Quarto Conto Energia: il testo del decreto firmato dai Ministri
NORMATIVA
Quarto Conto Energia: il testo del decreto firmato dai Ministri
Annunciati ricorsi contro il decreto e richieste di risarcimento
06/05/2011 - Dopo il parere consultivo del Consigli dei Ministri di ieri, il quarto Conto Energia, il decreto che ridefinisce il sistema degli incentivi agli impianti fotovoltaici, è stato firmato dai Ministri dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo.
I contenuti
Il decreto prevede un nuovo regime di sostegno basato su obiettivi temporali progressivi di potenza installata e su previsioni annuali di spesa.
Sono previsti:
- un obiettivo nazionale di potenza installata di circa 23.000 MW;
- uno stanziamento indicativo di 6 - 7 miliardi di euro all’anno per gli incentivi;
- tetti di spesa semestrali fino al 2012 e introduzione del modello tedesco dal 2013;
- per i ‘piccoli impianti’ (fino a 1 MW se installati su edifici e fino 200 kW se a terra) non è previsto alcun tetto di spesa;
- premio di 5 €cent/kWh per la rimozione dell’amianto;
- premio del 10% per chi installa pannelli fotovoltaici italiani o europei.
L’erogazione dell’incentivo partirà nel momento dell'entrata in esercizio dell’impianto. Se il gestore di rete ritarda l’allacciamento dell’impianto alla rete, sforando i tempi previsti dalla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 e facendo perdere il diritto a una determinata tariffa incentivante, il proprietario dell’impianto riceverà un indennizzo ai sensi della delibera ARG/elt 181/10.
La storia
Due mesi fa, con il Dlgs 28/2011, il Governo ha deciso di rivedere le tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici installati a partire dal 1° giugno 2011, anticipando la scadenza del terzo Conto Energia (valido fino a fine 2013). Questo ha gettato nell’incertezza gli operatori delle rinnovabili, la cui attività si è bloccata in attesa delle nuove tariffe, più basse di quelle attuali.
Il mese di marzo è stato caratterizzato da un intenso dibattito tra Governo, associazioni imprenditoriali e ambientalisti sul decreto, ribattezzato ‘quarto Conto Energia’. Attesa per il 10 aprile, la prima bozza del provvedimento è arrivata dopo la metà del mese.
Il testo ha incassato il parere negativo delle Regioni ma i Ministri Prestigiacomo e Romani hanno deciso di andare comunque avanti e firmare il decreto; unico scoglio da superare, quello del criterio in base al quale far decorrere l’erogazione degli incentivi.
Nella serata del 3 maggio si è giunti alla’accordo: l’erogazione dell’incentivo partirà nel momento in cui l’impianto viene allacciato alla rete; eventuali ritardi superiori a 30 giorni nell’allaccio dell’impianto saranno indennizzati. Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato l’ultimo via libera al decreto.
Le reazioni
GIFI/ANIE esprime soddisfazione per l’emanazione del nuovo Conto Energia. “Rispetto alle ipotesi di partenza - si legge in una nota -, sono stati raggiunti obbiettivi importanti e migliorativi per il mercato: l’innalzamento della potenza incentivabile da 8.000 MW a 23.000 MW, l’innalzamento sino a 1.000 kW per gli impianti su edificio che resteranno fuori dal registro e altri meccanismi premianti”. “È un momento storico - interviene Valerio Natalizia Presidente ANIE/GIFI. Finalmente è stato firmato il decreto che permette all’intero comparto di ripartire e pianificare i prossimi 5 anni di attività. GIFI/ANIE è orgogliosa di aver contribuito in maniera sostanziale alla stesura del testo definitivo”.
“A causa delle modifiche del quadro normativo sull’energia rinnovabile, un gruppo di operatori esteri del fotovoltaico ha chiesto allo Stato italiano il risarcimento dei danni subitiper un valore stimato di 500 milioni di euro come solo danno emergente, senza contare il lucro cessante”. Lo ha comunicato alle commissioni parlamentari Attività produttive lo studio Bonelli Erede Pappalardo, che rappresenta il gruppo di operatori stranieri (Photovoltaic Operators Investors - POI) nel procedimento giudiziale avviato contro lo Stato italiano. Sotto accusa le norme contenute nel Quarto Conto Energia e nel Dlgs 28/2011 sulle rinnovabili. Secondo gli investitori, il decreto è penalizzate per chi, facendo affidamento sul Terzo Conto Energia, ha intrapreso investimenti da realizzarsi entro il 2011 e il primo trimestre del 2012, sostenendo costi per oltre 500 milioni di euro. Per le aziende, l’Italia ha disatteso il Trattato sulla Carta dell’Energia di Lisbona.
E un altro ricorso verrà presentato da SOS Rinnovabili alla Corte di Giustizia Ue, “perché il Dlgs 28/2011 - così come sottolineato dal Commissario europeo all’energia Oettinger, - non recepisce la direttiva europea sulle rinnovabili, ma anzi limita lo sviluppo delle energie dal sole”. La seconda azione già studiata dall’associazione “sarà invece avviata nei confronti del TAR. E non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”. In lista ci sarebbero ulteriori azioni risarcitorie: “un ricorso alla Corte dei Conti perché il decreto espone lo Stato al rischio di esborsi pesanti; e, infine, una segnalazione all’Antitrust, perché il provvedimento falsa i termini della concorrenza, avvantaggiando i grandi gruppo oligopolistici”.
Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica, ribadisce con forza la propria contrarietà al Quarto Conto Energia licenziato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il nuovo sistema di incentivi per il comparto del fotovoltaico - si legge in una nota di Assosolare - costituisce un attacco alla democrazia nel settore energetico: grazie al terzo conto energia è nata infatti una miriade di singoli piccoli produttori, ossia una pluralità di potenziali concorrenti delle grandi centrali tradizionali, concorrenti potenziali ora a serio rischio di sopravvivenza. Il Decreto - spiega Assosolare - ha sancito la retroattività di fatto del regime degli incentivi. Le aziende che avevano investito sulla base di un regime tariffario appena entrato in vigore e di durata triennale si sono trovate a marzo, a soli due mesi di distanza dall’entrata in vigore, a veder disconosciuti quegli stessi diritti a partire dal 1 Giugno. Ancora una volta - conclude Assosolare - il Governo si è mosso ignorando i pareri non solo degli operatori industriali direttamente coinvolti, ma anche della comunità finanziaria, del Parlamento, della Comunità Europea e da ultimo delle stesse Regioni.
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I contenuti
Il decreto prevede un nuovo regime di sostegno basato su obiettivi temporali progressivi di potenza installata e su previsioni annuali di spesa.
Sono previsti:
- un obiettivo nazionale di potenza installata di circa 23.000 MW;
- uno stanziamento indicativo di 6 - 7 miliardi di euro all’anno per gli incentivi;
- tetti di spesa semestrali fino al 2012 e introduzione del modello tedesco dal 2013;
- per i ‘piccoli impianti’ (fino a 1 MW se installati su edifici e fino 200 kW se a terra) non è previsto alcun tetto di spesa;
- premio di 5 €cent/kWh per la rimozione dell’amianto;
- premio del 10% per chi installa pannelli fotovoltaici italiani o europei.
L’erogazione dell’incentivo partirà nel momento dell'entrata in esercizio dell’impianto. Se il gestore di rete ritarda l’allacciamento dell’impianto alla rete, sforando i tempi previsti dalla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 e facendo perdere il diritto a una determinata tariffa incentivante, il proprietario dell’impianto riceverà un indennizzo ai sensi della delibera ARG/elt 181/10.
La storia
Due mesi fa, con il Dlgs 28/2011, il Governo ha deciso di rivedere le tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici installati a partire dal 1° giugno 2011, anticipando la scadenza del terzo Conto Energia (valido fino a fine 2013). Questo ha gettato nell’incertezza gli operatori delle rinnovabili, la cui attività si è bloccata in attesa delle nuove tariffe, più basse di quelle attuali.
Il mese di marzo è stato caratterizzato da un intenso dibattito tra Governo, associazioni imprenditoriali e ambientalisti sul decreto, ribattezzato ‘quarto Conto Energia’. Attesa per il 10 aprile, la prima bozza del provvedimento è arrivata dopo la metà del mese.
Il testo ha incassato il parere negativo delle Regioni ma i Ministri Prestigiacomo e Romani hanno deciso di andare comunque avanti e firmare il decreto; unico scoglio da superare, quello del criterio in base al quale far decorrere l’erogazione degli incentivi.
Nella serata del 3 maggio si è giunti alla’accordo: l’erogazione dell’incentivo partirà nel momento in cui l’impianto viene allacciato alla rete; eventuali ritardi superiori a 30 giorni nell’allaccio dell’impianto saranno indennizzati. Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato l’ultimo via libera al decreto.
Le reazioni
GIFI/ANIE esprime soddisfazione per l’emanazione del nuovo Conto Energia. “Rispetto alle ipotesi di partenza - si legge in una nota -, sono stati raggiunti obbiettivi importanti e migliorativi per il mercato: l’innalzamento della potenza incentivabile da 8.000 MW a 23.000 MW, l’innalzamento sino a 1.000 kW per gli impianti su edificio che resteranno fuori dal registro e altri meccanismi premianti”. “È un momento storico - interviene Valerio Natalizia Presidente ANIE/GIFI. Finalmente è stato firmato il decreto che permette all’intero comparto di ripartire e pianificare i prossimi 5 anni di attività. GIFI/ANIE è orgogliosa di aver contribuito in maniera sostanziale alla stesura del testo definitivo”.
“A causa delle modifiche del quadro normativo sull’energia rinnovabile, un gruppo di operatori esteri del fotovoltaico ha chiesto allo Stato italiano il risarcimento dei danni subitiper un valore stimato di 500 milioni di euro come solo danno emergente, senza contare il lucro cessante”. Lo ha comunicato alle commissioni parlamentari Attività produttive lo studio Bonelli Erede Pappalardo, che rappresenta il gruppo di operatori stranieri (Photovoltaic Operators Investors - POI) nel procedimento giudiziale avviato contro lo Stato italiano. Sotto accusa le norme contenute nel Quarto Conto Energia e nel Dlgs 28/2011 sulle rinnovabili. Secondo gli investitori, il decreto è penalizzate per chi, facendo affidamento sul Terzo Conto Energia, ha intrapreso investimenti da realizzarsi entro il 2011 e il primo trimestre del 2012, sostenendo costi per oltre 500 milioni di euro. Per le aziende, l’Italia ha disatteso il Trattato sulla Carta dell’Energia di Lisbona.
E un altro ricorso verrà presentato da SOS Rinnovabili alla Corte di Giustizia Ue, “perché il Dlgs 28/2011 - così come sottolineato dal Commissario europeo all’energia Oettinger, - non recepisce la direttiva europea sulle rinnovabili, ma anzi limita lo sviluppo delle energie dal sole”. La seconda azione già studiata dall’associazione “sarà invece avviata nei confronti del TAR. E non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”. In lista ci sarebbero ulteriori azioni risarcitorie: “un ricorso alla Corte dei Conti perché il decreto espone lo Stato al rischio di esborsi pesanti; e, infine, una segnalazione all’Antitrust, perché il provvedimento falsa i termini della concorrenza, avvantaggiando i grandi gruppo oligopolistici”.
Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica, ribadisce con forza la propria contrarietà al Quarto Conto Energia licenziato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il nuovo sistema di incentivi per il comparto del fotovoltaico - si legge in una nota di Assosolare - costituisce un attacco alla democrazia nel settore energetico: grazie al terzo conto energia è nata infatti una miriade di singoli piccoli produttori, ossia una pluralità di potenziali concorrenti delle grandi centrali tradizionali, concorrenti potenziali ora a serio rischio di sopravvivenza. Il Decreto - spiega Assosolare - ha sancito la retroattività di fatto del regime degli incentivi. Le aziende che avevano investito sulla base di un regime tariffario appena entrato in vigore e di durata triennale si sono trovate a marzo, a soli due mesi di distanza dall’entrata in vigore, a veder disconosciuti quegli stessi diritti a partire dal 1 Giugno. Ancora una volta - conclude Assosolare - il Governo si è mosso ignorando i pareri non solo degli operatori industriali direttamente coinvolti, ma anche della comunità finanziaria, del Parlamento, della Comunità Europea e da ultimo delle stesse Regioni.
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