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Fotovoltaico, limitati gli impianti a terra in area agricola

Fotovoltaico, limitati gli impianti a terra in area agricola

Oneri aggiuntivi nella bozza di decreto per il recepimento della direttiva UE sulla promozione delle rinnovabili

Vedi Aggiornamento del 24/01/2012
di Paola Mammarella
02/12/2010 - A due giorni dall’approvazione in prima lettura del decreto legislativo che recepisce la Direttiva 2009/28/CE per la promozione delle energie rinnovabili, il dibattito si accende sulle modifiche introdotte. Rispetto al testo entrato, il CdM ha infatti dato il via libera a misure aggiuntive, che introducono altri oneri a carico del fotovoltaico in area agricola.
 
Requisiti per il fotovoltaico a terra in area agricola
All’articolo 8 dello schema è stato infatti aggiunto un comma in base al quale gli impianti solari fotovoltaici con moduli a terra in area agricola possono accedere agli incentivi statali se la potenza nominale dell’impianto non è superiore a 1 MW e il rapporto tra la potenza nominale dell’impianto e la superficie del terreno nella disponibilità del proponente non è superiore a 50 kW per ogni ettaro.
 
Queste condizioni si aggiungono a quelle contenute nell’allegato 2 del decreto, secondo il quale non solo i componenti e gli impianti devono essere realizzati nel rispetto dei requisiti tecnici minimi stabiliti nei provvedimenti recanti i criteri di incentivazione, ma i moduli devono anche essere garantiti per almeno 5 o 10 anni, che decorrono dall’entrata in vigore del decreto.
 
Le reazioni
L’introduzione della nuova disposizione è stata voluta dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan, che ha affermato di voler proteggere il terreno agricolo dalle speculazioni industriali. Secondo Galan gli impianti fotovoltaici devono essere considerati un nuovo prodotto dell'agricoltura e quindi una delle possibili scelte per gli agricoltori. Per questo motivo la grandezza degli impianti dovrebbe essere direttamente proporzionale alla superficie agricola posseduta, utilizzando al massimo il 10% del terreno a disposizione.
 
Il presidente di Assosolare Gianni Chianetta ha espresso contrarietà sul nuovo provvedimento, giudicato “grave limite e freno allo sviluppodel settore fotovoltaico in Italia”. Le scelte effettuate contrasterebbero con i recenti provvedimenti come le linee guida e il terzo conto energia.
 
L’associazione ha inoltre spiegato che la paura dell’occupazione dell'agricoltura sarebbe infondata. Se anche tutti i 3 GW del terzo conto energia fossero realizzati in impianti a terra, questi occuperebbero circa 6 mila ettari. In base ai dati ISTAT la superficie totale agricola e forestale in Italia è di 19,6 milioni di ettari, di cui 13,2 milioni sono utilizzati per l'agricoltura. Il fotovoltaico impegnerebbe lo 0,045% della superficie agricola.
Chianetta ha infine giudicato incoerente il provvedimento per la tutela degli agricoltori con l’esclusione delle serre fotovoltaiche dal conto energia.
 
Si è dimostrata più positiva l’Aper, che pur esprimendo soddisfazione per gli obiettivi perseguiti dal decreto, ha raccomandato di evitare shock normativi. Secondo l’Associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili, gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola sono già efficacemente regolamentati dal DM 6 agosto 2010, Terzo Conto Energia per il periodo 2011-2013.
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