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Progettazione BIM da 4 milioni di euro in su, la richiesta dei Comuni
Opere pubbliche, per Ascoteco è allarme sicurezza
AZIENDE
Opere pubbliche, per Ascoteco è allarme sicurezza
Con il nuovo Regolamento la validazione progettuale fa un passo indietro
15/06/2011 - Il 9 giugno è entrato in vigore il Regolamento di attuazione (D.P.R. 5 ottobre 2010, n.207)del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n.163/2006). Sono infatti trascorsi i 180 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, data sino alla quale rimarrà in vigore il D.P.R. n.554/1999.
L’Osservatorio messo a punto dall’Ascoteco (Associazione per il controllo tecnico delle costruzioni che riunisce gli organismi di controllo tecnico indipendenti di Tipo A), e dal suo presidente Bruno Trocca, sulla situazione del mercato della validazione nelle gare di appalto, dipinge un quadro negativo per il settore.
Dal 2005 al 2010 in Italia solo il 17,5% delle opere pubbliche ha ricevuto una validazione del progetto e solo l’8,3% è stato validato da un organismo terzo e indipendente, la restante parte dei progetti è stata verificata dall’ unità tecnica della stazione appaltante accreditata, ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020, quale Organismo di ispezione di tipo B (es.: Italferr, RFI, ANAS, Metropolitane Milanesi, Autostrade per l’ Italia, Roma Metropolitane,.. etc.) o dagli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti.
In sei anni:
- su un totale di 767 gare di importo superiore ai 20 milioni si è provveduto alla validazione del progetto di 134 opere;
- di queste, 64 verifiche sono state effettuate da organismi di ispezione di tipo “A”, ovvero da società terze che per legge e statuto non hanno e non possono avere alcun ruolo nel processo realizzativo delle opere (progettazione, costruzione, manutenzione e gestione), mentre le rimanenti 70 sono state curate da un Organismo di tipo “B”, cioè “….l’organismo di ispezione che formi una parte separata ed identificabile di una organizzazione coinvolta nella progettazione, fabbricazione, fornitura, installazione, utilizzo o manutenzione degli oggetti sottoposti ad ispezione e che sia stato incaricato di fornire servizi ispettivi ad un’ organizzazione a lui collegata…”;
- rispetto al valore del mercato delle gare di appalto, le opere validate hanno rappresentato poco più di un quarto, il 25,8%, dell’importo complessivo di circa 89 miliardi di euro: 16 miliardi e mezzo da organismi di tipo B e 6 miliardi e mezzo da soggetti di tipo A.
E nei primi 4 mesi del 2011 non è andata meglio: il valore del mercato della validazione “indipendente” è rimasto al di sotto dei 2 miliardi di euro, in un mercato nel quale si registrano aggiudicazioni con un ribasso medio dei compensi di validazione assolutamente anomalo, che si attesta intorno all’80%.
“Il risultato è un mercato nel quale le opere pubbliche presentano difetti rilevanti e in cui di fatto nulla cambia dal 1994, quando già con la pubblicazione della L. 109/94 (vedasi art. 30 comma 6) si rendeva obbligatoria la verifica del progetto da porre a base di gara,effettuata da parte degli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti. Un mercato caratterizzato da forti carenze in termini di controllo e verifica della progettazione ed i cui risultati si sono visti nell’ ultimo ventennio. In uno scenario normativo che continua a scontare una rilevante contraddizione tra principi e obiettivi, da una parte, e regole e disposizioni operative, dall’altra” dichiara il presidente Bruno Trocca.
I limiti della nuova normativa
Il Regolamento prevede all’art. 357, commi 18 e 19, delle norme transitorie che rinviano ulteriormente l’attività di verifica terza e imparziale dei progetti relativi alle opere pubbliche. Il comma 18 consente, infatti, alle stazioni appaltanti di continuare a effettuare la verifica progettuale per i lavori di importo superiore a 20 milioni di euro con i propri uffici tecnici, anche in mancanza dell’accreditamento come organismi di tipo B, sminuendo di fatto l’indipendenza dei soggetti chiamati alla validazione. Il comma 19, in relazione ai requisiti tecnico economici richiesti ai soggetti (esterni) incaricati della verifica, “per un periodo di tre anni dalla data di entrata in vigore” del Regolamento di attuazione, consente agli operatori economici di utilizzare in luogo dei requisiti relativi alla verifica progettuale i requisiti maturati con riferimento ad attività di “progettazione, direzione lavori o collaudo”.
“In questo modo - sottolinea il presidente di Ascoteco - si permette a qualunque soggetto abilitato alla progettazione di svolgere anche un’attività di validazione, indipendentemente dall’esperienza e dai requisiti professionali e tecnici in materia di verifica progettuale. Anche in questo caso in deroga agli obiettivi normativi prescritti e ribaditi in questi anni. Con il risultato di ridurre ulteriormente l’ambito di mercato degli Organismi di tipo A.”
Le richieste di Ascoteco
Per far luce sulle incongruenze e sui rischi di dequalificazione ulteriore del settore che deriverebbero dall’entrata in vigore delle norme transitorie del Regolamento, Ascoteco si è rivolta al ministro delle Infrastrutture Matteoli chiedendo di intervenire per evitare che le costruzioni continuino ad essere private di concreti meccanismi di verifica della progettazione che garantiscano l’imparzialità di giudizio, e l’indipendenza dai soggetti coinvolti nella progettazione.
In particolare, l’associazione chiede alle istituzioni di:
- prevedere l’applicabilità immediata delle norme che garantiscano per le opere sopra i 20 milioni unicamente il ricorso ad Organismi di Controllo indipendenti (tipo A) accreditati ed eliminando ogni disposizione che ne svuoti di fatto l’efficacia;
- evitare che per tre anni la qualifica e i criteri di valutazione nelle gare di validazione comprendano la generica attività di progettazione, direzione lavori o collaudo, favorendo di fatto l’esclusione dal mercato delle società terze indipendenti, in totale contraddizione con quanto perseguito dall’Unione Europea;
- rendere stabile, nel sistema degli appalti pubblici e privati, oltre alle figure professionali da sempre esistenti, la figura dell’organismo di controllo indipendente; assegnare il controllo della qualità e della sicurezza dell’opera a un organismo indipendente (opere certificate);
- evitare l’ aggiudicazione dei servizi di verifica con la procedura del massimo ribasso;
- sottoporre a verifica e validazione i progetti (progetti certificati).
A fronte di quanto sopra, ASCOTECO ed i suoi associati sono pronti a prendersi le proprie responsabilità per le eventuali carenze e/o mancanze progettuali che dovessero impattare negativamente nella realizzazione delle opere pubbliche.
Per Bruno Trocca “l’assenza di ogni coinvolgimento del soggetto di controllo rispetto all’affidatario delle prestazioni progettuali è il presupposto dell’autonomia di giudizio per le attività ispettive e di verifica. Solo in questo modo si potrà eliminare la commistione di interessi tra la società madre, coinvolta in attività di progettazione/costruzione/manutenzione, e gli organismi accreditati di tipo B e C. Questo per ridurre il rischio di varianti e dell’incremento dei costi e tempi di realizzazione”.
Si riportano, di seguito, le principali criticità nell’aprire le attività di verifica ad Organismi di Controllo di tipo B e C:
1. Mancanza di indipendenza tra i soggetti coinvolti nell’attività di progettazione/costruzione/manutenzione… con l’ Organismo accreditato; in generale, riteniamo che la separazione dell’ Organismo di Controllo di tipo B o C non possa essere assolutamente in grado di garantire i principi di imparzialità ed indipendenza nelle attività di verifica del progetto;
2. Mancanza di una effettiva liberalizzazione del mercato, avendo assegnato in via preferenziale agli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti (ovvero agli Organismi di Controllo di tipo B) l’attività di verifica con una forte internalizzazione dei servizi da parte delle Stazioni Appaltanti, che hanno intenzione di accreditarsi come Organismi di Controllo di tipo B. I decenni passati hanno già mostrato come una internalizzazione dei servizi di ingegneria (ed il controllo della progettazione ne può essere assimilato) non possa garantire livelli di efficienza ed economicità adeguati. L’orientamento generale, dovrebbe essere quello di alimentare lo sviluppo, la liberalizzazione del mercato, la competitività di Società ed Imprese private per poter permettere un’affermazione delle stesse anche a livello internazionale e non, al contrario, di soffocarne la crescita.
3. Difficoltà nel richiedere garanzie di buona esecuzione alla stessa Struttura Tecnica della Stazione Appaltante.
Chi è ASCOTECO
Ascoteco (Associazione per il Controllo Tecnico delle Costruzioni) è un’associazione, fondata nel 1984, costituita tra società che esercitano il controllo tecnico di terza parte dell’attività delle costruzioni (riguardo sia la fase della progettazione che della realizzazione), per conto e nell’interesse di committenti pubblici o privati, al fine del rilascio di una certificazione di conformità di un’opera nel suo complesso, di singoli componenti, sottosistemi e/o impianti.
I suoi associati rappresentano le società storiche che si occupano di controllo ed ispezione in Italia, e la maggioranza delle società italiane del settore ad oggi accreditate presso ACCREDIA (già Sincert) secondo la Norma UniCeiEn Iso/Iec 17020 (ex Uni Cei En 45004), quali organismi di ispezione (OdI) di terza parte di tipo A.
Ascoteco ha fornito negli anni il suo contributo, per le materie di sua competenza, nell’ambito dello studio delle modifiche e integrazioni alla Legge 109/94 e al D. Lgs. 163/2006 “Codice degli Appalti”, e ai relativi Regolamenti, in particolare nell’ambito dei connessi gruppi di lavoro del Ministero delle Infrastrutture.
I consiglieri e associati di Ascoteco partecipano altresì, nelle Commissioni dell’Uni e di ACCREDIA (già Sincert), alla redazione delle norme e regolamenti di settore.
L’Osservatorio messo a punto dall’Ascoteco (Associazione per il controllo tecnico delle costruzioni che riunisce gli organismi di controllo tecnico indipendenti di Tipo A), e dal suo presidente Bruno Trocca, sulla situazione del mercato della validazione nelle gare di appalto, dipinge un quadro negativo per il settore.
Dal 2005 al 2010 in Italia solo il 17,5% delle opere pubbliche ha ricevuto una validazione del progetto e solo l’8,3% è stato validato da un organismo terzo e indipendente, la restante parte dei progetti è stata verificata dall’ unità tecnica della stazione appaltante accreditata, ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020, quale Organismo di ispezione di tipo B (es.: Italferr, RFI, ANAS, Metropolitane Milanesi, Autostrade per l’ Italia, Roma Metropolitane,.. etc.) o dagli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti.
In sei anni:
- su un totale di 767 gare di importo superiore ai 20 milioni si è provveduto alla validazione del progetto di 134 opere;
- di queste, 64 verifiche sono state effettuate da organismi di ispezione di tipo “A”, ovvero da società terze che per legge e statuto non hanno e non possono avere alcun ruolo nel processo realizzativo delle opere (progettazione, costruzione, manutenzione e gestione), mentre le rimanenti 70 sono state curate da un Organismo di tipo “B”, cioè “….l’organismo di ispezione che formi una parte separata ed identificabile di una organizzazione coinvolta nella progettazione, fabbricazione, fornitura, installazione, utilizzo o manutenzione degli oggetti sottoposti ad ispezione e che sia stato incaricato di fornire servizi ispettivi ad un’ organizzazione a lui collegata…”;
- rispetto al valore del mercato delle gare di appalto, le opere validate hanno rappresentato poco più di un quarto, il 25,8%, dell’importo complessivo di circa 89 miliardi di euro: 16 miliardi e mezzo da organismi di tipo B e 6 miliardi e mezzo da soggetti di tipo A.
E nei primi 4 mesi del 2011 non è andata meglio: il valore del mercato della validazione “indipendente” è rimasto al di sotto dei 2 miliardi di euro, in un mercato nel quale si registrano aggiudicazioni con un ribasso medio dei compensi di validazione assolutamente anomalo, che si attesta intorno all’80%.
“Il risultato è un mercato nel quale le opere pubbliche presentano difetti rilevanti e in cui di fatto nulla cambia dal 1994, quando già con la pubblicazione della L. 109/94 (vedasi art. 30 comma 6) si rendeva obbligatoria la verifica del progetto da porre a base di gara,effettuata da parte degli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti. Un mercato caratterizzato da forti carenze in termini di controllo e verifica della progettazione ed i cui risultati si sono visti nell’ ultimo ventennio. In uno scenario normativo che continua a scontare una rilevante contraddizione tra principi e obiettivi, da una parte, e regole e disposizioni operative, dall’altra” dichiara il presidente Bruno Trocca.
I limiti della nuova normativa
Il Regolamento prevede all’art. 357, commi 18 e 19, delle norme transitorie che rinviano ulteriormente l’attività di verifica terza e imparziale dei progetti relativi alle opere pubbliche. Il comma 18 consente, infatti, alle stazioni appaltanti di continuare a effettuare la verifica progettuale per i lavori di importo superiore a 20 milioni di euro con i propri uffici tecnici, anche in mancanza dell’accreditamento come organismi di tipo B, sminuendo di fatto l’indipendenza dei soggetti chiamati alla validazione. Il comma 19, in relazione ai requisiti tecnico economici richiesti ai soggetti (esterni) incaricati della verifica, “per un periodo di tre anni dalla data di entrata in vigore” del Regolamento di attuazione, consente agli operatori economici di utilizzare in luogo dei requisiti relativi alla verifica progettuale i requisiti maturati con riferimento ad attività di “progettazione, direzione lavori o collaudo”.
“In questo modo - sottolinea il presidente di Ascoteco - si permette a qualunque soggetto abilitato alla progettazione di svolgere anche un’attività di validazione, indipendentemente dall’esperienza e dai requisiti professionali e tecnici in materia di verifica progettuale. Anche in questo caso in deroga agli obiettivi normativi prescritti e ribaditi in questi anni. Con il risultato di ridurre ulteriormente l’ambito di mercato degli Organismi di tipo A.”
Le richieste di Ascoteco
Per far luce sulle incongruenze e sui rischi di dequalificazione ulteriore del settore che deriverebbero dall’entrata in vigore delle norme transitorie del Regolamento, Ascoteco si è rivolta al ministro delle Infrastrutture Matteoli chiedendo di intervenire per evitare che le costruzioni continuino ad essere private di concreti meccanismi di verifica della progettazione che garantiscano l’imparzialità di giudizio, e l’indipendenza dai soggetti coinvolti nella progettazione.
In particolare, l’associazione chiede alle istituzioni di:
- prevedere l’applicabilità immediata delle norme che garantiscano per le opere sopra i 20 milioni unicamente il ricorso ad Organismi di Controllo indipendenti (tipo A) accreditati ed eliminando ogni disposizione che ne svuoti di fatto l’efficacia;
- evitare che per tre anni la qualifica e i criteri di valutazione nelle gare di validazione comprendano la generica attività di progettazione, direzione lavori o collaudo, favorendo di fatto l’esclusione dal mercato delle società terze indipendenti, in totale contraddizione con quanto perseguito dall’Unione Europea;
- rendere stabile, nel sistema degli appalti pubblici e privati, oltre alle figure professionali da sempre esistenti, la figura dell’organismo di controllo indipendente; assegnare il controllo della qualità e della sicurezza dell’opera a un organismo indipendente (opere certificate);
- evitare l’ aggiudicazione dei servizi di verifica con la procedura del massimo ribasso;
- sottoporre a verifica e validazione i progetti (progetti certificati).
A fronte di quanto sopra, ASCOTECO ed i suoi associati sono pronti a prendersi le proprie responsabilità per le eventuali carenze e/o mancanze progettuali che dovessero impattare negativamente nella realizzazione delle opere pubbliche.
Per Bruno Trocca “l’assenza di ogni coinvolgimento del soggetto di controllo rispetto all’affidatario delle prestazioni progettuali è il presupposto dell’autonomia di giudizio per le attività ispettive e di verifica. Solo in questo modo si potrà eliminare la commistione di interessi tra la società madre, coinvolta in attività di progettazione/costruzione/manutenzione, e gli organismi accreditati di tipo B e C. Questo per ridurre il rischio di varianti e dell’incremento dei costi e tempi di realizzazione”.
Si riportano, di seguito, le principali criticità nell’aprire le attività di verifica ad Organismi di Controllo di tipo B e C:
1. Mancanza di indipendenza tra i soggetti coinvolti nell’attività di progettazione/costruzione/manutenzione… con l’ Organismo accreditato; in generale, riteniamo che la separazione dell’ Organismo di Controllo di tipo B o C non possa essere assolutamente in grado di garantire i principi di imparzialità ed indipendenza nelle attività di verifica del progetto;
2. Mancanza di una effettiva liberalizzazione del mercato, avendo assegnato in via preferenziale agli Uffici Tecnici delle Stazioni Appaltanti (ovvero agli Organismi di Controllo di tipo B) l’attività di verifica con una forte internalizzazione dei servizi da parte delle Stazioni Appaltanti, che hanno intenzione di accreditarsi come Organismi di Controllo di tipo B. I decenni passati hanno già mostrato come una internalizzazione dei servizi di ingegneria (ed il controllo della progettazione ne può essere assimilato) non possa garantire livelli di efficienza ed economicità adeguati. L’orientamento generale, dovrebbe essere quello di alimentare lo sviluppo, la liberalizzazione del mercato, la competitività di Società ed Imprese private per poter permettere un’affermazione delle stesse anche a livello internazionale e non, al contrario, di soffocarne la crescita.
3. Difficoltà nel richiedere garanzie di buona esecuzione alla stessa Struttura Tecnica della Stazione Appaltante.
Chi è ASCOTECO
Ascoteco (Associazione per il Controllo Tecnico delle Costruzioni) è un’associazione, fondata nel 1984, costituita tra società che esercitano il controllo tecnico di terza parte dell’attività delle costruzioni (riguardo sia la fase della progettazione che della realizzazione), per conto e nell’interesse di committenti pubblici o privati, al fine del rilascio di una certificazione di conformità di un’opera nel suo complesso, di singoli componenti, sottosistemi e/o impianti.
I suoi associati rappresentano le società storiche che si occupano di controllo ed ispezione in Italia, e la maggioranza delle società italiane del settore ad oggi accreditate presso ACCREDIA (già Sincert) secondo la Norma UniCeiEn Iso/Iec 17020 (ex Uni Cei En 45004), quali organismi di ispezione (OdI) di terza parte di tipo A.
Ascoteco ha fornito negli anni il suo contributo, per le materie di sua competenza, nell’ambito dello studio delle modifiche e integrazioni alla Legge 109/94 e al D. Lgs. 163/2006 “Codice degli Appalti”, e ai relativi Regolamenti, in particolare nell’ambito dei connessi gruppi di lavoro del Ministero delle Infrastrutture.
I consiglieri e associati di Ascoteco partecipano altresì, nelle Commissioni dell’Uni e di ACCREDIA (già Sincert), alla redazione delle norme e regolamenti di settore.