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Piano Casa, Lazio più vicino al varo della nuova legge

Piano Casa, Lazio più vicino al varo della nuova legge

La Commissione Urbanistica approva la proposta della Giunta, Consiglio alle prese con gli emendamenti

Vedi Aggiornamento del 05/08/2011
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 05/08/2011
22/02/2011 - Passi avanti per il rilancio dell’edilizia nel Lazio. È iniziata la discussione dei circa 1200 emendamenti al testo per la modifica del Piano Casa.
 
Nei giorni scorsi la Commissione Urbanistica ha analizzato non solo il ddl presentato dalla Giunta regionale, ma anche una proposta avanzata dal Consiglio provinciale di Frosinone. Come testo base è stato alla fine adottata la bozza dell’esecutivo.
 
Il testo della Giunta
Visto il fallimento della legge 21, bloccata, secondo gli addetti ai lavori, da una serie di vincoli procedurali, il nuovo ddl propone un ampliamento degli interventi ammissibili, rafforzando anche gli incentivi per l’adeguamento del patrimonio edilizio esistente.
 
Sono consentiti gli interventi in zona agricola, le sopraelevazioni e la sostituzione degli edifici industriali, nonché la monetizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria impossibili da realizzare.
 
Nei comuni con più di 250 mila abitanti diventa obbligatorio reperire aree per la costruzione di alloggi di edilizia sociale. In genere, le aree devono essere cedute gratuitamente con una quota di edificabilità non inferiore al 70%. Il restante 30% resta invece a disposizione del proprietario.
 
Il testo, inoltre, include tra i sottotetti i volumi situati sotto la copertura a falda e computati nel volume residenziale a patto che siano suddivisibili con un solaio intermedio che assicuri il rispetto delle altezze minime.
 
La proposta della Provincia di Frosinone
Durante lo studio di un’alternativa al Piano Casa, il Consiglio aveva riconosciuto la regolarità del ddl di iniziativa del Consiglio provinciale di Frosinone. Il testo muoveva alcune osservazioni alla legge 21, come il divieto di ampliare gli immobili situati nei centri storici o l’esclusione delle zone agricole.
 
Sulla stessa scia del testo della Giunta, venivano poi criticate le procedure burocratiche lunghe e costose, così come le percentuali di ampliamento insufficienti per andare incontro alle esigenze dei cittadini e incentivarne gli investimenti.
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