NORMATIVA
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Professioni: le proposte del PD per una riforma organica
NORMATIVA
Professioni: le proposte del PD per una riforma organica
Emendamento alla Manovra per modernizzare gli Ordini e semplificare l’accesso dei giovani
Vedi Aggiornamento
del 27/07/2010
18/06/2010 - Riformare il sistema delle professioni intellettuali e facilitare l’accesso alla professione delle nuove generazioni.
È una delle sei “proposte a costo zero” avanzate dal Partito Democratico “per spostare dieci miliardi di euro dalla rendita e dalle posizioni dominanti a favore dei cittadini e delle imprese”. Le proposte diventeranno emendamenti alla manovra finanziaria, in discussione in questi giorni al Senato. Per il segretario del PD, Pier Luigi Bersani sono piccole lenzuolate con cui “sfidiamo il governo a dire se intende continuare con le chiacchiere o se intende fare qualche fatto”.
Le disposizioni contenute nell’emendamento puntano a:
1) modernizzare il ruolo e l’assetto degli ordini professionali per qualificare l’esercizio delle professioni, assicurare gli obblighi di corretta e trasparente informazione agli utenti, la concorrenza e la credibilità della professione nonché a tutelare l’Interesse pubblico risolvendo situazioni di conflitto;
2) garantire pari opportunità alle giovani generazioni attraverso l’accorciamento della distanza tra le fasi di studio, tirocinio (retribuito e massimo di 12 mesi) ed accesso all’esercizio effettivo della professione, l’eliminazione di qualunque requisito di età o anzianità di esercizio nell’accesso alle cariche elettive degli organi nazionali e territoriali degli ordini e infine la previsione di sostegni e borse di studio per giovani professionisti in situazioni di disagio economico;
3) riconoscere le libere associazioni costituite su base volontaria e senza diritto di esclusiva tra professionisti (sono circa 3 milioni) che svolgono attività non regolamentate in ordini, attribuendo ad esse anche compiti di qualificazione professionale. Viene infine prevista l’equiparazione delle professioni intellettuali al settore dei servizi ai fini del riconoscimento delle misure (comunitarie e nazionali) di sostegno economico per lo sviluppo dell’occupazione e degli investimenti, con particolare riferimento ai giovani.
“Gli emendamenti del Pd alla manovra non saranno oggetto di trattativa con la maggioranza, ancora di piú se la proposta indecente dell’altra parte fosse mirata ad ottenere un via libera al condono” ha precisato Anna Finocchiaro, aggiungendo che il PD è assolutamente contrario a ogni forma di condono.
Ricordiamo che la riforma delle professioni intellettuali è oggetto di dibattito da molti anni. Nel 2006, il Decreto Bersani ha abolito l’obbligatorietà dei minimi tariffari (leggi tutto) provocando le proteste della maggior parte dei professionisti e il plauso dei consumatori.
Pochi mesi fa, il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha annunciato di voler riordinare la disciplina delle professioni e abolire di decreto Bersani (leggi tutto).
Anche il Parlamento è impegnato da tempo su questo fronte: qualche settimana fa è ripresa alla Camera la discussione sulla riforma delle professioni, con un testo, presentato dalla deputata Maria Grazia Siliquini (leggi tutto), che non ha incontrato il favore del professionisti (leggi tutto).
È una delle sei “proposte a costo zero” avanzate dal Partito Democratico “per spostare dieci miliardi di euro dalla rendita e dalle posizioni dominanti a favore dei cittadini e delle imprese”. Le proposte diventeranno emendamenti alla manovra finanziaria, in discussione in questi giorni al Senato. Per il segretario del PD, Pier Luigi Bersani sono piccole lenzuolate con cui “sfidiamo il governo a dire se intende continuare con le chiacchiere o se intende fare qualche fatto”.
Le disposizioni contenute nell’emendamento puntano a:
1) modernizzare il ruolo e l’assetto degli ordini professionali per qualificare l’esercizio delle professioni, assicurare gli obblighi di corretta e trasparente informazione agli utenti, la concorrenza e la credibilità della professione nonché a tutelare l’Interesse pubblico risolvendo situazioni di conflitto;
2) garantire pari opportunità alle giovani generazioni attraverso l’accorciamento della distanza tra le fasi di studio, tirocinio (retribuito e massimo di 12 mesi) ed accesso all’esercizio effettivo della professione, l’eliminazione di qualunque requisito di età o anzianità di esercizio nell’accesso alle cariche elettive degli organi nazionali e territoriali degli ordini e infine la previsione di sostegni e borse di studio per giovani professionisti in situazioni di disagio economico;
3) riconoscere le libere associazioni costituite su base volontaria e senza diritto di esclusiva tra professionisti (sono circa 3 milioni) che svolgono attività non regolamentate in ordini, attribuendo ad esse anche compiti di qualificazione professionale. Viene infine prevista l’equiparazione delle professioni intellettuali al settore dei servizi ai fini del riconoscimento delle misure (comunitarie e nazionali) di sostegno economico per lo sviluppo dell’occupazione e degli investimenti, con particolare riferimento ai giovani.
“Gli emendamenti del Pd alla manovra non saranno oggetto di trattativa con la maggioranza, ancora di piú se la proposta indecente dell’altra parte fosse mirata ad ottenere un via libera al condono” ha precisato Anna Finocchiaro, aggiungendo che il PD è assolutamente contrario a ogni forma di condono.
Ricordiamo che la riforma delle professioni intellettuali è oggetto di dibattito da molti anni. Nel 2006, il Decreto Bersani ha abolito l’obbligatorietà dei minimi tariffari (leggi tutto) provocando le proteste della maggior parte dei professionisti e il plauso dei consumatori.
Pochi mesi fa, il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha annunciato di voler riordinare la disciplina delle professioni e abolire di decreto Bersani (leggi tutto).
Anche il Parlamento è impegnato da tempo su questo fronte: qualche settimana fa è ripresa alla Camera la discussione sulla riforma delle professioni, con un testo, presentato dalla deputata Maria Grazia Siliquini (leggi tutto), che non ha incontrato il favore del professionisti (leggi tutto).