Piano Casa, buona la risposta delle Marche
NORMATIVA
Piano Casa, buona la risposta delle Marche
Meno istanze in Abruzzo, i bilanci del Tour organizzato da Edilportale
21/09/2010 - Alto indice di gradimento per il Piano Casa nelle Marche. Registrato invece un numero di domande più basso in Abruzzo. Il dato è emerso durante il “Piano Casa Tour”, organizzato da Edilportale in collaborazione con Agorà, che mercoledì e giovedì scorso ha fatto tappa ad Avezzano ed Ancona.
Marche
A conferma dell’interesse manifestato da relatori e partecipanti al convegno i dati snocciolati da Marinella Topi, Presidente della Commissione Urbanistica Anci Marche. Fino a luglio in 69 comuni sono infatti state presentate 814 domande, di cui 734 richieste di ampliamento e 80 istanze di sostituzione edilizia attraverso demolizione e successiva ricostruzione. Merito di un testo avanzato e ben calibrato, dicono gli addetti ai lavori, che presta attenzione non solo allo sviluppo, ma anche al rispetto urbanistico.
Nonostante il dato incoraggiante, che si colloca in controtendenza rispetto alla media nazionale, gli enti locali hanno avviato un dialogo con la Commissione tecnica per lo studio di eventuali correzioni e la predisposizione di norme interpretative.
Secondo Rodolfo Novelli, dirigente regionale per il governo del territorio, mobilità e infrastrutture, la difficoltà più grande è stata la centralizzazione delle decisioni a livello regionale visto che dal ’92 la componente urbanistica è stata trasferita alle Province.
Per aumentare la risonanza della L.R. 22/2009 sono quindi allo studio una serie di iniziative. Si pensa in primo luogo ad allentare il legame tra premialità volumetriche e miglioramento dell’efficienza energetica, lasciando ai cittadini la possibilità di ricorrere solo alla normativa nazionale o di scendere al punteggio 2 del Protocollo sintetico Itaca Regione Marche.
Tra le proposte spiccano anche l’inclusione delle zone A, con conseguente piano di recupero, e un maggiore ricorso alle “deroghe a tempo determinato”, fermo restando il rispetto delle distanze minime previsto dal DM 1444/1968. Misure che secondo l’Assessore all’Urbanistica Luigi Viventi potrebbero sommarsi alla cumulabilità con gli incentivi previsti da altre norme, all’inclusione delle aree inondabili da riqualificare e alla rimozione dei limiti per la ricostruzione degli edifici demoliti.
A queste iniziative, raccolte in cinque progetti di modifica della legge regionale, si aggiungono altre proposte dei rappresentanti del settore edile e dei progettisti. Si va dall’eliminazione del tetto dei 200 metri cubi per gli ampliamenti, all’introduzione della Scia, agli incentivi volumetrici per l’adeguamento sismico e alla delocalizzazione dalle aree a rischio idrogeologico. Fino al mutamento di destinazione d’uso, gravante sia sull’aspetto edilizio che urbanistico.
Abruzzo
Ha avuto invece meno presa la legge dell’Abruzzo, frutto di un compromesso politico che non ha reso possibile misure più coraggiose. Colpa, polemizza il presidente del Collegio dei geometri de L’Aquila Giampiero Sansone, di un mancato confronto sugli aspetti di premialità, snellimento e straordinarietà.
Tra i problemi registrati dai Comuni c’è la destinazione degli oneri di urbanizzazione, che finendo nelle casse regionali, come evidenziato da Luigi Sigismondi di Anci Abruzzo, non possono essere reinvestiti per il miglioramento della viabilità o altri interventi di riqualificazione.
Chieste infine dall’Ordine degli ingegneri delucidazioni sulla certificazione antisismica, finora mai utilizzata.
Per il futuro si pensa quindi a concedere incentivi agli interventi sulle strutture turistiche, ma anche all’utilizzo dei sottotetti e al coinvolgimento di aree dismesse ed edifici produttivi, attualmente esclusi dalle misure di rilancio.
Marche
A conferma dell’interesse manifestato da relatori e partecipanti al convegno i dati snocciolati da Marinella Topi, Presidente della Commissione Urbanistica Anci Marche. Fino a luglio in 69 comuni sono infatti state presentate 814 domande, di cui 734 richieste di ampliamento e 80 istanze di sostituzione edilizia attraverso demolizione e successiva ricostruzione. Merito di un testo avanzato e ben calibrato, dicono gli addetti ai lavori, che presta attenzione non solo allo sviluppo, ma anche al rispetto urbanistico.
Nonostante il dato incoraggiante, che si colloca in controtendenza rispetto alla media nazionale, gli enti locali hanno avviato un dialogo con la Commissione tecnica per lo studio di eventuali correzioni e la predisposizione di norme interpretative.
Secondo Rodolfo Novelli, dirigente regionale per il governo del territorio, mobilità e infrastrutture, la difficoltà più grande è stata la centralizzazione delle decisioni a livello regionale visto che dal ’92 la componente urbanistica è stata trasferita alle Province.
Per aumentare la risonanza della L.R. 22/2009 sono quindi allo studio una serie di iniziative. Si pensa in primo luogo ad allentare il legame tra premialità volumetriche e miglioramento dell’efficienza energetica, lasciando ai cittadini la possibilità di ricorrere solo alla normativa nazionale o di scendere al punteggio 2 del Protocollo sintetico Itaca Regione Marche.
Tra le proposte spiccano anche l’inclusione delle zone A, con conseguente piano di recupero, e un maggiore ricorso alle “deroghe a tempo determinato”, fermo restando il rispetto delle distanze minime previsto dal DM 1444/1968. Misure che secondo l’Assessore all’Urbanistica Luigi Viventi potrebbero sommarsi alla cumulabilità con gli incentivi previsti da altre norme, all’inclusione delle aree inondabili da riqualificare e alla rimozione dei limiti per la ricostruzione degli edifici demoliti.
A queste iniziative, raccolte in cinque progetti di modifica della legge regionale, si aggiungono altre proposte dei rappresentanti del settore edile e dei progettisti. Si va dall’eliminazione del tetto dei 200 metri cubi per gli ampliamenti, all’introduzione della Scia, agli incentivi volumetrici per l’adeguamento sismico e alla delocalizzazione dalle aree a rischio idrogeologico. Fino al mutamento di destinazione d’uso, gravante sia sull’aspetto edilizio che urbanistico.
Abruzzo
Ha avuto invece meno presa la legge dell’Abruzzo, frutto di un compromesso politico che non ha reso possibile misure più coraggiose. Colpa, polemizza il presidente del Collegio dei geometri de L’Aquila Giampiero Sansone, di un mancato confronto sugli aspetti di premialità, snellimento e straordinarietà.
Tra i problemi registrati dai Comuni c’è la destinazione degli oneri di urbanizzazione, che finendo nelle casse regionali, come evidenziato da Luigi Sigismondi di Anci Abruzzo, non possono essere reinvestiti per il miglioramento della viabilità o altri interventi di riqualificazione.
Chieste infine dall’Ordine degli ingegneri delucidazioni sulla certificazione antisismica, finora mai utilizzata.
Per il futuro si pensa quindi a concedere incentivi agli interventi sulle strutture turistiche, ma anche all’utilizzo dei sottotetti e al coinvolgimento di aree dismesse ed edifici produttivi, attualmente esclusi dalle misure di rilancio.