26/10/2010 - “Cosa è ancora necessario sapere per prorogare una giusta misura di politica industriale ed ambientale, possibilmente non il 31 Dicembre dell’anno in cui scade?”.
Se lo chiede Confindustria F.IN.CO, la Federazione delle Industrie delle Costruzioni, in un comunicato che afferma come la logica ed i numeri dimostrino l’opportunità di rinnovare il bonus 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
“Non ci sono motivazioni economiche, sociali o industriali per attendere oltre”, afferma Cirino Mendola, Presidente Finco. È singolare - si legge nel comunicato - che una misura di politica industriale di rilevante, positivo e verificato riscontro sotto vari aspetti non venga rinnovata, ed anzi ampliata a settori attualmente esclusi, come ad esempio le schermature solari. È paradossale perché oltretutto essa non comporta un aggravio per le casse dello Stato, anche volendo considerare questo solo aspetto. E allora - si chiede Finco - perché ridursi all’ultimo minuto quando i dati sono a disposizione da maggio?
Secondo la Federazione, il mondo industriale non comprenderebbe una mancata conferma o una rimodulazione al ribasso del bonus. E ricorda due recenti studi, uno commissionato dall’ENEA al Cresme (leggi tutto) ed uno effettuato dall’Agenzia delle Entrate, che hanno dimostrato, attraverso un’analisi costi-benefici sia dal punto di vista economico che da quello sociale, l’effetto positivo delle detrazioni del 55% per l’intero Sistema Paese nel periodo di applicazione (dal 2007 ad oggi).
Infatti - spiega Finco -, a fronte di un investimento totale, calcolato sulla base di tutti gli interventi realizzati dalla collettività, di 11.100 milioni di euro e, quindi, di 6.110 milioni di mancato gettito fiscale per le casse dell’Erario, vi sono stati 3.100 milioni di risparmio sulla bolletta energetica, nonché 3.250 milioni di gettito fiscale aggiuntivo derivante dall’emersione del sommerso. Solo questi ultimi due dati - aggiunge Finco - basterebbero a bilanciare il costo sostenuto dallo Stato in termini di minori imposte in entrata (6.350 in; 6.110 out); se però a ciò si aggiunge l’incremento del valore del patrimonio immobiliare di oltre 4.000 milioni di euro, per effetto delle migliorie apportate e dei conseguenti maggiori importi incassati dall’Erario per l’aumentato reddito, il vantaggio economico risulta ancor più significativo ( 10.660 in; 6.110 out).
Vanno poi considerati - spiega ancora Finco - gli ulteriori vantaggi di carattere generale: il sostegno all’occupazione, l’impulso all’innovazione tecnologica nella filiera delle costruzioni, l’incremento del comfort degli immobili, l’implementazione del mix energetico nazionale, la forte riduzione di emissioni di CO2, aspetto particolarmente rilevante nell’ottica degli impegni comunitari.
L’analisi dell’ENEA mostra il trend al 2015, evidenziando i risultati positivi che si stanno determinando sull’economia nazionale e che continueranno a determinarsi nei prossimi anni: in questa ottica è fondamentale - secondo Finco - prorogare il 55% per non interrompere il circolo virtuoso innescato. Senza rinnovo invece - avverte la Federazione -, verrebbe interrotto il processo di innovazione tecnologica e di efficientamento energetico in atto; si verificherebbe un’inversione di rotta per il risparmio energetico, per la riduzione di emissioni di CO2 e per la sempre più diffusa cultura ambientale. In ultimo, ma sicuramente non per ordine di importanza, il mancato rinnovo provocherebbe un aggravio per le casse dello Stato a partire dal 2011.
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