sulla storia dell’impresa, rendendo più trasparenti i sistemi di aggiudicazione.