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Il Decreto Sviluppo propone le Società tra professionisti
NORMATIVA
Il Decreto Sviluppo propone le Società tra professionisti
Per i professionisti italiani nuovo strumento per contrastare la concorrenza straniera
Vedi Aggiornamento
del 10/11/2011
26/10/2011 - Ancora novità per i professionisti potrebbero arrivare dal Decreto Sviluppo.
La bozza diffusa lunedì introduce nella normativa nazionale la possibilità di costituire Società tra professionisti, cioè società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile.
L’atto costitutivo della società tra professionisti deve prevedere l’esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci e deve ammettere in qualità di soci esclusivamente professionisti iscritti ad ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, cittadini degli Stati UE in possesso del titolo di studio abilitante, o soggetti non professionisti soltanto per prestazioni tecniche o con una partecipazione minoritaria, o per finalità di investimento, fermo restando il divieto per tali soci di partecipare alle attività riservate e agli organi di amministrazione della società.
Inoltre, devono essere fissati nell’atto costitutivo i criteri e le modalità affinché l’esecuzione dell’incarico professionale conferito alla società sia eseguito solo dai soci professionisti e la designazione del socio professionista sia compiuta dall’utente.
Secondo la proposta, i professionisti soci sono tenuti all’osservanza del codice deontologico del proprio Ordine, mentre la società è soggetta al regime disciplinare dell’Ordine al quale risulti iscritta. La società tra professionisti può essere costituita anche per l’esercizio di più attività professionali.
“Il nostro Paese - si legge nella relazione al Decreto Sviluppo - è ancora uno dei pochi Stati membri che vieta ai professionisti iscritti ad Ordini o Albi professionali, salve rare eccezioni, di esercitare la loro professione in forma societaria. Divieto che risulta incomprensibile alla luce delle sollecitazioni a rimuoverlo espresse dall’Antitrust, a sua volta ispirato dai recenti indirizzi dell’OCSE, della Commissione europea e della Corte di giustizia europea. La nostra legislazione è inoltre in contrasto sostanziale con i contenuti della Direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno ed in particolare con quelli espressi dai Considerata 65 (libertà di stabilimento) e 73”.
I professionisti italiani - continua la relazione - hanno bisogno di esplorare nuove forme di esercizio dell’attività professionale e tra queste vi è sicuramente quella societaria, soprattutto in questo periodo di crisi economica che richiede sinergie e multidisciplinarietà e la necessità di individuare strumenti in grado contrastare la concorrenza esercitata da soggetti professionali stabiliti in altri Paesi UE ben più attrezzati sul piano delle disponibilità finanziarie e strumentali”.
Nella nuova bozza del Decreto Sviluppo non c’è più traccia della cancellazione dal testo della Manovra bis varata nell’agosto scorso, del riferimento alle tariffe professionali per il calcolo del compenso spettante al professionista, che gli ordinamenti professionali dovrebbero recepire nei prossimi mesi (leggi tutto).
La bozza diffusa lunedì introduce nella normativa nazionale la possibilità di costituire Società tra professionisti, cioè società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile.
L’atto costitutivo della società tra professionisti deve prevedere l’esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci e deve ammettere in qualità di soci esclusivamente professionisti iscritti ad ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, cittadini degli Stati UE in possesso del titolo di studio abilitante, o soggetti non professionisti soltanto per prestazioni tecniche o con una partecipazione minoritaria, o per finalità di investimento, fermo restando il divieto per tali soci di partecipare alle attività riservate e agli organi di amministrazione della società.
Inoltre, devono essere fissati nell’atto costitutivo i criteri e le modalità affinché l’esecuzione dell’incarico professionale conferito alla società sia eseguito solo dai soci professionisti e la designazione del socio professionista sia compiuta dall’utente.
Secondo la proposta, i professionisti soci sono tenuti all’osservanza del codice deontologico del proprio Ordine, mentre la società è soggetta al regime disciplinare dell’Ordine al quale risulti iscritta. La società tra professionisti può essere costituita anche per l’esercizio di più attività professionali.
“Il nostro Paese - si legge nella relazione al Decreto Sviluppo - è ancora uno dei pochi Stati membri che vieta ai professionisti iscritti ad Ordini o Albi professionali, salve rare eccezioni, di esercitare la loro professione in forma societaria. Divieto che risulta incomprensibile alla luce delle sollecitazioni a rimuoverlo espresse dall’Antitrust, a sua volta ispirato dai recenti indirizzi dell’OCSE, della Commissione europea e della Corte di giustizia europea. La nostra legislazione è inoltre in contrasto sostanziale con i contenuti della Direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno ed in particolare con quelli espressi dai Considerata 65 (libertà di stabilimento) e 73”.
I professionisti italiani - continua la relazione - hanno bisogno di esplorare nuove forme di esercizio dell’attività professionale e tra queste vi è sicuramente quella societaria, soprattutto in questo periodo di crisi economica che richiede sinergie e multidisciplinarietà e la necessità di individuare strumenti in grado contrastare la concorrenza esercitata da soggetti professionali stabiliti in altri Paesi UE ben più attrezzati sul piano delle disponibilità finanziarie e strumentali”.
Nella nuova bozza del Decreto Sviluppo non c’è più traccia della cancellazione dal testo della Manovra bis varata nell’agosto scorso, del riferimento alle tariffe professionali per il calcolo del compenso spettante al professionista, che gli ordinamenti professionali dovrebbero recepire nei prossimi mesi (leggi tutto).