Spiagge, Napolitano e Ue per la modifica del Dl ‘Sviluppo’
NORMATIVA
Spiagge, Napolitano e Ue per la modifica del Dl ‘Sviluppo’
Commissione Europea: la concessione per 90 anni sugli arenili e il rinnovo automatico contrastano con le norme sulla concorrenza
12/05/2011 - Potrebbe slittare la pubblicazione del Decreto "Sviluppo" in Gazzetta Ufficiale. La privatizzazione delle spiagge, presente nel Dl, lascia perplessi Unione Europea e Presidente della Repubblica. Mentre Bruxelles ha chiesto chiarimenti sulla durata novantennale del diritto di superficie, il Presidente Napolitano propone dei ritocchi al testo da pubblicare.
Cosa prevede il Dl “Sviluppo”
Per incrementare l’efficienza del sistema turistico italiano, garantendo allo stesso tempo il libero accesso alla battigia, il testo introduce un diritto di superficie sulle aree inedificate formate da arenili, con esclusione di spiagge e scogliere. Le edificazioni esistenti possono essere mantenute esclusivamente in diritto di superficie, a meno che non risultino già di proprietà privata, e devono essere regolarmente accatastate ai sensi della manovra estiva.
L’attività edilizia è consentita solo in diritto di superficie e secondo la normativa vigente. Sempre nel rispetto delle norme in vigore, sono ammesse le attività di manutenzione, ristrutturazione, trasformazione o ricostruzione degli immobili situati in queste aree. Gli edifici che non risultano a norma di legge sono acquisiti dal demanio e abbattuti a spese di chi li ha realizzati.
Per l’acquisizione del diritto di superficie è necessario il pagamento di un canone determinato dal Demanio in base ai valori di mercato. Le imprese che intendono acquisire o mantenere il diritto sulle coste devono aderire ai nuovi studi di settore ed essere in regola con gli obblighi contributivi.
Nei territorio costieri, inoltre, possono essere costituiti con dpcm i distretti turistici alberghieri, che costituiscono “Zone a burocrazia zero” e godono di agevolazioni in materia amministrativa, finanziaria, per la ricerca e lo sviluppo. Sulla costa è infine incentivata la realizzazione di porti e approdi turistici.
Come funziona la normativa in vigore
Al momento le concessioni sulle aree demaniali sono valide per sei anni e possono essere rinnovate automaticamente. Il che porta a dodici anni il diritto esclusivo si sfruttamento delle spiagge. Dal momento che l’Ue ha già avviato una procedura di infrazione contro questo meccanismo, il Presidente Napolitano, secondo il quale mancherebbero anche i requisiti di necessità e urgenza tipici di un decreto legge, ha chiesto dei ritocchi prima della firma, che non dovrebbe invece essere in discussione.
La posizione dell’UE
La Commissione Europea ritiene che il rinnovo automatico contrasti non solo con le regole della concorrenza, ma anche con la direttiva 2006/123/Ce - Bolkestein. Anche se Bruxelles non fissa una durata predeterminata delle concessioni, il rinnovo automatico escluderebbe infatti gli altri operatori dal mercato.
A maggior ragione, il diritto di superficie esteso a 90 anni non sarebbe conforme al diritto comunitario, che prevede concessioni per un periodo appropriato e limitato e la libertà di stabilimento per le imprese dell’Unione in tutto il mercato interno.
La posizione dell’Italia
Il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani sostiene invece la diversità dell’Italia, con circa 25 mila aziende che operano nel settore del turismo balneare, con la necessità di garantire posti di lavoro e qualità.
Per il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo la norma tutela il territorio costiero. Favorevole al decreto anche il presidente di Fiba Confesercenti Vincenzo Lardinelli, che vede nella norma il rilancio dell’eccellenza italiana.
Critici invece Pd e Italia dei Valori, secondo i quali una concessione per 90 anni equivarrebbe ad una vendita. Più duri Legambiente e il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che sostiene l’illegittimità della norma.
Cosa prevede il Dl “Sviluppo”
Per incrementare l’efficienza del sistema turistico italiano, garantendo allo stesso tempo il libero accesso alla battigia, il testo introduce un diritto di superficie sulle aree inedificate formate da arenili, con esclusione di spiagge e scogliere. Le edificazioni esistenti possono essere mantenute esclusivamente in diritto di superficie, a meno che non risultino già di proprietà privata, e devono essere regolarmente accatastate ai sensi della manovra estiva.
L’attività edilizia è consentita solo in diritto di superficie e secondo la normativa vigente. Sempre nel rispetto delle norme in vigore, sono ammesse le attività di manutenzione, ristrutturazione, trasformazione o ricostruzione degli immobili situati in queste aree. Gli edifici che non risultano a norma di legge sono acquisiti dal demanio e abbattuti a spese di chi li ha realizzati.
Per l’acquisizione del diritto di superficie è necessario il pagamento di un canone determinato dal Demanio in base ai valori di mercato. Le imprese che intendono acquisire o mantenere il diritto sulle coste devono aderire ai nuovi studi di settore ed essere in regola con gli obblighi contributivi.
Nei territorio costieri, inoltre, possono essere costituiti con dpcm i distretti turistici alberghieri, che costituiscono “Zone a burocrazia zero” e godono di agevolazioni in materia amministrativa, finanziaria, per la ricerca e lo sviluppo. Sulla costa è infine incentivata la realizzazione di porti e approdi turistici.
Come funziona la normativa in vigore
Al momento le concessioni sulle aree demaniali sono valide per sei anni e possono essere rinnovate automaticamente. Il che porta a dodici anni il diritto esclusivo si sfruttamento delle spiagge. Dal momento che l’Ue ha già avviato una procedura di infrazione contro questo meccanismo, il Presidente Napolitano, secondo il quale mancherebbero anche i requisiti di necessità e urgenza tipici di un decreto legge, ha chiesto dei ritocchi prima della firma, che non dovrebbe invece essere in discussione.
La posizione dell’UE
La Commissione Europea ritiene che il rinnovo automatico contrasti non solo con le regole della concorrenza, ma anche con la direttiva 2006/123/Ce - Bolkestein. Anche se Bruxelles non fissa una durata predeterminata delle concessioni, il rinnovo automatico escluderebbe infatti gli altri operatori dal mercato.
A maggior ragione, il diritto di superficie esteso a 90 anni non sarebbe conforme al diritto comunitario, che prevede concessioni per un periodo appropriato e limitato e la libertà di stabilimento per le imprese dell’Unione in tutto il mercato interno.
La posizione dell’Italia
Il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani sostiene invece la diversità dell’Italia, con circa 25 mila aziende che operano nel settore del turismo balneare, con la necessità di garantire posti di lavoro e qualità.
Per il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo la norma tutela il territorio costiero. Favorevole al decreto anche il presidente di Fiba Confesercenti Vincenzo Lardinelli, che vede nella norma il rilancio dell’eccellenza italiana.
Critici invece Pd e Italia dei Valori, secondo i quali una concessione per 90 anni equivarrebbe ad una vendita. Più duri Legambiente e il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che sostiene l’illegittimità della norma.