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Ingegneri e architetti contro l’ampliamento delle competenze dei geometri

Ingegneri e architetti contro l’ampliamento delle competenze dei geometri

Proteste dalle associazioni e dai sindacati dei tecnici contro il disegno di legge 3493 presentato da Daniele Toto

Vedi Aggiornamento del 07/11/2012
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 07/11/2012
20/07/2010 - Non ha ancora iniziato l’iter in Parlamento, ma la proposta di legge 3493 che amplia le competenze dei geometri e dei periti edili, sta già tirandosi addosso le critiche di ingegneri e architetti.
 
Il disegno di legge 3493, presentato il 20 maggio scorso dal deputato Daniele Toto (leggi tutto), riprende pressoché integralmente il disegno di legge 1865 presentato alla fine del 2009 dalla senatrice Simona Vicari (leggi tutto) e propone di consentire a geometri, geometri laureati, periti industriali specializzati in edilizia e periti industriali laureati di occuparsi di progettazione architettonica e strutturale, collaudo statico e amministrativo, ristrutturazioni.
 
Contro il ddl Toto si sono già espressi i Consigli Nazionali di architetti e ingegneri che, in una nota congiunta, hanno sottolineato che per esercitare le professioni di architetto e di ingegnere “occorre superare percorsi universitari e non può una legge, prevedendo un semplice corso di 120 ore, annullare 5 anni di studio” e hanno invitato i geometri e i periti edili a “percorrere comunemente la strada della ragionevolezza” preannunciando, in caso contrario, la propria “ferma opposizione a proposte di legge basate sulle solite, inopportune ed antistoriche regalie all’“italiana”.” (leggi tutto)

Nei giorni successivi si sono mobilitate le associazioni degli Ingegneri e degli architetti liberi professionisti.
 
La Federazione NazionaleArchitetti ed Ingegneri Liberi Professionisti ha pubblicato sulla propria pagina Facebook una lettera nella quale, con un tono decisamente sarcastico, si rivolge al deputato Toto dicendogli, in primo luogo, che “il Paese ha bisogno di legislatori che conoscano le materie per le quali hanno la pretesa di legiferare” e che “lei non è architetto, non è ingegnere e non svolge la professione direttamente e da anni, ma si occupa di trasporti ed è laureato in legge”.
 
Dopo aver spiegato che “Le modalità di calcolo strutturale e le numerosissime leggi che integrano e compongono lo stesso calcolo non variano al variare dal fattore sismico” e che “tra la zona sismica 1 e 2 e la zona sismica 3 e 4 non cambia assolutamente nulla”, la FNAILP chiede al deputato Toto di stracciare la proposta di legge e addirittura di scusarsi per averla presentata.
 
Non su uno ma su quattro progetti di legge si concentra la protesta di INARSIND, il Sindacato nazionale ingegneri e architetti liberi professionisti italiani secondo cui “dopo la sciagurata riforma dell’Università, varata da Berlinguer”, “dopo le liberalizzazioni di Bersani”, “dopo la catastrofe voluta, certamente in buona fede, dalla sinistra […] alcuni onorevoli di destra provano a distruggere in modo assolutamente casuale quello che resta delle libere professioni e più segnatamente delle professioni tecniche svolte dai laureati Architetti ed Ingegneri”.
 
I progetti di legge nel mirino sono il ddl 503 “Disciplina delle libere professioni” presentato da Maria Grazia Siliquini - già contestato dagli ingegneri (leggi) e dagli ingegneri juniores (leggi) -, il ddl 1865 Vicari sulle competenze dei geometri e dei periti edili, il successivo ddl 3493 Toto sulla stessa materia e la proposta di legge 3522 “Delega al Governo per l’istituzione dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei liberi professionisti” presentata il 1° giugno 2010.
 
Con riferimento al ddl 3493 Toto, secondo INARSIND è incomprensibile che l’Avvocato Toto abbia ripresentato sostanzialmente la stessa proposta della Vicari (con la differenza che la modesta costruzione si è abbassata a 4.500 mc) aggravata dal fatto che, se la legge venisse approvata, queste competenze potrebbero essere svolte anche in “zona a rischio sismico non elevato per edifici con non più di tre piani fuori terra oltre al piano interrato o seminterrato e in  zona a rischio sismico elevato per edifici con  non più di due piani fuori terra, oltre al piano interrato o seminterrato”.
 
“Crediamo - afferma INARSIND - che la ‘buona politica’ debba impedire queste azioni che non sottostanno ad alcun ‘disegno organico’ di riforma. Soprattutto in  questo momento in cui il Ministro della Giustizia, On. Angelino Alfano, si è dichiarato intenzionato a condurre in porto  la riforma delle professioni, attesa da oltre 25 anni, entro la fine della legislatura.”
 
Gli Architetti e gli Ingegneri Liberi Professionisti Italiani, “in veste di garanti della qualità edificatoria sul territorio italiano”, avevano già lanciato una petizione online per fermare la proposta di legge 3493 come è stato già fatto per il ddl 1865, chiedendo, inoltre, di avere in futuro l'opportunità, nel comune interesse, di esprimere un parere su disegni di legge di competenza propria della Professione di Architetto e Ingegnere con laurea quinquennale e triennale.
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