Piano Casa Lazio, la nuova legge preoccupa l’Inu
NORMATIVA
Piano Casa Lazio, la nuova legge preoccupa l’Inu
Valutazione positiva sull’attenzione posta all’housing sociale della norma rinnovata
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del 21/12/2011
23/08/2011 - Nuova versione del Piano Casa Lazio peggiore della precedente. È la denuncia rivolta da Inu, Istituto nazionale di Urbanistica, alla nuova legge per il rilancio dell’edilizia, approvata dopo un iter lungo e burrascoso in Consiglio Regionale.
A causa degli scarsi risultati ottenuti dalla norma per gli interventi a tempo e in deroga alla normativa vigente, viene prorogata di 3 anni la deadline delle misure, che perdono anche alcuni dei vincoli colpevoli di averne frenato l’applicazione.
L’Inu si è detta preoccupata in particolar modo dalle disposizioni che affidano la riqualificazione ambientale e delle periferie a progetti edilizi in deroga ai piani, autocertificati da un tecnico privato.
La nuova norma ammette cambi di destinazione d'uso delle aree produttive, demolizioni e ricostruzioni nelle zone storiche, interventi di sostituzione edilizia ed ampliamento nei parchi e nelle aree di pregio.
Misure che, secondo l’Istituto nazionale di urbanistica, non corrisponderebbero a una vera e propria riqualificazione, che avrebbe invece bisogno di piani urbanistici comunali in grado di esprimere gli indirizzi pubblici sui diversi contesti territoriali, e programmi di intervento per il recupero delle rendite generate dalle trasformazioni a vantaggio della città esistente.
Giudicata invece positiva l’attenzione all’housing sociale, col recupero e l’immissione sul mercato di nuovi alloggi a canone calmierato.
Ricordiamo che l’approvazione della legge è costata un tour de force al Consiglio Regionale, impegnato da febbraio nella discussione del testo per la proroga e la modifica delle misure anticrisi.
A causa degli scarsi risultati ottenuti dalla norma per gli interventi a tempo e in deroga alla normativa vigente, viene prorogata di 3 anni la deadline delle misure, che perdono anche alcuni dei vincoli colpevoli di averne frenato l’applicazione.
L’Inu si è detta preoccupata in particolar modo dalle disposizioni che affidano la riqualificazione ambientale e delle periferie a progetti edilizi in deroga ai piani, autocertificati da un tecnico privato.
La nuova norma ammette cambi di destinazione d'uso delle aree produttive, demolizioni e ricostruzioni nelle zone storiche, interventi di sostituzione edilizia ed ampliamento nei parchi e nelle aree di pregio.
Misure che, secondo l’Istituto nazionale di urbanistica, non corrisponderebbero a una vera e propria riqualificazione, che avrebbe invece bisogno di piani urbanistici comunali in grado di esprimere gli indirizzi pubblici sui diversi contesti territoriali, e programmi di intervento per il recupero delle rendite generate dalle trasformazioni a vantaggio della città esistente.
Giudicata invece positiva l’attenzione all’housing sociale, col recupero e l’immissione sul mercato di nuovi alloggi a canone calmierato.
Ricordiamo che l’approvazione della legge è costata un tour de force al Consiglio Regionale, impegnato da febbraio nella discussione del testo per la proroga e la modifica delle misure anticrisi.