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Detrazione 55%: le imprese contestano il Decreto Sviluppo

Detrazione 55%: le imprese contestano il Decreto Sviluppo

Uncsaal chiede di confermare gli incentivi fino al dicembre 2015 e di non ridurre al 41% l’aliquota per gli infissi

Vedi Aggiornamento del 12/09/2012
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 12/09/2012
02/11/2011 - Dovrebbe arrivare a breve sul tavolo del Consiglio dei Ministri il Decreto Sviluppo che il Governo sta mettendo a punto per il rilancio dell’economia.
 
Ma le misure che prevedono la rimodulazione della detrazione fiscale del 55% non smettono di suscitare proteste da parte degli operatori dei comparti interessati. La bozza di Decreto Sviluppo prevede infatti la proroga fino a dicembre 2014 delle agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici ma con percentuali di detrazione ridotte e differenziate in relazione al tipo di intervento (leggi tutto).
 
Uncsaal, l’associazione confindustriale del comparto dei serramenti metallici, si è già espressa contro l’ipotesi di rimodulazione dell’incentivo, ritenendola “assolutamente non in linea né con quanto richiesto da tempo da tutte le Associazioni confindustriali”.
 
In particolare, l’associazione contesta alcuni punti della bozza di Decreto:
- l’obbligo, per chi voglia usufruire del bonus sulle finestre, di installare congiuntamente sistemi di termoregolazione o valvole termostatiche;
- il periodo di detrazione che resta fissato in 10 anni;
- la fissazione di un costo unitario massimo;
- l’abbassamento al 41% dell’aliquota per le finestre.
 
Obbligo di installare valvole termostatiche
Per installarle occorre l’intervento di un idraulico, nonché l’unanimità dell’assemblea condominiale perché alle valvole termostatiche sono associati dei contabilizzatori per ripartire le spese. Secondo Uncsaal è assurdo che per cambiare le finestre ed usufruire del 55% il consumatore sia obbligato ad intervenire sul sistema di riscaldamento, con aggravio dei costi. Nella precedente legislazione del 55% - spiega Uncsaal - l’obbligo di installare valvole termostatiche era legato alla sostituzione dell’impianto di riscaldamento con caldaia a condensazione, mentre ora questo intervento è reso obbligatorio solo per la sostituzione dei serramenti.
 
Detrazione in 10 anni
Tutto il fronte associativo del comparto delle costruzioni ha da tempo richiesto al Governo una rimodulazione del periodo di detraibilità da 5 a 10 anni, rispetto ai 10 anni vigenti attualmente e confermati dalla bozza del Decreto Sviluppo. La rimodulazione in un tempo minore permetterebbe al consumatore il recupero del credito maturato nei confronti dello stato e renderebbe molto più appetibili le detrazioni.
 
Costo unitario massimo
L’introduzione di un costo unitario massimo - secondo Uncsaal -, oltre a rappresentare una scelta dirigista da parte del Governo, crea evidenti problematiche: non tiene conto delle zone climatiche che richiedono serramenti con diverse prestazioni termiche, e quindi diversi prezzi, e risulta ancora più incomprensibile in presenza di un tetto massimo di spesa (che passerebbe da 60.000 a 40.000 euro).
 
L’associazione si chiede poi se nel costo unitario massimo dell’intervento rientrino anche i costi sopportati per le opere idrauliche derivanti dall’installazione delle valvole termostatiche. Infine, per i costi massimi indicati nella bozza, non sarebbe neppure prevista una indicizzazione all’inflazione nel triennio 2012-2014.
 
Abbassamento al 41% dell’aliquota per le finestre
Se le Associazioni di rappresentanza del sistema finestre erano disposte ad accettare una rimodulazione dell’aliquota da anni fissata al 55%, l’abbassamento di ben 14 punti è - secondo le imprese - talmente dirompente e ingiustificato da rendere inefficaci le detrazioni.
 
 
Infine, Uncsaal torna a proporre l’estensione delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici anche ai beni strumentali e ai soggetti pubblici non assoggettati all’Ires.
 
In un momento di crisi come l’attuale - spiega l’associazione -, la propensione alla spesa (seppur in parte agevolata) da parte di singoli proprietari di unità immobiliari risulta particolarmente bassa, e lo sarà anche per gran parte del 2012, mentre offrire l’opportunità di riqualificare energeticamente il patrimonio immobiliare detenuto dai grandi gestori finanziari e industriali potrebbe rappresentare un circuito virtuoso per:
- riqualificare energeticamente una parte significativa di patrimonio immobiliare italiano, sia esso costituito da appartamenti ad uso residenziale, sia esso costituito da terziario;
- produrre una rivalutazione del valore del patrimonio immobiliare italiano;
- produrre maggior gettito per l’erario.
 
Se stimiamo che l’intero valore degli investimenti in recupero del patrimonio non residenziale privato valgano 17 miliardi di euro - calcola Uncsaal -, una estensione delle detrazioni fiscali ai beni strumentali potrebbe produrre un incremento del 40-50% di tali investimenti, dando fiato alla ripresa del mercato in questo settore.
 
Inoltre - conclude l’associazione dei serramentisti -, se il Legislatore individuasse forme utili ad estendere gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici anche ai soggetti pubblici non assoggettati all’Ires, prevedendo, per esempio, che gli importi da detrarre siano scalati dalle utenze energetiche, è ipotizzabile un incremento del 30% del valore degli investimenti nel non residenziale pubblico attualmente stimato in 5 miliardi di euro.
 
In sintesi, Uncsaal ribadisce come condizioni indispensabili per garantire un reale supporto al comparto italiano dei serramenti, l’abolizione dell’obbligo di installazione congiunta di sistemi di termoregolazione e il recepimento dei quattro punti condivisi da tutti i produttori di infissi:
 
1. conferma del provvedimento legislativo relativo agli incentivi per 4 anni (dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2015). La bozza del decreto sviluppo prevede il rinnovo delle detrazioni dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014;
2. possibilità di recupero del credito da parte del contribuente modulabile dai 5 ai 10 anni. La bozza del decreto confemerebbe il recupero in solo 10 anni;
3. estensione del provvedimento anche ai beni non strumentali e individuazione di forme di applicazione del provvedimento anche ai soggetti pubblici non assoggettati all’IRES. La bozza del decreto non prevede alcuna estensione dei soggetti in grado di accedere alle detrazioni;
4. conferma dell’attuale aliquota del 55%. La bozza del decreto fisserebbe al 41% l’aliquota spettante alle finestre.
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