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Riforma professioni: consegnata ad Alfano la proposta degli Ordini

Riforma professioni: consegnata ad Alfano la proposta degli Ordini

Il documento prevede il ritorno alle tariffe minime e la netta distinzione tra i professionisti e gli altri lavoratori autonomi

Vedi Aggiornamento del 12/07/2011
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 12/07/2011
22/07/2010 - Ieri pomeriggio i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali hanno incontrato il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, per presentagli ufficialmente il documento unitario e condiviso di proposta di riforma delle professioni.
 
Come auspicato nel primo incontro avuto con il Ministro il 15 aprile 2010 (leggi tutto), i rappresentanti del Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e delle Professioni Area Tecnica (PAT), si sono riuniti per discutere e condividere i principi e le linee guida che dovranno stare alla base della legge quadro di riforma.

“Prendo atto con grande soddisfazione”, ha detto il ministro Alfano al termine dell'incontro, “del fatto che i rappresentanti degli ordini professionali, a così poca distanza dalla convocazione degli stati generali delle professioni avvenuta il 15 aprile, abbiano già raggiunto una intesa sui contenuti della riforma delle professioni che è mia intenzione presentare al Parlamento”.
 
I contenuti del documento sono stati illustrati martedì scorso dalla presidente del CUP, Marina Calderone, al Corriere della Sera. I punti fermi della proposta sono quelli già noti: il ripristino delle tariffe minime, la copertura assicurativa obbligatoria, un maggiore rigore nel controllo della deontologia e nell’esercizio del sistema disciplinare.
 
Molto precisa è la definizione di professione intellettuale, intesa come lavoro che richiede una prestazione intellettuale e un titolo di studio universitario (o di un percorso formativo equivalente), il superamento dell’esame di Stato e l’iscrizione ad un Albo. L’obiettivo è quindi quello di distinguere in maniera netta i professionisti dagli altri lavoratori autonomi.
 
“Il principio cardine della posizione condivisa con i colleghi degli Ordini - ha spiegato Marina Calderone - è di alzare il livello di tutela dei cittadini. Quando ci si rivolge a un soggetto che deve somministrare una consulenza o una prestazione professionale, è necessario che sia chiaro con chi l’utente abbia a che fare”.
 
Ricordiamo che proprio l’ipotesi di equiparazione tra i titoli formativi professionali e universitari è stato uno dei motivi per cui gli ingegneri si sono espressi con forza contro il disegno di legge di riforma delle professioni presentato da Maria Grazia Siliquini (leggi tutto), mentre hanno accolto con favore la proposta di reintrodurre i minimi tariffari, contenuta nel disegno di legge del deputato Antonino Lo Presti (leggi tutto).
 
Il documento del CUP presentato ieri al Ministero propone, inoltre, le società di lavoro professionale con apertura del capitale sociale, purché il controllo delle società rimanga in mano a professionisti.
 
Grande attenzione è riservata alle giovani generazioni: “il nostro sistema - ha detto Calderone - negli ultimi 10 anni ha accolto oltre un milione di nuovi professionisti giovani che hanno visto negli Ordini professionali uno sbocco alla disoccupazione intellettuale, situazione virtuosa che smentisce clamorosamente la tesi che vuole i nostri Albi chiusi ai giovani. Non a caso nella nostra proposta è prevista la contemporaneità della pratica professionale con il percorso formativo accademico, proprio per incentivare e agevolare l' accesso dei giovani al mondo ordinistico”.

“Ho dato mandato ai miei uffici - ha concluso il Ministro Alfano - di tradurre i contenuti di questo documento in un concreto atto normativo, per procedere al primo passo della riforma delle professioni, cioè all’elaborazione di un vero e proprio Statuto delle Professioni. È una riforma di grande importanza per il nostro Paese, attesa da decenni ed ancora più importante data l’attuale congiuntura economica, che ha colpito duramente una categoria di lavoratori priva di ammortizzatori sociali”.

“Con questa iniziativa vogliamo lanciare, soprattutto, un messaggio chiaro: gli interessi dei professionisti e quelli dei consumatori non sono in conflitto tra loro, come finora è stato fatto ingiustamente credere. I professionisti ed i consumatori sono accomunati da un fondamentale obiettivo, quello della garanzia della qualità dei servizi professionali. La riforma che ho in mente responsabilizzerà al massimo gli ordini professionali, che saranno chiamati ad essere garanti, di fronte all’utenza, della serietà e della professionalità dei loro assistiti, e garantirà ai professionisti il diritto ad un compenso effettivamente proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto ed in ogni caso sufficiente ad assicurar loro un’esistenza libera e dignitosa”.

A settembre il Ministro incontrerà nuovamente i rappresentanti delle professioni ed entro ottobre presenterà il disegno di legge di riforma, in base al quale saranno poi definite le discipline di dettaglio delle singole categorie.
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