Sicurezza sul lavoro, sotto accusa il Regolamento Appalti
SICUREZZA
Sicurezza sul lavoro, sotto accusa il Regolamento Appalti
Finco: pochi controlli sui ribassi e mancato coinvolgimento delle imprese specialiste compromettono la salute dei lavoratori
24/01/2011 - Sicurezza sul lavoro compromessa da filiera dei controlli, mancato coinvolgimento delle imprese specialiste e da alcune norme del Regolamento attuativo del Codice Appalti. È la sintesi dell’audizione in Senato di Finco, Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le costruzioni, nell’ambito della commissione parlamentare di inchiesta sugli infortuni e le morti bianche.
Per Angelo Artale, direttore generale di Finco, le imprese specialiste non sono adeguatamente coinvolte nelle decisioni normative di settore, come invece accade per le aziende generaliste.
Ad esempio, oltre al criterio del massimo ribasso, che svantaggia le imprese più serie, il regolamento attuativo del Codice Appalti, giudicato apprezzabile da Artale, estende in modo pericoloso il subappalto alla realizzazione delle opere specialistiche, eliminando l'obbligo di specifici e rigorosi requisiti di qualificazione per i subappaltatori.
Sulla stessa lunghezza d’onda Anna Danzi, vice direttore di Finco, secondo la quale la riclassificazione di alcune opere specialistiche come lavorazioni generiche, consente che possano essere appaltate o subappaltate anche ad imprese non qualificate. Mancherebbero inoltre dei controlli effettivi sulle percentuali di ribasso, per cui in certi casi si arriverebbe a prezzi finali inferiori al costo del lavoro.
A ciò si aggiunge l’articolo 85 del Regolamento, che consente alle imprese appaltatrici di acquisire la qualificazione SOA per una quota dei lavori svolti dalle imprese subappaltatrici. In questo modo, dopo un certo numero di contratti le imprese possono concorrere anche ad appalti per i quali non possiedono direttamente le necessarie competenze. L'eliminazione dell'Allegato A1, previsto nelle prime bozze del Regolamento, ha fatto venir meno l'obbligo per le aziende di possedere più severi requisiti di qualificazione.
Anche secondo Gabriella Gherardi, consigliere incaricato Finco e presidente di Aises, il problema consiste nell’esternalizzazione di molte fasi delle lavorazioni. Spesso le ditte subappaltatrici offrono minori controlli e garanzie rispetto agli altri.
Allo stesso tempo, le imprese operanti nel settore delle opere specialistiche hanno difficoltà a partecipare alle gare o non hanno rapporti diretti con il contraente generale, ma solo con i subappaltatori.
Una situazione sulla quale, a detta del senatore Pd Nerozzi, continueranno le indagini della commissione.
Per Angelo Artale, direttore generale di Finco, le imprese specialiste non sono adeguatamente coinvolte nelle decisioni normative di settore, come invece accade per le aziende generaliste.
Ad esempio, oltre al criterio del massimo ribasso, che svantaggia le imprese più serie, il regolamento attuativo del Codice Appalti, giudicato apprezzabile da Artale, estende in modo pericoloso il subappalto alla realizzazione delle opere specialistiche, eliminando l'obbligo di specifici e rigorosi requisiti di qualificazione per i subappaltatori.
Sulla stessa lunghezza d’onda Anna Danzi, vice direttore di Finco, secondo la quale la riclassificazione di alcune opere specialistiche come lavorazioni generiche, consente che possano essere appaltate o subappaltate anche ad imprese non qualificate. Mancherebbero inoltre dei controlli effettivi sulle percentuali di ribasso, per cui in certi casi si arriverebbe a prezzi finali inferiori al costo del lavoro.
A ciò si aggiunge l’articolo 85 del Regolamento, che consente alle imprese appaltatrici di acquisire la qualificazione SOA per una quota dei lavori svolti dalle imprese subappaltatrici. In questo modo, dopo un certo numero di contratti le imprese possono concorrere anche ad appalti per i quali non possiedono direttamente le necessarie competenze. L'eliminazione dell'Allegato A1, previsto nelle prime bozze del Regolamento, ha fatto venir meno l'obbligo per le aziende di possedere più severi requisiti di qualificazione.
Anche secondo Gabriella Gherardi, consigliere incaricato Finco e presidente di Aises, il problema consiste nell’esternalizzazione di molte fasi delle lavorazioni. Spesso le ditte subappaltatrici offrono minori controlli e garanzie rispetto agli altri.
Allo stesso tempo, le imprese operanti nel settore delle opere specialistiche hanno difficoltà a partecipare alle gare o non hanno rapporti diretti con il contraente generale, ma solo con i subappaltatori.
Una situazione sulla quale, a detta del senatore Pd Nerozzi, continueranno le indagini della commissione.