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Niente Durc se l’impresa sfora con il part-time

Niente Durc se l’impresa sfora con il part-time

Min. Lavoro: oltre i limiti del Ccnl si applica la contribuzione virtuale come nei casi di irregolarità

Vedi Aggiornamento del 07/06/2011
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 07/06/2011
10/03/2011 - Le imprese edili che ricorrono al lavoro part-time oltre i limiti stabiliti dalla legge incorrono in irregolarità del Durc. Lo ha chiarito il Ministero del Lavoro, che con la Circolare 8/2011 ha risposto a un interpello sull’interpretazione del D.lgs.61/2000 posto dall’Ance, Associazione nazionale costruttori edili. In questi casi, il Documento unico di regolarità contributiva non può quindi essere rilasciato.
 
Il contratto nazionale per l’edilizia e l’industria disciplina il lavoro part-time, che può essere orizzontale, verticale o misto, per impedirne un utilizzo improprio rispetto alla normativa di settore.
 
Un’impresa non può assumere con contratto a tempo parziale una quota superiore al 3% dei lavoratori a tempo indeterminato e al 30% degli operai a tempo pieno.
 
Dopo aver raggiunto queste quote, per ogni ulteriore contratto, stipulato con la formula part-time, si configura una violazione delle norme contrattuali. Dal conteggio delle percentuali sono invece esclusi i contratti part-time precedenti all’entrata in vigore del contratto nazionale.
 
Il Ministero del Lavoro ha ricordato che secondo l’Inps, nel settore edile spetta la contribuzione virtuale se il lavoratore non è impegnato per tutto l’orario previsto senza motivi ben determinati. Il riferimento su cui calcolare la contribuzione è la retribuzione commisurata alle ore previste dal contratto nazionale. La contribuzione virtuale si applica anche ai lavoratori part-time che eccedono i limiti di legge.
 
Ciò significa che i contratti eccedenti creano conseguenze simili alla mancata corresponsione dei contributi. In base alla quale non può essere rilasciato il Durc.
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