PROGETTAZIONE
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Impianti da rinnovabili, proposto condono amministrativo e penale
NORMATIVA
Impianti da rinnovabili, proposto condono amministrativo e penale
L’idea è del Ministro dell’Agricoltura Romano. Assosolare: ‘invece di favorire i furbi, si acceleri sulla strategia energetica nazionale’
18/10/2011 - Un condono amministrativo e penale per chi abbia realizzato senza autorizzazione impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Secondo un articolo pubblicato sabato scorso dal Corriere della Sera, la proposta arriverebbe dal Ministero delle Politiche agricole di Saverio Romano, per essere inserita nel Decreto Sviluppo alla cui stesura sta lavorando in questi giorni il Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.
Sedici paragrafi - riporta il Corriere - per sancire un nuovo ‘condono tombale’, non solo amministrativo ma anche penale, a favore di chiunque ‘abbia interesse’ in un impianto di energie rinovabili costruito senza autorizzazione, o la cui autorizzazione (o Dia) stia per essere annullata, in sede giudiziaria o amministrativa.
Secondo Stefano Agnoli, autore dell’articolo, i beneficiari di una misura del genere sarebbero i costruttori di impianti fotovoltaici a terra di piccola e media taglia, che per loro natura si possono edificare in tempi assai brevi, a differenza di quelli eolici o a biomasse che non possono essere trasferiti con facilità e senza aggravio di costi come nel caso dei pannelli solari. Illegalità o manovre allegre rese proficue dalla possibilità di intascare gli incentivi statali concessi alle energie rinnovabili, che - malgrado le riduzioni stabilite lo scorso maggio, con il quarto Conto Energia (leggi tutto) - dovrebbero garantire all’incirca 170 miliardi di euro nei prossimi venti anni a chi se li aggiudicherà.
Con l’emendamento che Romano cercherebbe di fare inserire nel Decreto Sviluppo - spiega il Corriere della Sera - si arriverebbe a una maxi sanatoria a fronte di un’‘oblazione’ di 10 euro per ogni Kilowatt installato. Ma oltre ai procedimenti penali o amministrativi, con il condono non verrebbero più perseguiti neppure i reati edilizi, o quelli paesaggistici e ambientali. L’operazione sarebbe giustificata da nobili ragioni economiche e ambientali: la riduzione dei gas serra, l’avvicinamento dell’Italia agli obiettivi di Kyoto e il contributo all’autonomia energetica nazionale.
Sembra, però, che il Ministero per lo Sviluppo Economico sia orientato a dare parere negativo all’emendamento. In primo luogo perché legalizzare un’indefinita quantità di impianti fotovoltaici illegali non serve per raggiungere gli obiettivi europei sulle fonti rinnovabili, che nel fotovoltaico sono già stati superati; poi perché il condono perdonerebbe non solo gli abusi edilizi ma anche i reati amministrativi e penali e addirittura le truffe ai danni dello Stato.
Le reazioni
Una ferma condanna per il possibile condono per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili arriva da Assosolare, l’associazione dei produttori di energia solare: “Ci chiediamo - afferma il presidente Gianni Chianetta - come sia possibile condonare le illegalità, soprattutto in un comparto come quello delle rinnovabili che avrebbe tanto bisogno di politiche di sviluppo a medio e lungo termine ad oggi assenti e non invece di scorciatoie che fanno male al settore e al Paese”.
“Invece di favorire i furbi - continua la nota -, auspichiamo che si acceleri sulla strategia energetica nazionale in cui ci auguriamo che le rinnovabili avranno un ruolo di primo piano. In questo senso, Assosolare darà il suo contributo portando in audizione al Senato le proprie proposte concrete per la definizione della Strategia Energetica nazionale e di un piano di lungo periodo per le energie rinnovabili in Italia”.
Ultim’ora del 18 ottobre
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, intervistato questa mattina dai giornalisti a margine di un convegno, ha dichiarato che “il condono per gli impianti delle rinnovabili non esiste”.
Secondo un articolo pubblicato sabato scorso dal Corriere della Sera, la proposta arriverebbe dal Ministero delle Politiche agricole di Saverio Romano, per essere inserita nel Decreto Sviluppo alla cui stesura sta lavorando in questi giorni il Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.
Sedici paragrafi - riporta il Corriere - per sancire un nuovo ‘condono tombale’, non solo amministrativo ma anche penale, a favore di chiunque ‘abbia interesse’ in un impianto di energie rinovabili costruito senza autorizzazione, o la cui autorizzazione (o Dia) stia per essere annullata, in sede giudiziaria o amministrativa.
Secondo Stefano Agnoli, autore dell’articolo, i beneficiari di una misura del genere sarebbero i costruttori di impianti fotovoltaici a terra di piccola e media taglia, che per loro natura si possono edificare in tempi assai brevi, a differenza di quelli eolici o a biomasse che non possono essere trasferiti con facilità e senza aggravio di costi come nel caso dei pannelli solari. Illegalità o manovre allegre rese proficue dalla possibilità di intascare gli incentivi statali concessi alle energie rinnovabili, che - malgrado le riduzioni stabilite lo scorso maggio, con il quarto Conto Energia (leggi tutto) - dovrebbero garantire all’incirca 170 miliardi di euro nei prossimi venti anni a chi se li aggiudicherà.
Con l’emendamento che Romano cercherebbe di fare inserire nel Decreto Sviluppo - spiega il Corriere della Sera - si arriverebbe a una maxi sanatoria a fronte di un’‘oblazione’ di 10 euro per ogni Kilowatt installato. Ma oltre ai procedimenti penali o amministrativi, con il condono non verrebbero più perseguiti neppure i reati edilizi, o quelli paesaggistici e ambientali. L’operazione sarebbe giustificata da nobili ragioni economiche e ambientali: la riduzione dei gas serra, l’avvicinamento dell’Italia agli obiettivi di Kyoto e il contributo all’autonomia energetica nazionale.
Sembra, però, che il Ministero per lo Sviluppo Economico sia orientato a dare parere negativo all’emendamento. In primo luogo perché legalizzare un’indefinita quantità di impianti fotovoltaici illegali non serve per raggiungere gli obiettivi europei sulle fonti rinnovabili, che nel fotovoltaico sono già stati superati; poi perché il condono perdonerebbe non solo gli abusi edilizi ma anche i reati amministrativi e penali e addirittura le truffe ai danni dello Stato.
Le reazioni
Una ferma condanna per il possibile condono per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili arriva da Assosolare, l’associazione dei produttori di energia solare: “Ci chiediamo - afferma il presidente Gianni Chianetta - come sia possibile condonare le illegalità, soprattutto in un comparto come quello delle rinnovabili che avrebbe tanto bisogno di politiche di sviluppo a medio e lungo termine ad oggi assenti e non invece di scorciatoie che fanno male al settore e al Paese”.
“Invece di favorire i furbi - continua la nota -, auspichiamo che si acceleri sulla strategia energetica nazionale in cui ci auguriamo che le rinnovabili avranno un ruolo di primo piano. In questo senso, Assosolare darà il suo contributo portando in audizione al Senato le proprie proposte concrete per la definizione della Strategia Energetica nazionale e di un piano di lungo periodo per le energie rinnovabili in Italia”.
Ultim’ora del 18 ottobre
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, intervistato questa mattina dai giornalisti a margine di un convegno, ha dichiarato che “il condono per gli impianti delle rinnovabili non esiste”.