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Un ddl per valorizzare l’archeologia industriale in Umbria

Un ddl per valorizzare l’archeologia industriale in Umbria

Nella proposta idee per il riuso dei siti industriali e minerari dismessi

Vedi Aggiornamento del 22/10/2015
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 22/10/2015
19/01/2012 - Il consigliere regionale dell’Umbria, Gianfranco Chiacchieroni (PD) ha presentato una proposta di legge per la “Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale”, allo scopo di salvare dal degrado alcuni importanti siti industriali presenti in Umbria, sfruttando anche spazi oggi destinati alla demolizione, dando dignità e nuova vita a edifici che in molti casi hanno scritto pagine di storia regionale.
 
“Questa iniziativa legislativa - ha rimarcato Chiacchieroni - ha l’obiettivo di mettere a sistema i beni esistenti e di pregio aggiungendo al contempo valore ad opere che rappresentano ed esprimono scienza, tecnica, cultura materiale ed immateriale. La finalità principale è quella del riutilizzo e non solo della tutela”. Partendo dal presupposto che “l’archeologia industriale è sicuramente destinata ad un grande sviluppo”, la legge non prevede interventi soltanto su “strutture museali ed espositive, ma anche commerciali e addirittura abitative”.
 
L’attenzione su questi argomenti - è stato sottolineato - è da tempo alta anche a livello internazionale. Come esempio è stato citato il recupero industriale del Lingotto di Torino, storico stabilimento di produzione FIAT, ora centro polivalente dotato di area congressi ed espositiva. Per quanto riguarda l’Umbria, la più importante realtà, sotto il profilo dell’Archeologia Industriale, è la Conca Ternana. Quest’area ingloba i centri urbani di Terni e Narni Scalo e l’insieme delle loro industrie (le acciaierie, le fabbriche d’armi, gli stabilimenti elettrochimici, siderurgici, tessili e meccanici), oltre a fabbriche, villaggi e quartieri operai, stazioni e linee ferroviarie, canali idraulici, centrali e linee elettriche, cave e discariche. “La grande pressa di Terni - come lo stesso Chiacchieroni ha voluto evidenziare - rappresenta il simbolo più rappresentativo dell’Umbria”.
 
Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato il professor Renato Covino, docente di Storia contemporanea all’Università di Perugia, che ha contribuito alla stesura del testo legislativo. Per Covino, la nuova normativa può rappresentare un importantissimo volano per la conservazione e la tutela dei beni, ma soprattutto per uno sviluppo intelligente. È necessario perseguire la valorizzazione dei saperi e delle tecniche. Legare il marketing aziendale a quello territoriale. Patrimonializzare attraverso reti di reindustrializzazione basata sull’esistente. Bisogna motivare le comunità e le istituzioni ad investire sul patrimonio del proprio territorio attraverso progetti specifici di sviluppo locale”.
 
I contenuti della proposta di legge
La Regione promuove e sostiene iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale presente sul territorio regionale, consistenti, in particolare, nelle seguenti attività:
- iniziative volte, nel rispetto della normativa statale, alla catalogazione, conservazione e restauro di beni che costituiscono testimonianza del lavoro e della cultura industriale e, in particolare, di macchine, attrezzature industriali, archivi, biblioteche, fotografie e filmati cinematografici afferenti l’industria, nonché di prodotti originali dei processi industriali;
- iniziative volte, nel rispetto della normativa statale, alla catalogazione, conservazione ed interventi di “riuso compatibile” di siti ed edifici industriali dismessi, nonché all’individuazione ed al riuso compatibile dei siti minerari dismessi;
- istituzione di musei, poli e reti museali concernenti l’archeologia industriale, compresi gli ecomusei;
- realizzazione di itinerari culturali e di percorsi tematici comprendenti i siti, i musei e gli ecomusei di archeologia industriale;
- creazione di laboratori didattici all’interno di musei e di ecomusei di archeologia industriale;
- realizzazione di sistemi informativi o portali web dedicati all’archeologia industriale;
- attuazione di iniziative di comunicazione e promozione turistico-culturale, concernenti il patrimonio di archeologia industriale;
- predisposizione di servizi di trasporto collettivo per la visita dei siti, dei musei e degli ecomusei di archeologia industriale;
- attività di ricerca e di studio sul patrimonio di archeologia industriale.
 
Nell’articolato è prevista l’istituzione di una Commissione regionale per l’archeologia industriale che sarà chiamata, tra l’altro, a formulare proposte alla Giunta regionale al fine della valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale.
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