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Decreto Rinnovabili, le proposte delle associazioni imprenditoriali

Decreto Rinnovabili, le proposte delle associazioni imprenditoriali

Richieste modifiche al testo per dare certezza agli investimenti in corso e definire nuovi obiettivi di potenza elettrica da rinnovabili

Vedi Aggiornamento del 08/04/2011
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 08/04/2011
22/03/2011 - In attesa della convocazione dei tavoli tecnici, nell’ambito dei quali il Ministero dello Sviluppo economico si confronterà con gli operatori del settore delle eco-energie, prosegue l’acceso dibattito sul Decreto Rinnovabili, ribattezzato 'Quarto Conto Energia'.

Nei prossimi giorni sarà sottoposta al Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, una proposta congiunta preparata da alcune associazioni di categoria (Aper, Asso Energie Future, Assosolare, Ises Italia) che insieme rappresentano oltre 1.000 aziende.
 
La proposta prevede di modificare il Decreto Rinnovabili:
- neutralizzando gli effetti retroattivi del decreto, che colpirebbero sia gli impianti in esercizio che quelli in costruzione;
- eliminando il meccanismo delle aste che - secondo le associazioni - non funziona come già  dimostrato da fallimentari esperienze in UK, Spagna, Brasile e Portogallo;
- semplificando le procedure autorizzative, dal momento che gli oneri di sviluppo di un impianto da rinnovabili sono in massima parte legati alla forte incertezza del procedimento e alla grande durata reale dell’autorizzazione (per il fotovoltaico 1-2 anni e per l’eolico 5 anni contro i 180 giorni previsti da linee guida nazionali).

Anche R.ETE. Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio) lancia quattro proposte per fronteggiare la crisi delle imprese:
1. immediata emanazione di una clausola di transizione che consenta di dare certezza agli investimenti in corso;
2. definizione di nuovi obiettivi di potenza elettrica da fonte rinnovabile e da fotovoltaico in alternativa ai ventilati tetti alle risorse o alla potenza installata;
3. salvaguardia soprattutto per i piccoli impianti di produzione “a tetto” delle famiglie e delle micro e piccole imprese artigianali, commerciali, turistiche e dei servizi;
4. razionalizzazione e riformulazione delle voci che nella bolletta elettrica sono destinate al finanziamento della gestione degli impianti. Si tratta delle risorse destinate al CIP 6 e delle altre voci di spesa non necessarie, inclusa la rimodulazione della parte fiscale, che oggi grava soprattutto sulle piccole e medie imprese. Tutte queste risorse devono essere destinate al finanziamento di nuovi obiettivi di produzione da fotovoltaico, senza gravare ulteriormente sui costi sostenuti dalle famiglie e dalle piccole e medie  imprese.
 
Il Presidente di R.ETE. Imprese Italia, Ivan Malavasi, ha infine chiesto al Governo la rapida approvazione del nuovo decreto d’incentivazione del fotovoltaico, senza attendere la scadenza del 30 aprile, per dare una risposta alla grave situazione che stanno vivendo 85mila piccole imprese interessate alla produzione, installazione e commercializzazione degli impianti e della componentistica, con oltre 150mila addetti.
 
Intanto il coordinamento SOS Rinnovabili invita a scrivere una lettera ai Presidenti delle Regioni, che nei prossimi giorni saranno interpellati dal Ministro Romani, per chiedere il loro aiuto nella difesa del settore fotovoltaico. SOS Rinnovabili chiede ai Governatori di “prendere una ulteriore posizione forte e chiara a favore di tutti gli imprenditori e lavoratori che hanno investito tutto”.
 
E proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha esortato a “sviluppare la ricerca delle fonti energetiche alternative e rinnovabili, perché è indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali”.
 
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