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Sicurezza: energia e trasporti nel programma per le infrastrutture critiche

Sicurezza: energia e trasporti nel programma per le infrastrutture critiche

Oggi e domani il decreto in Senato, accesso ristretto alle informazioni sensibili sui rischi

di Paola Mammarella
18/01/2011 - Energia e trasporti al centro del programma per il miglioramento e la protezione delle infrastrutture critiche. È il contenuto della bozza di decreto legislativo per il recepimento della Direttiva 2008/114/CE, in discussione oggi e domani al Senato.
 
Per infrastruttura critica si intende un elemento che garantisce un servizio alla popolazione, essenziale per il mantenimento delle funzioni vitali della società, il cui danneggiamento provocherebbe un impatto negativo non solo sul Paese membro, ma anche su altri componenti dell’Unione Europea. L’entità dell’impatto è valutata in base al numero di vittime, effetto sul Pil, sofferenza della popolazione, perturbazione della vita quotidiana e sfiducia nelle istituzioni.
 
Nell’ambito dell’individuazione delle infrastrutture da proteggere da eventi calamitosi o da attività dolose, il settore energia è suddiviso in sottosettori comprendenti infrastrutture per la produzione, trasmissione e fornitura dell’elettricità, oleodotti e strutture di raffinazione del petrolio, terminali GNL e infrastrutture per la produzione, raffinazione e stoccaggio del gas.
 
Operazione analoga per il settore trasporti, suddiviso in trasporto stradale, aereo, ferroviario, navigazione interna, marittimo a corto raggio e porti.
 
Per ogni infrastruttura devono essere valutate diverse ipotesi, tenendo conto della disponibilità di alternative, della durata del danneggiamento e degli eventuali tempi di ripristino. Ogni infrastruttura critica deve inoltre essere dotata di un piano di sicurezza dell’operatore, comprendente la valutazione dei rischi e l’individuazione delle priorità.
 
Le misure per la messa in sicurezza delle infrastrutture si differenziano in permanenti e ad applicazione graduata. Le prime comprendono sistemi di protezione fisica, allertamento, controllo, verifica, comunicazione, addestramento del personale e continuità del funzionamento degli strumenti informatici. La seconda tipologia viene invece attivata in base ai rischi esistenti in un determinato periodo di tempo.
 
La classificazione come infrastruttura critica è operata dal Nisp, Nucleo interministeriale situazione e pianificazione, cui fanno capo membri del Ministero dello Sviluppo Economico - Settore Energia, e del Ministero delle Infrastrutture. Il processo per la designazione delle infrastrutture critiche è riesaminato ogni cinque anni.
 
Secondo il testo, le informazioni sulle infrastrutture critiche sono soggette a restrizioni e possono essere rilasciate solo dietro nulla osta. I documenti sulle valutazioni di rischio sono infatti considerati dati sensibili.
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