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Ingegneri: nonostante la crisi, conservano la ‘piena occupazione’
MERCATI
Ingegneri: nonostante la crisi, conservano la ‘piena occupazione’
Presentato il 1° Rapporto sugli Ingegneri: il numero cresce, aumentano le donne ma il reddito è sceso di oltre il 10% tra il 2007 e il 2010
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del 19/06/2012
18/02/2011 - Continua a crescere il numero degli ingegneri in Italia, con una componente femminile che diviene sempre più consistente; pur “stressati” dalla crisi, gli ingegneri conservano una condizione di “piena occupazione”. Anche l’Ordine e la libera professione attraggono sempre più giovani, consolidando la propria posizione in un mercato dei servizi professionali caratterizzato da una congiuntura negativa. Gli ingegneri italiani si confermano una componente altamente qualificata della forza lavoro e si propongono come motore dello sviluppo futuro del Paese.
È quanto emerge dal 1° Rapporto sugli Ingegneri in Italia, presentato ieri a Roma, realizzato dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che ha anilizzato i processi formativi, le dinamiche occupazionali e retributive, l’accesso e la pratica della libera professione.
Cresce l’attrattività della Facoltà d’ingegneria
A differenza di molti altri Paesi europei, in Italia aumentano le immatricolazioni alla Facoltà di ingegneria, coinvolgendo un crescente numero di donne. Nell’anno accademico 2009/10 sono stati 38.372 le matricole nelle facoltà di ingegneria, il 13,1% del totale, con un incremento del 3,7% rispetto all’a.a. 2008/09. Le donne sono il 23,8% degli immatricolati.
Nonostante la crisi, è ancora “piena occupazione” per i laureati in ingegneria
In base ai dati Istat sulle Forze di lavoro, nel 2009 i laureati in ingegneria erano 547mila, di cui 417mila occupati; nel 73% dei casi si tratta di lavoratori dipendenti, mentre il settore che assorbe il numero maggiore di ingegneri continua ad essere quello dei servizi (64% circa). Rispetto al 2008, cresce significativamente il tasso di disoccupazione, passando dal 3,1 al 4%, in conseguenza del crollo delle assunzioni nelle imprese private che nel 2009 si sono attestate a 16.210 unità. Già nel 2010, però, i laureati in ingegneria tornano ad una condizione di sostanziale “piena occupazione”; il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro rileva in tale anno un significativo incremento delle assunzioni di ingegneri, superiori alle 20.000 unità, con conseguente saturazione dell’output delle facoltà di Ingegneria.
La libera professione resiste in una congiuntura difficile
La professione di ingegnere continua ad attrarre un numero significativo di giovani. Nel 2009 hanno conseguito l’abilitazione professionale 13.497 laureati, il 3,3% in più rispetto al 2008. Quella di ingegnere era e rimane una professione aperta: supera l’esame di abilitazione l’89% dei candidati per la sezione A e l’80,3% per la B, a conferma dell’assenza di “barriere” per l’accesso alla professione di ingegnere.
Di conseguenza, aumentano gli ingegneri che svolgono la libera professione: nel 2010 sono 70.200, il 21% in più del 2006; ad essi si aggiungono oltre 24.000 ingegneri che associano l’attività professionale al lavoro dipendente. A fronte di un crollo del principale mercato per i servizi professionali degli ingegneri, quello connesso al settore delle costruzioni, passato dai 21,4 miliardi di euro del 2008 ai 16,3 miliardi di euro del 2010, cresce la quota di appannaggio degli ingegneri che sale dal 17,7% del 2008 al 20,4% del 2010. Naturalmente la crisi ha intaccato i redditi professionali degli ingegneri; i 37.927 euro registrati nel 2010 sono inferiori, in valori costanti, di oltre il 10% rispetto al 2007.
Permangono, peraltro, le criticità più volte segnalate dalle indagini del Centro studi del CNI: livelli retributivi in contrazione e sensibilmente inferiori rispetto a quelli garantiti nei principali Paesi europei; squilibri territoriali tra offerta e domanda di competenze d’ingegneria; fallimento del percorso accademico di ciclo breve (laurea); marginalizzazione dei liberi professionisti nel mercato dei bandi pubblici di progettazione.
È quanto emerge dal 1° Rapporto sugli Ingegneri in Italia, presentato ieri a Roma, realizzato dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che ha anilizzato i processi formativi, le dinamiche occupazionali e retributive, l’accesso e la pratica della libera professione.
Cresce l’attrattività della Facoltà d’ingegneria
A differenza di molti altri Paesi europei, in Italia aumentano le immatricolazioni alla Facoltà di ingegneria, coinvolgendo un crescente numero di donne. Nell’anno accademico 2009/10 sono stati 38.372 le matricole nelle facoltà di ingegneria, il 13,1% del totale, con un incremento del 3,7% rispetto all’a.a. 2008/09. Le donne sono il 23,8% degli immatricolati.
Nonostante la crisi, è ancora “piena occupazione” per i laureati in ingegneria
In base ai dati Istat sulle Forze di lavoro, nel 2009 i laureati in ingegneria erano 547mila, di cui 417mila occupati; nel 73% dei casi si tratta di lavoratori dipendenti, mentre il settore che assorbe il numero maggiore di ingegneri continua ad essere quello dei servizi (64% circa). Rispetto al 2008, cresce significativamente il tasso di disoccupazione, passando dal 3,1 al 4%, in conseguenza del crollo delle assunzioni nelle imprese private che nel 2009 si sono attestate a 16.210 unità. Già nel 2010, però, i laureati in ingegneria tornano ad una condizione di sostanziale “piena occupazione”; il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro rileva in tale anno un significativo incremento delle assunzioni di ingegneri, superiori alle 20.000 unità, con conseguente saturazione dell’output delle facoltà di Ingegneria.
La libera professione resiste in una congiuntura difficile
La professione di ingegnere continua ad attrarre un numero significativo di giovani. Nel 2009 hanno conseguito l’abilitazione professionale 13.497 laureati, il 3,3% in più rispetto al 2008. Quella di ingegnere era e rimane una professione aperta: supera l’esame di abilitazione l’89% dei candidati per la sezione A e l’80,3% per la B, a conferma dell’assenza di “barriere” per l’accesso alla professione di ingegnere.
Di conseguenza, aumentano gli ingegneri che svolgono la libera professione: nel 2010 sono 70.200, il 21% in più del 2006; ad essi si aggiungono oltre 24.000 ingegneri che associano l’attività professionale al lavoro dipendente. A fronte di un crollo del principale mercato per i servizi professionali degli ingegneri, quello connesso al settore delle costruzioni, passato dai 21,4 miliardi di euro del 2008 ai 16,3 miliardi di euro del 2010, cresce la quota di appannaggio degli ingegneri che sale dal 17,7% del 2008 al 20,4% del 2010. Naturalmente la crisi ha intaccato i redditi professionali degli ingegneri; i 37.927 euro registrati nel 2010 sono inferiori, in valori costanti, di oltre il 10% rispetto al 2007.
Permangono, peraltro, le criticità più volte segnalate dalle indagini del Centro studi del CNI: livelli retributivi in contrazione e sensibilmente inferiori rispetto a quelli garantiti nei principali Paesi europei; squilibri territoriali tra offerta e domanda di competenze d’ingegneria; fallimento del percorso accademico di ciclo breve (laurea); marginalizzazione dei liberi professionisti nel mercato dei bandi pubblici di progettazione.